[QUOTE=sd&m;741675](.....)
La legge Fini-Giovanardi
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[QUOTE=sd&m;741675](.....)
La legge Fini-Giovanardi
" Non siamo in un salotto borbonico col mignolo sollevato e l'inchino obbligatorio. Qui siamo tutti uguali. Non ti aspettare in un forum cose difficili da trovare pure tra amici e parenti." Nahui
infatti io vorrei proporre un referendum anche x bruciare ogni chiesa e x ogni chiesa bruciata edificare un coffee shop ed un bordello... spero che almeno raggiunga il quorum
" Non siamo in un salotto borbonico col mignolo sollevato e l'inchino obbligatorio. Qui siamo tutti uguali. Non ti aspettare in un forum cose difficili da trovare pure tra amici e parenti." Nahui
ma non si fa prima a convincere un sasso?
[SIZE="1"][B]Tout cela ne vaut pas le poison qui d
Vabbhè, ma nessuno ha ancora risposto alla mia domanda principale: è fattibile?Si può legalizzare la canapa con un referendum? Come?
Poi ognuno ha il diritto di votare quel che gli pare, ma penso che si vedrebbe una grande affluenza alle urne di gente che non ha mai votato in vita sua , che i vecchietti se ne stiano pure a casa loro
nn me ne intendo molto di magagne politiche...
forse okno saprebbe illuminarti...
[SIZE="1"][B]Tout cela ne vaut pas le poison qui d
[QUOTE=errezerotre;741758]Vabbh
Da quello che so teoricamente sarebbe possibile pero'...
[quote]I referendum sono sottoposti ad un duplice controllo di legittimit
Americani di merda!!!!!!!!!!!!!!
Praticazmente il referendum è inammissibile perchè esiste una "convenzione di new york" per cui è vietato coltivare canapa.
Per chi avesse la pazienza di leggere è molto istruttivo, inizia col dire perchè il referendum è legittimo per poi concludere con "però cazzo che penseranno poi gli altri stati di noi?":
Corte costituzionale della Repubblica italiana
Praticamente dobbiamo aspettare che ci pensino i politici :Non appare dubbio, per le ragioni dianzi esposte, che la abrogazione delle norme oggetto del quesito referendario in esame, con il sottrarre ai previsti controlli la coltivazione, il commercio, la detenzione e l'uso della canapa indiana e dei suoi derivati, concreterebbe una esplicita ed inequivocabile violazione degli obblighi al riguardo assunti dallo Stato italiano con l'adesione senza riserve alla Convenzione unica sugli stupefacenti, adottata a New York il 30 marzo 1961, ed al Protocollo di emendamento adottato a Ginevra il 25 marzo 1972, esponendo lo Stato medesimo alle misure in detti accordi contemplate ed alle responsabilità verso le altre Parti contraenti e verso l'Organizzazione delle Nazioni Unite, competente in materia di controllo internazionale degli stupefacenti. Le norme medesime rientrano, pertanto, fra quelle, per le quali è precluso il ricorso al referendum abrogativo, la cui richiesta in esame va in conseguenza dichiarata inammissibile.
Comunque sono cambiate molte cose dal 1980 ad oggi... fosse possibile secondo me il "sì" potrebbe anche vincereQuanto si è fin qui esposto conduce la Corte ad una pronuncia di inammissibilità. Va all'uopo ricordato che nella citata sentenza n. 16 del 1978 la Corte annoverò tra le ragioni di inammissibilità l'appartenenza delle norme investite da referendum abrogativo alla categoria delle leggi indicate dal secondo comma dell'art. 75 della Costituzione, facendo in tale ambito rientrare, per effetto di interpretazione logico - sistematica, anche "le disposizioni produttive di effetti collegati in modo così stretto all'ambito di operatività" delle leggi anzidette "che la preclusione debba ritenersi sottintesa". Il ricorso a siffatto canone ermeneutico fa sì che debbano venir preclusi i referendum che investano non soltanto le leggi di autorizzazione a ratificare trattati internazionali, ma anche quelle strettamente collegate all'esecuzione dei trattati medesimi. Restano dunque sottratte all'abrogazione referendaria non tutte le norme che lo Stato italiano può emanare, operando delle scelte, per dare attuazione nei modi considerati più idonei agl'impegni assunti sul piano internazionale, ma soltanto quelle norme, la cui emanazione è, per così dire, imposta dagl'impegni medesimi: per le quali, dunque. non vi sia margine di discrezionalità quanto alla loro esistenza e al loro contenuto, ma solo l'alternativa tra il dare esecuzione all'obbligo assunto sul piano internazionale ed il violarlo, non emanando la norma o abrogandola dopo averla emanata. Chiara, del resto, è la ratio che accomuna, sotto questo profilo, le leggi di esecuzione dei trattati internazionali con quelle produttive di effetti strettamente collegati all'ambito di operatività dei trattati medesimi: la responsabilità che lo Stato italiano assumerebbe verso gli altri contraenti a cagione della "disapplicazione" dell'accordo, conseguente all'abrogazione delle norme apprestate per l'attuazione degli assunti impegni. Responsabilità che la Costituzione ha voluto riservare alla valutazione politica del Parlamento, sottraendo le norme in questione alla consultazione popolare, alla quale si rivolge il referendum abrogativo previsto dall'art. 75 della Costituzione
Ultima modifica di errezerotre; 29-09-2007 alle 14:05
ci vorrebbe una masiccia propaganda informativa
ma sappiamo tutti a chi appartiene la televisione...
[SIZE="1"][B]Tout cela ne vaut pas le poison qui d
basterebbe che la gente gettasse fuori dalla finestra la tv, e iniziasse ad usare internet, ed il mondo cambierebbe in meglio istantaneamente...