Pagina 2 di 2 PrimaPrima 1 2
Risultati da 16 a 27 di 27

Discussione: Significato della vita

  1. #16
    “Life's but a walking shadow, a poor player
    That struts and frets his hour upon the stage
    And then is heard no more. It is a tale
    Told by an idiot, full of sound and fury,
    Signifying nothing.”



    Immagine generata da AI per quella citazione da Macbeth

  2. #17
    Opinionista
    Data Registrazione
    30/04/19
    Messaggi
    2,326
    Kurono complimenti. L'immagine che hai creato con la AI mi piace. Sembra un dipinto !

    Se ti va, con la AI prova ad elaborare un testo sul significato della vita, vediamo cosa dice.
    Ultima modifica di doxa; 13-10-2025 alle 21:01

  3. #18
    Opinionista
    Data Registrazione
    30/04/19
    Messaggi
    2,326
    ---
    Ultima modifica di doxa; 13-10-2025 alle 21:02

  4. #19
    رباني L'avatar di King Kong
    Data Registrazione
    05/07/17
    Messaggi
    2,121
    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio

    In quel filo conduttore ci sono anche i valori sociali condivisi in una società: indirizzano i comportamenti e le interazioni degli individui, sono importanti per la convivenza, la coesione, sono valori-guida all’azione, all’agire quotidiano. Essi condizionano i nostri atteggiamenti, le nostre scelte, le nostre relazioni, perciò sono considerati essenziali: onestà, rispetto verso gli altri, empatia, solidarietà, tolleranza, gratitudine. Questi valori sono determinanti per la convivenza sociale, rafforzano l’etica e la morale degli individui.
    Sono d'accordo, ma...
    MA in tutto questo mancano almeno due elementi che considero essenziali:
    1) Una fonte che ci renda noti tutti questi elementi;
    2) Una predisposizione empatica ad accettare quello che ci viene trasmesso.

    Nino ed io abbiamo la stessa età, abbiamo frequentato la scuola in classi parallele e ci siamo frequentati in periodi importanti della nostra vita con grande rispetto e anche affetto.
    Poi, per ragioni a me sconosciute, io ho iniziato a frequentare di giorno le manifestazioni contro la guerra del Vietnam mentre Nino di notte sfondava le saracinesche dei negozi di armi, in parte su commissione, in parte per "uso personale".
    L'ultima volta che l'ho visto al distributore di benzina davanti a casa, era alla guida di una Ferrari grigia e, sul sedile del passeggero, due donne di quelle che credi esistano solo nei film o nelle fantasie di uomini con un forte eccesso di testosterone in cerca di uno spasimo liberatorio. Ci siamo salutati, eppure il suo sguardo era incredibilmente triste.
    Poi io sono partito e sono rimasto via per quasi tre anni.
    Tornato al paese ho ritrovato gli amici e, dopo i baci e gli abbracci, ho chiesto:
    "E Nino dov'é?"
    Risposta secca:
    "In galera".
    Mi é venuto spontaneo un sorriso.
    "E questa volta cos'ha combinato?"
    "Omicidio".
    OMICIDIO! NINO, IL MIO AMICO!
    Un altro personaggio suo pari era venuto a mettere in discussione il controllo del suo territorio e avevano deciso di risolvere la questione con un incredibile duello sull'argine del canale fuori dal paese.
    Nino ha vinto, ma quando i carabinieri hanno trovato il cadavere del suo concorrente dentro la cava di ghiaia, sono andati a colpo sicuro. Nino non aveva nemmeno avuto il tempo o l'accortezza di cancellare le tracce più compromettenti.

    Il secondo personaggio é 'Genio, di una decina di anni più giovane con l'abitudine di venire la sera nel parco, alla "nostra" panchina per essere uno di noi.
    Lo abbiamo sempre deriso e a volta cacciato via con qualche insulto, anche se senza cattiveria.
    Genio é poi diventato sindaco del paese per due mandati e infine senatore della Repubblica.

    La mia domanda:
    abbiamo frequentato le stesse scuole, ricevuto gli stessi impulsi, lo stato sociale delle nostre famiglie non era dissimile;
    Cosa ha fatto di noi dei personaggi così diversi?
    C'é dell'altro oltre a una memoria remota da riempire con informazioni e valori? Una teoria da risolvere con una formula vestita da scienza sociale?
    Aut hic aut nullubi

  5. #20
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
    Data Registrazione
    17/07/06
    Località
    Empoli
    Messaggi
    65,929
    Idem per i gemelli, se ci pensi: perché diventano 2 persone diverse? A volte molto dissimili fra loro? Eppure stessa educazione, stesso ambiente, stessi input.....

