Come se fare le mondine fosse un lavoro poco faticoso
Comunque, le mondine:
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Come se fare le mondine fosse un lavoro poco faticoso
Comunque, le mondine:
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Se ti chiami breakthrough e quindi ti piace
- Jim Morrison;
oppure
- Sesso estremo;
ho fatto due più due.
Vuol dire che voi donne non siete tutte uguali e d'altra parte se ce il bisogno, tanto per tornare ai problemi quotidiani che tutti hanno, niente da dire. Probabilmente potevi scegliere altro, ma in definitiva ognuno, sempre nel rispetto della legge, soprattutto penale, può fare quello che vuole. Auguri.
La leonessa da in pasto ai cuccioli la carne della gazzella. Ottimo esempio per tutti gli abitanti della "foresta".
Vuol dire che voi donne non siete tutte uguali
Ecco non generalizzare più
Altra buona notizia: sull'onda della vicenda "mia moglie" hanno chiuso un sito internet porno, 240mila utenti, dove tra le legittimissime immagini e video porno, c'erano intere sezioni di immagini rubate a mogli, madri, sorelle, figlie, nipoti, vicine di casa, ignare donne riprese al mare, in piscina, ecc. Che venivano condivise e sulle quali poi gli uomini scatenavano ogni tipo di commento, violenza verbale, stupro verbale e via di seguito.
Ora, al di là del fatto che sono disgustata da queste cose, sono anche contenta che finalmente si stia muovendo un po' l'opinione pubblica su vicende di questo tipo.
Il sito in questione è infatti stato chiuso in seguito all'apertura delle indagini da parte della Polizia Postale, partite grazie ad una petizione lanciata su Change.org. Una bella vittoria.
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
Due cose:
- le riprese di "donne" a loro insaputa non sono legalmente consentite. Occorre il consenso. C'è sempre il Tizio con la macchinetta che propone "facciamo una foto"? e lo fa ovviamente per "pararsi il culo".
- anche su facebook ci sono tante foto, soprattutto scattate in luoghi di villeggiatura e in pose "sexy" anche se non oltre certi limiti. Chiudiamo facebook?
Stai sicura che le donne "famose" paparazzate sui panfili "cercano" solo e soltanto la copertina o l'inserto del giornale. Spesso facendo pari e patta con il personaggio pubblico di turno. Riflettiamo prima di fare di tutte le erbe un fascio.
I siti del genere che dici tu sono contrari, come ti dicevo, a molte disposizioni penali. Tuttavia continuano per la gran parte ad essere frequentati e a non essere messi fuori legge o oscurati. Purtroppo il sesso è un ammortizzatore sociale.
Ultima modifica di sandor; 28-08-2025 alle 17:24
Appunto, le riprese non sono legalmente consentite. Ma anche laddove si consenta la ripresa, non è consentita la diffusione dell'immagine senza il consenso. Quindi se marito e moglie vogliono riprendere le loro performance in camera da letto sono liberissimi di farlo, ma nessuno dei due può diffondere le immagini senza il consenso dell'altro. Invece su questi siti si sono verificati proprio questi due illeciti: riprese diffuse senza consenso e addirittura riprese effettuate senza consento.
Altra cosa: se uno pubblica su fb la sua foto in posa sexy, essa può al limite essere ricondivisa su fb tramite appunto il tasto "condividi". Non si può, invece, scaricarla e riproporla, nè su fb nè altrove. Perché si commette un illecito. Così come commette reato chi poi sotto la suddetta foto pone commenti sessisti (diffamazione).
Le donne famose possono postare le proprie foto per i motivi che vogliono, liberissime, perché ognuno è proprietario della propria immagine ed è libero di utilizzarla. Sono gli altri che non possono fare altrettanto con le immagini non loro, chiaro il concetto?
Beh, invece ora, per fortuna, stanno iniziando ad essere attenzionati dalle forze dell'ordine. A volte ci vuole la mobilitazione pubblica, come in questo caso, perché scoppi il bubbone. Era ora.
