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Discussione: Gesù e le donne.

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  1. #1
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    certamente;
    infatti le ipotesi su "Dio" non riguardano la scienza, dato che questa si occupa solo di fenomeni rilevabili, direttamente o indirettamente;
    ma un conto è "credere in Dio", altro è credere in fatti storici non verosimili
    Il "credere in Dio" non è un solo credo, anche se i credenti si segnano alla stessa maniera o eseguono riti identici, ognuno è diverso dall'altro. Devi renderti conto, se vuoi capire bene come funzione l'aspetto religioso, che ogni credente è un credente a modo suo. In realtà ci si nasconde dietro la religione ufficiale per poi pensare ed agire in base alla propria testa, ed io dico per fortuna ed in piena libertà intellettuale. E' proprio nel confronto del proprio intimo , cioè nel credo personale ( meglio credere alla propria testa ormai collaudata e che conosco bene piuttosto che credere a quella altrui da collaudare e che non conosco bene) e quello altrui, dico confronto e non opposizione netta, che si può cercare o non cercare Qualcuno o Qualcosa.

  2. #2
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    Citazione Originariamente Scritto da crepuscolo Visualizza Messaggio
    Il "credere in Dio" non è un solo credo, anche se i credenti si segnano alla stessa maniera o eseguono riti identici, ognuno è diverso dall'altro. Devi renderti conto, se vuoi capire bene come funzione l'aspetto religioso, che ogni credente è un credente a modo suo.
    beh, no; non può essere così, perché allora la parola "credente" non distinguerebbe nessuno, non avrebbe senso;
    un tratto comune nel dio di questi credenti ci deve essere, e anche l'atto del credere deve pure significare qualcosa di inequivocabile, distinto da semplice "voler credere", "ritenere di credere", "ritenere che gli altri ci considerino credenti, perciò considerarsi tali" o, ancora più comune, "credere in qualcosa..."

    ad ogni modo, questa tua considerazione non attiene a quello che ho scritto, perché riguarda sempre il trascendente; mentre io mi riferivo al fatto che al di là di quello, l'essere umano istruito, anche credente, di fronte all'inverosimiglianza storica al massimo fa finta di non vedere o capire, ma certamente non si espone nel sostenere cose inverosimili sul piano scientifico o storico, pur di avvalorare un credo;

    In realtà ci si nasconde dietro la religione ufficiale per poi pensare ed agire in base alla propria testa, ed io dico per fortuna ed in piena libertà intellettuale. E' proprio nel confronto del proprio intimo , cioè nel credo personale...
    questo lo puoi dire solo perché, appunto, hai deciso di ignorare le conseguenze logiche di quel "credo personale" che immagini possa andare a sostituirsi e surrogare quello teologicamente organizzato;
    se esponi in positum il tuo credo "personale" si vede subito che non regge, oppure che non è affatto personale e invece ricade in una teologia consolidata; prova a fare l'esperimento e spiegare in cosa credi e te lo dimostro in 5 minuti;

    non è che tanta gente che voleva credere in una creazione intelligente si sia spremuta le meningi così per passatempo, eh... è una necessità inderogabile, se non si vuole mentire a se stessi.
    c'� del lardo in Garfagnana

  3. #3
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    beh, no; non può essere così, perché allora la parola "credente" non distinguerebbe nessuno, non avrebbe senso;
    Infatti credente significa solo colui che crede. In che cosa crede bisogna chiederglielo. Prova a chiedere.
    Per lungo tempo siamo stati condizionati dalla chiesa cattolica che, prima del contatto con altri popoli, avvenuto da circa una ventina d'anni, bastava dichiararsi credente per intendere o fraintendere in Cristo o nella Chiesa.
    Oggigiorno sembra che i gruppi, supposti omogenei dall'esterno, si stiano disintegrando un po' alla volta vuoi per cultura o vuoi per insoddisfazione, di che cosa è facile immaginarlo.
    Ultima modifica di crepuscolo; 04-09-2017 alle 14:44

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da crepuscolo Visualizza Messaggio
    Infatti credente significa solo colui che crede. In che cosa crede bisogna chiederglielo. Prova a chiedere.
    praticamente la totalità della popolazione mondiale crede in una qualche forma di remunerazione delle proprie azioni, a vario titolo; anche se molte persone istruite hanno difficoltà ad ammetterlo; è una cosa che, fatte poche eccezioni, fa parte dell'educazione di ognuno, per forza;
    per questo la religione continua e continuerà ad avere un notevole successo;

    d'altro canto, l'istruzione diffusa rende sempre meno credibili le religioni istituzionali, perché, anche inconsapevolmente, durante la vita giungono ad ognuno migliaia di segnali che smentiscono le vulgate tradizionali; qui, paradossalmente, è solo un'istruzione filosofico-religiosa di basso livello a tagliare le gambe alla fede, perché non conoscere quei fondamenti nell'epoca del sapere scientifico diffuso fa apparire come superstizioni anche quelle che in effetti non lo sarebbero, trascinando tutta la religione istituzionale;