    Un senso, la Vita, ce l'ha sicuramente. Quale. Ecco: individuare quale sia stato il nostro, cosa ha guidato la nostra esistenza, il leit-motive che l'ha indirizzata in un certo modo.... è il vero punto della questione. L'Amleto di Shakespeare è ancora lì che ci pensa.....
    amate i vostri nemici

  6. #21
    Opinionista
    Data Registrazione
    30/04/19
    Messaggi
    2,326
    King ha scritto:

    La mia domanda:
    abbiamo frequentato le stesse scuole, ricevuto gli stessi impulsi, lo stato sociale delle nostre famiglie non era dissimile;
    Cosa ha fatto di noi dei personaggi così diversi?
    C'é dell'altro oltre a una memoria remota da riempire con informazioni e valori? Una teoria da risolvere con una formula vestita da scienza sociale?
    Ciao King, interessante la tua domanda. Gli adolescenti e il crimine !

    Nel mio precedente post ho elencato alcuni valori guida all’azione per vivere nella società, ma ho volontariamente trascurato la parte psicologica e psichiatrica dell’individuo, perché di competenza degli esperti.

    E' noto che i ragazzi nell’età dell’adolescenza subiscono cambiamenti nell’agire quotidiano. Pensa ai tanti che si drogano e poi spacciano droga. Fragilità di carattere ? “Cattive compagnie” ? Sono giovani che superano quell’invisibile “filo rosso” e infrangono regole e leggi. Da aggiungere la violenza (apparentemente immotivata), ecc..

    Sono vite che cercano di dare una forma riconoscibile alle loro esistenze. Molti crescono cercando ciò che a loro manca e che nessuno gli dà.

    Bisognerebbe esaminare le occasioni che inducono quei giovani ad agire in un determinato modo, quali sono le loro relazioni che strutturano le loro difficili esistenze, le coercizioni subite dal gruppo che li mette continuamente alla prova e da cui è difficile fuggire, specie se la socializzazione (primaria e secondaria) è carente.

    Un’indagine eseguita da ricercatori dell’Università dell’Arkansas e della Virginia, pubblicata sulla rivista scientifica “Frontiers in Developmental Psychology”, ha evidenziato che i rapporti amicali adolescenziali aiutano la salute psico-sociale e il benessere psicologico.
    Chi si sente ben considerato dai propri coetanei e si percepisce come un pari nel gruppo, sa adattarsi meglio nella vita ed ha un’autostima forte. Ciò spingerà il giovane a fare meglio il primo passo di maturazione della vita quando uscirà dal gruppo per cercare relazioni personali più ristrette con l’esplorazione dell’identità e dell’intimità o, come dicono gli psicologi, del proprio Sé.

    Da tener presente, infine, il disagio giovanile, le patologie mentali e i disturbi del comportamento nell’adolescenza. Sono anni cruciali per lo sviluppo della propria identità, l’orientamento sessuale, i primi legami di coppia, l’autostima, la capacità di adattamento all’ambiente sociale (i “disadattati”).
    Ultima modifica di doxa; Ieri alle 16:38

  7. #22
    Opinionista
    Data Registrazione
    30/04/19
    Messaggi
    2,326
    ---
    Ultima modifica di doxa; Ieri alle 16:36

  8. #23
    [QUOTE=doxa;1917167]Kurono complimenti. L'immagine che hai creato con la AI mi piace. Sembra un dipinto ![quote]

    Io non c'entro, ho solo passato la citazione di Shakespeare all'AI e chiesto di trasformarla in immagine.


    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Se ti va, con la AI prova ad elaborare un testo sul significato della vita, vediamo cosa dice.
    solite banalità spruzzate di piacioneria... questo per me è il lato più insopportabile delle AI:


  9. #24
    Per la risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l'universo e tutto quanto , basta un po' di memoria banalmente umana: 42


    ...ed un asciugamano. Sempre.

  10. #25
    Opinionista
    Data Registrazione
    07/10/10
    Località
    Roma
    Messaggi
    3,320
    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    King ha scritto:
    Nel mio precedente post ho elencato alcuni valori guida all’azione per vivere nella società, ma ho volontariamente trascurato la parte psicologica e psichiatrica dell’individuo, perché di competenza degli esperti.
    Sì doxa, ma qualche cognizione medico/psicologica ce l'hanno quasi tutti, perché c'entra la salute in definitiva e non c'è niente al mondo di più disabilitante di una mente che non ragiona come dovrebbe.

