“Jay Kelly” (2025) di Noah Baumbach
Jay Kelly (George Clooney) è un attore famoso in crisi, stufo del cinema, della celebrità e di tutto quello che ruota intorno al mondo dello spettacolo, compresi i premi, come quello che va a ritirare in Italia in treno da Parigi. Si rende conto di aver costruito la sua vita dimenticandosi delle cose importanti, come di due figlie cresciute senza di lui e che quando sente il bisogno di un riavvicinamento lo considerano quasi un estraneo. Il film era in concorso a Venezia e ha avuto recensioni contrastanti, probabilmente perché è una via di mezzo tra un film drammatico e una commedia, dove trovi nelle lunghe riflessioni che fa il protagonista, devo dire alquanto indulgenti, un po’ di Fellini, di Bergman e di Allen, con qualche sequenza non necessaria, qualche dialogo troppo lungo, probabilmente anche un film sulla carriera di Clooney, come può essere suggerito dalla conclusione, ma con un cambio di passo continuo che porta lo spettatore a chiedersi, cosa succederà ora?
Jay Kelly ***
A me dava fastidio che non riconosceva mai i suoi errori, il modo distorto in cui leggeva molti autori, anche se glielo si faceva presente, ma soprattutto che si ergeva a giudice della vita privata degli altri forumisti.
Però ravvivava il forum, era ricco di stimoli.