    a prescindere dai comportamenti degli ecclesiastici, nella percezione delle questioni di fede si sedimentano nella mente di ognuno infinite impressioni di reticenza, falso, opportunismi dialettici, trucchi, ipocrisie e quant'altro;
    in compenso - si fa per dire - la religione resta un contenuto "forte" in termini identitari, proprio a causa della relativa diffusa ignoranza di cui dicevo sopra; cioè, viene utilizzata come marcatore culturale e nazionale, che è proprio l'opposto di ciò che intendono le relative dottrine universalistiche;

    ma tanto, la gente non lo sa, per cui fa a somma: crede nella remunerazione e si serve nel negozio sotto casa, anche se non crede alla dottrina, se mai ne ha una residua nozione, e non segue i relativi precetti; e questo è consentito loro esattamente dall'ignoranza e dal sostanziale disinteresse;

    il problema di questa postura è diventa rapidamente instabile, man mano che quel disinteresse si confronta con la percezione dell'indesiderabilità sociale della religione, associata ad arretratezza culturale e sociale, violenza, ecc...
    si determina un meccanismo molto triviale, analogo a tante altre circostanze: cioè, non è la riflessione sul contenuto dispensabile delle dottrine religiose ad orientare le masse, ma la percezione e il desiderio di promuoversi socialmente, nonché adottare i costumi dei ceti guida; sembra strano, ma i valori, anche quelli più nobili, si diffondono così, e anche in modo molto rapido, per emulazione.

    il Cristianesimo, e in particolare quello cattolico, è quella più penalizzata, poiché ha inflazionato il soprannaturale, coi culti dei santi, delle reliquie e quant'altro, a partire dal culto mariano e dell'immacolata concezione;
    c'� del lardo in Garfagnana

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio

    ad ogni modo, questa tua considerazione non attiene a quello che ho scritto, perché riguarda sempre il trascendente;.
    Parlare del trascendente è una facoltà che hanno pochi.
    Nel Vangelo Gesù viene identificato come uno di questi quando sfinito dalla durezza di comprensione dei discepoli ( quando qualcuno cominciava a disertare per la durezza degli insegnamenti) disse loro:
    "Volete andarvene anche voi?"
    Al che Pietro, che parlava spesso a nome di tutti , rispose subito senza pensarci o pensandoci poco
    " Oh Rabbi, dove andremo, tu solo hai parole di vita eterna".
    L'insegnamento che ne traggo io e che la metafisica è un sistema per parlare di vita eterna, se poi ci credi sei beato tra i beati e se non ci credi......puoi andartene.
    Scherzooooooooo, mi son fatto prendere troppo dall'argomento

  6. #6
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    Parlare del trascendente è una facoltà che hanno pochi.
    beh, basta aver acquisito gli strumenti logico-filosofici; senza quelli, la vedo davvero dura, perché si dice una sciocchezza ogni due per tre;
    ma, appunto, non rientrava nel discorso, che invece era incentrato su questioni di credibilità storica di determinate circostanze.
    c'� del lardo in Garfagnana

  7. #7
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    beh, basta aver acquisito gli strumenti logico-filosofici;
    Più che gli strumenti io direi che è il metodo di ragionare a fare la differenza; e quando parlo di metodo non intendo l'istruzione ma l'intelligenza, l'intelligenza sia nel saper ascoltare ( a volte intendere tra le parole) come nel saper dire (che è ,quasi sempre, la parola giusta al momento giusto).
    Quando parlo del metodo ovviamente mi riferisco al mio metodo, e che riguarda l'attuazione o meno dei miei pensieri quando quest'ultimi sottendono una susseguente azione o almeno una presa di posizione. Anche la riflessione è necessaria sia per decidere se intraprendere un atto e sia per trarre le conclusioni a posteriori.
    Ma tutto questo mio sforzo teso al mio miglioramento sarebbe a mio avviso inutile se non sostenuto da un buona idea di Dio che rappresenta sicuramente la "bilancia" per pesare il mio agire, agire che nel mio mondo è la conseguenza del pensare: agire bene pensare bene, agire male pensare male. Tutto questo non può funzionare se non si è onesti con sé stessi, il che presupporrebbe il fatto di conoscersi bene.
    Ultima modifica di crepuscolo; 05-09-2017 alle 12:52