    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    E' noto che i ragazzi nell’età dell’adolescenza subiscono cambiamenti nell’agire quotidiano. Pensa ai tanti che si drogano e poi spacciano droga. Fragilità di carattere ? “Cattive compagnie” ? Sono giovani che superano quell’invisibile “filo rosso” e infrangono regole e leggi. Da aggiungere la violenza (apparentemente immotivata), ecc..
    Purtroppo i genitori di quelli che nascevano nei primi anni ottanta e che non avevano conosciuto la contestazione sociale con annesso consumo massiccio di droghe di tutti i tipi, non potevano in alcun modo essere di aiuto ai propri figli e figlie, i quali credevano di trovare nelle ideologie "forti" una giustificazione per drogarsi o magari per tentare la rivoluzione. Stessa cosa vale per tutte le generazioni a partire forse dalla stessa nascita della civiltà per come ne conosciamo le origini, cioè in modo confuso e troppo inttellettualmente distante. Non sapremo mai la verità.

    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Sono vite che cercano di dare una forma riconoscibile alle loro esistenze. Molti crescono cercando ciò che a loro manca e che nessuno gli dà.
    E' proprio questo il disagio che hanno. Se però qualcuno gli spiegasse che ad esempio quando vanno in treno senza biglietto e il controllore fa finta di "non vedere" perché conosce il problema, allora forse comincerebbero a riflettere su quale sia il "loro" scopo nella vita, oppure semplicemente a fare ordine nelle loro teste.

    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Bisognerebbe esaminare le occasioni che inducono quei giovani ad agire in un determinato modo, quali sono le loro relazioni che strutturano le loro difficili esistenze, le coercizioni subite dal gruppo che li mette continuamente alla prova e da cui è difficile fuggire, specie se la socializzazione (primaria e secondaria) è carente.
    Io credo in cose come quel detto per cui "il silenzio è doro" oppure il detto "chi fa da sé fa per tre", oppure ancora "aiutati che Dio ti aiuta". Se cominci ad entrare in un gruppo va a finire che prima fai cazzate madornali come drogarti "all'interno del gruppo" perché lo "fanno tutti" e alla fine "della fiera" litigare con tutti e "uscire dal gruppo" che sarebbe come dire uscire dalla caverna di platonica memoria e capire che, o ti droghi o non ti droghi, il Sole non manca "mai".

    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Un’indagine eseguita da ricercatori dell’Università dell’Arkansas e della Virginia, pubblicata sulla rivista scientifica “Frontiers in Developmental Psychology”, ha evidenziato che i rapporti amicali adolescenziali aiutano la salute psico-sociale e il benessere psicologico.
    No. Io credo sia vero il contrario. Stare in gruppo anche solo per parlare può essere un aiuto ad evitare certe esperienze, ma va comunque a finire che nel 90% dei casi cominci a fare certe cose. E per uscirne bene ci vuole il bello e il buono.

    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Chi si sente ben considerato dai propri coetanei e si percepisce come un pari nel gruppo, sa adattarsi meglio nella vita ed ha un’autostima forte.
    Questo tipo di situazioni semplicemente non esistono. Al giorno d'oggi il vero collante nei rapporti tra adolescenti è sempre l'uso di sostanze, e questo perché "la realtà è cattiva, non c'è pace, si sta come dice Quasimodo e non a caso 'soli sul cuor della Terra trafitti da un raggio di sole. Ed è subito sera.'"

    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Ciò spingerà il giovane a fare meglio il primo passo di maturazione della vita quando uscirà dal gruppo per cercare relazioni personali più ristrette con l’esplorazione dell’identità e dell’intimità o, come dicono gli psicologi, del proprio Sé.
    Si comincia a maturare, come dici bene, quando puoi disporre di una serie di informazioni su come vanno le cose che ti consentano quanto meno di stemperare le accidentalità della vita, cioè di "elaborare" i traumi, anche quelli più lievi. E c'entrano molto cose come "capirsi in famiglia" perché se scegli la comitiva vuol dire nel 90% dei casi che in famiglia non ti ci ritrovi. E potrei continuare.