E il problema non è il sesso o la pornografia, che di per sè sono lecite, il problema, ribadisco, è l'utilizzo di immagini senza il consenso delle persone riprese.
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
Non sono consentite a due "condizioni": che tu non sia un personaggio pubblico e che non rifiuti di farti riprendere quando il fotografo te lo chiede.
Per questo e "per ora" non c'è nessuna legge in contrario. Il marito come la moglie, se condividono la propria vita possono anche condividere certi momenti in un certo modo. Se poi uno dei due diffonde il materiale è ovviamente querelabile. E la querela, previa diffusione del materiale arriva di regola sempre "dopo" un provvedimento giudiziale di divorzio.
Ma tu pensi che se la prsona che diffonde le immagini, marito o moglie che sia, presterebbe il consenso alla diffusione, lo farebbe così, per divertirsi? Ovviamente no. Il punto è che la diffusione segue molto spesso al naufragio di un rapporto in cui non ci si risparmia di vituperare il o la consorte addirittura diffondendo foto o video hard per denigrare nel destinatario finanche il modo di fare certe cose.
Non è vero: i social e anche facebook nascono proprio da un'idea di condivisione di materiale digitale per favorire i contatti umani, nel senso: ci si becca su facebook e poi ci incontra nella vita reale. I limiti alla pubblicazione delle foto ci sono anche sui social, ma ad esempio certe pose un po' sexy anche se non eccessive servono ad esempio alle belle donne per buttare l'amo e accalappiare un bel pesce spada per sistemarsi.
Il concetto è chiaro però se io uso la mia immagine ad esempio approvando qualcuno che vuole riprendermi in spiaggia col telefonino, allora devo anche accettare che le immagini la cui riproduzione ho consentito vengano diffuse e utilizzate da altri per i più diversi scopi e comunque non per i miei.
Dark, come ti dicevo il sesso è come il cibo, serve per tenere l'attenzione della gente fissata lì, perché se le masse cominciassero a ragionare sul fatto che del sesso se ne parla "tanto" ma se ne fa "poco", allora se ne farebbero una ragione e si creerebbe quanto meno confusione.
Se ti dovesse capitare che qualcuno con macchinetta fotografica in mano ti chiedesse se vuoi fare una foto e tu rispondessi "si", quello sarebbe "dare il consenso" perché tu non gli chiedi al tizioin discorso come userà la tua foto. Ti metti in posa e basta.
Non è proprio così, sarebbe opportuno farsi firmare una liberatoria per la diffusione delle immagini anche se non a contenuto sessualeSe ti dovesse capitare che qualcuno con macchinetta fotografica in mano ti chiedesse se vuoi fare una foto e tu rispondessi "si", quello sarebbe "dare il consenso" perché tu non gli chiedi al tizioin discorso come userà la tua foto. Ti metti in posa e basta.
Esatto, la mia insegnante yoga qualche anno fa ha scattato una foto ricordo di gruppo, per poterla pubblicare sul suo sito appena inaugurato ha dovuto chiedere il consenso a tutto il gruppo per la pubblicazione altrimenti se qualcuno lo negava non avrebbe potuto pubblicarla.
Occorre consenso esplicito per la pubblicazione.
La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
Confucio
@entrambe: non abbiate timore di non dare o dare o quello che vi pare a un Tizio che vi chiede una foto il vostro consenso. Non è che i fotoreporter sono dei cretini. Il fenomeno, che non mi perito di definire "sottoculturale" dei paparazzi, cioè, e lo sappiamo, fotografi che fanno "quel tipo di lavoro" con macchinetta fotografica ecc., non cercano sconosciuti perché per fare la paparazzata spesso si mettono d'accordo con personaggi più o meno famosi per ricevere un compenso parametrato alla tiratura dei giornali, riviste o addirittura all'audience di programmi tv in cui si vedono quelle foto, o che comunque danno la possibilità della comparsata, della figurante taroccata e forse addirittura la possibilità di condurre un programma. Lo "star system" funziona così dovunque. Ad esempio in America è più raffinato ma anche più "estremo". Ma il canovaccio l'abbiamo inventato noi Italiani a Cinecittà.
