Infatti proposizioni come "sarebbe meglio o preferibile che tu te ne vada" anzichè "sarebbe meglio o preferibile che tu te ne andassi" (con lo stesso modo e tempo della mia frase precedentemente quotata, cioè il congiuntivo presente in luogo del congiuntivo imperfetto) non è scorretta dal punto di vista grammaticale o sintattico, prendendo in considerazione il tono impositivo della frase quasi come se fosse un ordine secco e perentorio, anzichè un consiglio più garbato e gentile di realizzare una situazione ipotetica al verificarsi di una determinata condizione, spesso volutamente sottintesa.
La "consecutio temporum" può variare, entro predeterminati limiti ed in specificate circostanze tassativamente codificate, a seconda del tono e del significato che si intende attribuire alla proposizione, di cui è a conoscenza solo l'autore, salvo le possibilità teoriche concesse dalla telepatia o presunzioni/deduzioni logiche sulla base di post precedenti od aspetti compresi e veritieri del carattere o temperamento di una persona.
L'eventuale precisione, meticolosità, mtodicità ed inclinazione naturale all'ordine (anche a livelli maniacali od assurdi, ai limiti delle possibilità umane) non implica l'intenzione di "rosicare", ma può essere il frutto di proprie caratteristiche spontanee e genuine, cioè la manifestazione esteriore (sincera, coerente e non sempre esaustiva) della propria reale persona.
C'è anche chi non pensa o costruisce mai quando scrive e chi si trova sempre in questa circostanza, a prescindere che lo faccia in modo semplice, complesso/articolato, spontaneo/naturale, artificioso o intenzionale, tralasciando il fatto che la stessa costruzione è frutto del proprio pensiero, ancorchè spesso (ma non sempre) razionale o logico.
Infatti quanto ho espresso (in precedenza ed in questo stesso post) era una constatazione sulla consecutio temporum e non un'opinione.