Provo a dire qualcosa: la legge di sopravvivenza non conta quando le condizioni di sopravvivenza non sono garantite, cioè in una di quelle situazioni che si possono a ragione definire "disperate". Che sia un comportamento "contro natura" nemmeno mi pare, perché si tratta "soltanto" di anticipare un momento che prima o poi interessa la vita di chiunque. Quanto all'etica sociale, non mi risulta che il suicidio vìoli in qualche modo una presunta disposizione etica che lo vieta a livello di consorzio sociale. Sicuramente il suicidio è un fatto che contrasta con il cattolicesimo, anche se non contrasta con altre religioni, ad esempio il paganesimo o l'induismo.
Si. Ci sono religioni che condannano il suicidio, come la cattolica insieme alle protestanti, altre che lo permettono con riserva e altre per le quali il problema non si pone. Dovresti anche considerare tutta la babele del fine "vita", rispetto al quale esistono posizioni le più diverse. Si parla ancora di legittimità del "suicidio assistito", o dell'interruzione di cure come "l'alimentazione artificiale". Insomma il tema è enorme.
In tutte le religioni legate al paganesimo, come a Roma o in Grecia, nell'Antichità, non era importante il modo in cui una persona muore, volontario o involontario che fosse, ma piuttosto il modo in cui si rendeva onore e decoro al corpo del defunto, perché se non si riceveva una degna sepoltura in Grecia o a Roma, accadeva all'anima del defunto di soffrire una volta discesa agli Inferi. Ti ricordo anche un episodio dell'Eneide, il celeberrimo poema di Virgilio, in cui si narra del suicidio della regina di Cartagine, ossia Didone, che preferisce la morte all'abbandono da parte dell'eroe, e sceglie di suicidarsi gettandosi su una pira funeraria.
Più che di suicidio per gli ebrei si tratterebbe di morire "per la propria Fede", così come per i musulmani di Hamas e compagni. Per quanto riguarda i cattolici, è vero, la vita è un dono di Dio, e per di più non è un qualcosa di disponibile cioè non vi si può rinunciare volontariamente perché se no si fa peccato e il cadavere non può essere seppellito in terra consacrata.
Diciamo che in ogni Concilio delle decine tenute a battesimo nel corso di 2.000 anni se ne sono proclamate di tutti i colori, per arrivare a dichiarare candidamente anche e perfino la "infallibilità" del Pontefice. Purtroppo le gerarchie dovrebbero per un attimo calarsi in certe situazioni che invece preferiscono ignorare beatamente, come nel caso "Englaro" e tutti gli altri. La chiusura verso certe problematiche non ha mai giovato a nessuno. E questo mi pare anche essere uno dei motivi per cui le "iscrizioni al partito dei preti" tendono a ridursi man mano che si va avanti con gli anni.
Però la jihad e i suicidi dei martiri dell'intifada sono bene accetti e anzi assicurano un posto in Paradiso.
Guarda. A me risulta che in Italia c'è una Chiesa cattolica, uno Stato Vaticano e uno Stato Italiano. Nelle interrelazioni tra queste tre entità non possono non esservi conflitti, anche e soprattutto, a certi livelli, di carattere teologico. La violenza con cui la Chiesa sostiene certe posizioni a me a volte sembra quasi una cattiveria. Onestamente "gratuita". Le motivazioni ovviamente vanno oltre la sfera della Fede, e mirano ad esercitare un potere assoluto sulle vite di credenti e non credenti, come se non potessimo disporre neanche ognuno del proprio corpo.
In Paesi come l'India il suicidio in alcuni casi è addirittura obbligatorio.







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