    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Da tener presente, infine, il disagio giovanile, le patologie mentali e i disturbi del comportamento nell’adolescenza. Sono anni cruciali per lo sviluppo della propria identità, l’orientamento sessuale, i primi legami di coppia, l’autostima, la capacità di adattamento all’ambiente sociale (i “disadattati”).
    Non dimeticare i fricchettoni per i quali, pur così pieni di sé, c'è la pena del "limone", nel senso di "grande lima". E alcuni va anche "male". Ma non se la prendono troppo.
    Ultima modifica di sandor; Ieri alle 20:02

  11. #26
    A parte il ricorso al "sacro testo" (mi riferisco alla celeberrima "Guida" ), la risposta al quesito sul significato della vita viene immediata, una volta che si rifletta su cosa sia "la vita". Inutile partire per le metafisiche, terra terra. Cosa ha fatto la differenza tra una molecola primordiale qualunque e quella "vivente", il (la ) procariota?
    La riproduzione.
    La differenza é là. Il "vivente" é tale in quanto si riproduce.
    Quindi, banalmente, si "vive" per riprodursi, al fine della continuazione della stirpe. Altrimenti, é la fine della "vita".
    Poi...l'evoluzione eccetera eccetera...con le metafisiche, gli ideali e lo smarcoso.
    La risposta, é nella definizione della domanda.
    IMHO
    Ultima modifica di restodelcarlino; Oggi alle 16:24

  12. #27
    رباني L'avatar di King Kong
    Data Registrazione
    05/07/17
    Messaggi
    2,121
    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    King ha scritto:







    Un’indagine eseguita da ricercatori dell’Università dell’Arkansas e della Virginia, pubblicata sulla rivista scientifica “Frontiers in Developmental Psychology”, ha evidenziato che i rapporti amicali adolescenziali aiutano la salute psico-sociale e il benessere psicologico.
    Chi si sente ben considerato dai propri coetanei e si percepisce come un pari nel gruppo, sa adattarsi meglio nella vita ed ha un’autostima forte. Ciò spingerà il giovane a fare meglio il primo passo di maturazione della vita quando uscirà dal gruppo per cercare relazioni personali più ristrette con l’esplorazione dell’identità e dell’intimità o, come dicono gli psicologi, del proprio Sé.

    Da tener presente, infine, il disagio giovanile, le patologie mentali e i disturbi del comportamento nell’adolescenza. Sono anni cruciali per lo sviluppo della propria identità, l’orientamento sessuale, i primi legami di coppia, l’autostima, la capacità di adattamento all’ambiente sociale (i “disadattati”).
    Tutto molto interessante, ma continua a darmi l'idea di una Black box dentro la quale si accumulano una serie di impulsi e variabili che alla fine, come su una lavagna dell'aula 1013, deve dare un risultato preciso e verificabile.
    Mi sembra poco.
    Nella mia modestissima esperienza ho potuto osservare destini e biografie assolutamente paradossali, a voce di popolo inspiegabili, dove in un lampo percorsi fino a qui lineari sono esplosi in eclatanti colpi di scena completamente estranei al contesto.
    Forse ho portato la discussione in OT, il tema era il senso.
    Vorrei farmi perdonare con un racconto breve scritto poche settimane fa.

