Quanto siamo influenzati dal nostro passato, quanto viviamo liberamente il nostro presente e quanto ci influenzano le aspettative per il nostro futuro?
Intendo in senso sia personale che "globale".
Il rapporto con il "nostro" tempo è destinato a mutare man mano che facciamo esperienze, raggiungiamo consapevolezza della nostra identità e raffrontiamo le nostre convinzioni con la realtà del vissuto e degli accadimenti dentro e attorno a noi.
Experientia docet.
Viviamo davvero il nostro presente o siamo perennemente e pesantemente influenzati dal nostro passato e fortemente condizionati dalle aspettative sul futuro?
Ciascuno vive e percepisce il tempo (o frazioni particolari di tempo) a modo suo.
Molti danno troppo peso al passato, altri disperdono troppe energie nelle aspettative per il futuro.
Il presente è l'unico tempo in cui possiamo agire, godere delle piccole cose e creare relazioni significative. Spesso sprechiamo il presente...
Senza scomodare i filosofi (primo tra tutti Carlo Michelstaedter, che sosteneva che la paura della morte porta a vivere nel passato o nel futuro, negando il valore del momento attuale e dimenticando che la vita è già un atto di "persuasione", ossia una continua creazione di sé nel presente), qual è il vostro rapporto con il tempo e la sua "gestione" nel vostro vissuto?
Tema libero