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
Si ma nella vicenda in fattispecie si parla di riprese fatte "di nascosto".
Appunto. Infatti il problema non è che marito e moglie si riprendano in pose intime, che sono fatti loro, è se uno dei due diffonde le immagini all'insaputa dell'altro. Come, appunto, nel caso in questione.
A parte che nella vicenda di cui parlo erano di mogli non consenzienti, e non fatte dopo la separazione. E comunque anche diffuse dopo, rappresentano reato. Revenge Porn.
E che c'entra questo con ciò che ho detto io? Certo, uno può pubblicare tutte le foto che vuole sui social. Le sue, però. Non può invece prendere quelle di altri per pubblicarle altrove. Al massimo può usare il tasto "condividi" per postarle sulla propria pagina. Altrimenti, immette un illecito, non perseguibile penalmente ma amministrativamente.
No, se vuoi esporre o pubblicare le foto di qualcuno devi farti rilasciare una liberatoria, altrimenti sei passibile di richiesta risarcimento.
E questo cosa c'entra con il discorso dell'utilizzo indebito di immagini? Direi nulla.
No. Non è dare un consenso. E comunque, ribadisco per l'ennesima volta, che il caso dei gruppi "Mia moglie" e del sito internet Phica sono tutt'altra cosa. Si parla di foto scattate di nascosto. E di utilizzo di immagini per sessualizzare le persone ritratte, con commenti pesanti.
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
Ma se le riprese vengono fatte di nascosto da parte di un coniuge nei riguardi dell'altro, secondo te a cosa è dovuto tutto ciò? Insomma si è già in una situazione critica, cioè una separazione in vista, e uno dei due si procura le foto proprio per sostenere che dato il tipo di situazioni riprese la donna o l'uomo in questione si è reso responsabile di matrimonio "non consumato", il che sarebbe una prova a sostegno del fatto che l'imminente divorzio sia colpa dell'altro coniuge, e quindi essere posto in una condizione di privilegio per quanto riguarda la ripartizione della "comunione matrimoniale".
Si. Le pose intime però devono rispettare certi standard di pudore anche e soprattutto del matrimonio e quindi della famiglia, che l'art. 29 della Costituzione definisce "società naturale fondata sul matrimonio" e sancisce anche l'obbligo di "fare figli" ed è questo il punto, ma dato che tu mi accusi di celebrare il concetto di famiglia "nazista", allora "mi taccio". Ma potrei continuare.
Allora. Quello che dici per ora non è reato e le vittime non sono solo le donne. Il reato peraltro c'è già ed aggravato se c'entra il matrimonio. Si chiama "violazione della privacy".
Ti faccio un'esempio: quando le multinazionali dello star system americano musicale querelarono youtube, che diffondeva mettiamo i video di Michael Jackson gratis sulla rete, l'organo giudicante diede ragione a youtube e torto alle multinazionali della musica, proprio sulla base del fatto che quei video non toglievano un centesimo alle stesse multinazionali perché erano diffusi al solo scopo di "condivisione" o per il meno "per uso personale". Tutto ciò è stato fatto "cosa propria" dai social che si basano sullo stesso assunto: contenuti condivisi per uso personale. Quali siano questi contenuti deve essere oggetto di legge, legge che però ancora "non c'è".
Ma quale liberatoria? Se vuoi comparire sui giornali il fotografo lo devi chiamare tu e pagarlo anche se no non te ne fanno foto. Stai tranquilla.
Utilizzo indebito, cioè violazione della "privacy".
Ecco. Questo mi sa che è reato, per adesso solo un illecito amministrativo, d'altra parte. L'illecito comunque c'è e richiede di essere qualificato. Possibilmente con legge.