    Capo Bromden

    Erano seduti ormai da ore sulla panchina dell’argine e il tramonto era vicino.
    Avevano esaurito ogni argomento, il calcio, le donne, le nuove generazioni, il governo che è sempre ladro anche quando piove, l’acqua del fiume davanti a loro che non scorre più come una volta, quando, come un lampo che preannuncia il temporale, arrivò la domanda:
    “Ma tu poi, l’hai trovato un senso?”
    Prima di rispondere restò per un lungo istante ad osservare la corrente e i mille riflessi sulle onde.
    “Ti ricordi di Garcia Marquez?”
    “I cento anni di solitudine, l’amore al tempo del colera, o quale altra opera?”
    “Non ricordo esattamente quale sia l’opera, ma una citazione che mi è rimasta scolpita nel cuore”.
    “E quale?”
    “Tutti gli esseri umani hanno tre vite: pubblica, privata e segreta”.
    “E quindi?”
    “Mi hai chiesto del senso e la risposta che ti posso dare parte da lì”
    “Sentiamo”.
    “Ecco, il mio personaggio pubblico lo chiamerò Randle Patrick McMurphy”.
    “Come il personaggio del film? Qual era il titolo?”
    “Qualcuno volò sul nido del cuculo”.
    “Ti ascolto”.
    “Vedi, nei primi anni della mia vita cosciente mi sono sforzato di costruire una personalità che fosse da tutti amata e ammirata. Una persona giusta, capace di destreggiarsi nei complicati meandri della vita, buono, altruista, anche istruito e con un accettabile senso civile e di solidarietà sociale, ribelle quanto basta e ragionevole nelle decisioni importanti”.
    “Non mi sembra nulla di straordinario. Chi più chi meno, siamo continuamente impegnati nello sforzo di trovare il nostro posto nel complicato mosaico della vita”.
    “Certo, ma inaspettatamente bussò alla porta il secondo personaggio che chiamerò Billy Bibit”.
    “Il giovane balbuziente che troverà il suo riscatto nella notte ribelle a letto con la prostituta?”
    “Esatto. I miei desideri, i miei pensieri apparivano improvvisamente così diversi da quelli ereditati dalla mia educazione e, in realtà, lontano dalla folla, scoprii di desiderare altro che non gli atteggiamenti dettati dalla maschera che avevo indossato. Ero stupito e affascinato da questa nuova forza che scoprivo in me, ma che non potevo certo proiettare nel contesto sociale del quale ero entrato a far parte, saturo di convenzioni e ipocrisie”.
    “E allora?”
    “E allora adesso sì che mi sono sentito come il personaggio del film, prigioniero in un sistema che voleva impedirmi di vivere la mia natura, libera da schemi, lacci e lacciuoli”.
    “Interessante. E cosa successe?”
    “Un imprevisto terrificante. In maniera drammatica feci la conoscenza del mio terzo personaggio di cui ignoravo completamente l’esistenza, lo chiamerò Capo Bromden”.
    “Il pellerossa gigante”.
    “Sì. Un’esperienza terribile, agghiacciante, raccapricciante e irreversibile. Capo Bromden mi prese con le sue possenti braccia e mi sollevò dal suolo, strappando ogni radice che mi teneva ancorato a qualsiasi elemento di razionalità. Mi scaraventò nel vuoto cosmico, il buio assoluto, nessun orientamento, nessun appiglio, nessun suono, solo la consapevolezza di non avere nessuna possibilità di ritorno”.
    “Oddio, mi mette paura e un forte senso di angoscia”.
    “È così. Ho impiegato mesi per ritrovare un equilibrio che sapevo fragile. Eppure ero fuori dalle mura del ipotetico ospedale psichiatrico. Capo Bromden aveva scardinato la vetrata verso la libertà e nessuno dei guardiani ci avrebbe mai più ritrovati”.
    “Un lieto fine?”
    “No, caro. Questo è stato l’inizio. Mi hai chiesto del senso. Il sentiero che dà un senso alla nostra vita inizia da qui, fuori dalle mura, lontano dai nostri aguzzini, lontano da chi ha liberamente accettato di restare al sicuro ma prigioniero. La ribellione ha un costo, ma non c’è altra scelta. La consapevolezza, la libertà, l’indipendenza sono condizioni necessarie, ma non sono il traguardo. Ti ripeto che il sentiero comincia da questo punto ma è impossibile conoscere in anticipo attraverso quali steppe, praterie, deserti, catene montuose, oceani impetuosi Capo Bromden ci porterà”.
    “Ma se è così terribile e insicuro, perché non ti fermi, non torni indietro?”
    “Impossibile. Non cambierei questo destino con niente altro al mondo”.
    “E Mc Murphy, Billy Bibit, che fine hanno fatto?”
    “Ridotti a profili molto bassi e insignificanti, giusto il necessario per un buongiorno e un buonasera con i vicini di casa, la spesa, la revisione all’automobile e poco più”.
    “Mi sembra un grave disimpegno sociale”.
    “Non hai obblighi, quelle che tu chiami regole sociali sono quelle dettate dall’infermiera Mildred Ratched, la guardiana dell’ordine. Lascia che i morti seppelliscano i loro morti”.
    “Sei sicuro di non vivere un abbaglio, un’allucinazione, un’illusione?”
    “L’abbaglio, l’allucinazione, l’illusione è in questo mondo che ci vuole conformi, sottomessi e stupidi”.

    K.K.
    Aut hic aut nullubi

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
  • Il codice BBAttivato
  • Le faccine sono Attivato
  • Il codice [IMG]Attivato
  • Il codice [VIDEO]Attivato
  • Il codice HTML � Disattivato