  8. #8
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    Più che gli strumenti io direi che è il metodo di ragionare a fare la differenza; e quando parlo di metodo non intendo l'istruzione ma l'intelligenza, l'intelligenza sia nel saper ascoltare ( a volte intendere tra le parole) come nel saper dire (che è ,quasi sempre, la parola giusta al momento giusto).
    ecco, qui mostri esattamente l'assenza di metodo, che ti porta a confondere piani diversi, partendo per la tangente ed andando fuori tema;
    il metodo, se vuoi ragionare di teologia con qualcun altro, sono proprio gli strumenti logici convenzionali, nel senso di uguali tra te e gli altri, come la matematica, la logica, i principi aristotelici, ecc...
    non ci può essere un "tuo metodo", che al più può spiegarci perché preferisci la pizza margherita alla marinara, ma non perché dovrebbe essere pregiata una filosofia morale o una teologia;

    Quando parlo del metodo ovviamente mi riferisco al mio metodo, e che riguarda l'attuazione o meno dei miei pensieri quando quest'ultimi sottendono una susseguente azione o almeno una presa di posizione. Anche la riflessione è necessaria sia per decidere se intraprendere un atto e sia per trarre le conclusioni a posteriori.
    Ma tutto questo mio sforzo teso al mio miglioramento sarebbe a mio avviso inutile se non sostenuto da un buona idea di Dio che rappresenta sicuramente la "bilancia" per pesare il mio agire, agire che nel mio mondo è la conseguenza del pensare: agire bene pensare bene, agire male pensare male. Tutto questo non può funzionare se non si è onesti con sé stessi, il che presupporrebbe il fatto di conoscersi bene.
    non ho capito nulla, se non che stai parlando di qualcosa che riguarda solo ed esclusivamente te, come tuo gusto personale; cosa che si applica ai gusti, che sono relativi; non alle religioni, le quali postulano valori assoluti;

    a meno che tu non mi dica che per te Gesù è importante, ma in effetti solo quanto la mozzarella sulla pizza.
    c'� del lardo in Garfagnana

  9. #9
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    ecco, qui mostri esattamente l'assenza di metodo, che ti porta a confondere piani diversi, partendo per la tangente ed andando fuori tema;
    Tutto vero meno che sono andato fuori tema dato che l'argomento è Gesù e le donne.
    Se tu osservi scientificamente dall'esterno è come dici, ma se provi ad esaminare il tutto mettendoci anche te che osservi allora le cose potrebbero già sembrare un pochino diverse se non addirittura cambiare. Secondo me non puoi parlare di metafisica, Dio, o spiriti, od angeli ecc, ecc, se non rinunci ad indagare solo fuori; nell'indagine, se vuoi essere il più obbiettivo possibile, devi ficcarci anche axeUgene.
    Ultima modifica di crepuscolo; 05-09-2017 alle 15:34

  10. #10
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    il metodo, se vuoi ragionare di teologia con qualcun altro, sono proprio gli strumenti logici convenzionali, nel senso di uguali tra te e gli altri, come la matematica, la logica, i principi aristotelici, ecc...
    Per me sono tutte invenzioni umane, sicuramente meglio delle mie, ma invenzioni restano; tra l'altro non sono neanche invenzioni materiali che servono ad alleviare la vita, sono invenzioni della mente umana per complicarla la vita....ovviamente va a vantaggio della religione dei numeri, della religione della filosofia, della religione della logica ( v. Oddifreddi predica ovunque), e della religione delle religioni che è il massimo.
    E noi comuni cittadini paghiamo le tasse ed il canone rai.
    Ultima modifica di crepuscolo; 05-09-2017 alle 15:45

  11. #11
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    non ho capito nulla, se non che stai parlando di qualcosa che riguarda solo ed esclusivamente te, come tuo gusto personale; cosa che si applica ai gusti, che sono relativi; non alle religioni, le quali postulano valori assoluti;

    a meno che tu non mi dica che per te Gesù è importante, ma in effetti solo quanto la mozzarella sulla pizza.
    Stavo spiegandoti come penso non come la penso, ma se non hai capito nulla è inutile che mi sforzi.

  12. #12
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    questo lo puoi dire solo perché, appunto, hai deciso di ignorare le conseguenze logiche di quel "credo personale"
    Come posso ignorarle, se ogni giorno vivo. Tutt'al più mi posso dotare di un misurometro per verificare se il mio stato di grazia aumenta o diminuisce in base a quello che intendo e faccio.
    Io credo che l'uomo debba pensare a ciò che in tutta coscienza egli ritienga giusto ed agire di conseguenza senza preoccuparsi di ciò a cui va incontro.......e su questo l'esempio non mi manca.

  13. #13
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    se esponi in positum il tuo credo "personale" si vede subito che non regge, oppure che non è affatto personale e invece ricade in una teologia consolidata; prova a fare l'esperimento e spiegare in cosa credi e te lo dimostro in 5 minuti;
    Cosa vuol dire in positum?

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