appunto, questo è un tipo umano, non politico;
questa descrizione mostra il perché la psicologia nazionale sia stata, e sia tutt'ora, pronta ad esprimere propensioni di quel tipo; i non psicologicamente fascisti in Italia sono una minoranza;
pere esempio, calcio a parte, io non sono mai stato un estimatore di Berlusconi; ma ho sempre trovato francamente fascistoide la disponibilità di una grandissima parte dell'elettorato di sinistra di fronte all'idea che la magistratura trovasse un qualche pretesto, anche artificioso o gonfiato, per far fuori il cavaliere;
altri due tipi culturali nazionali sarebbero il notabile patrone del sud, personaggi alla De Mita, che perorano la rassegnazione del popolo, in nome dell'impercettibilità del cambiamento, a braccetto coi preti; una raffinata capacità di lettura della psiche umana, letteratura elegante, gattopardismo nobiliare, coi servi fedeli trattati al meglio che si può, purché si rassegnino alla servitù;
dall'altra parte ci sono gli "stranieri"; gli intellettuali liberali talmente impregnato di desiderio d'altro da fantasticare su mitologiche opportunità degli italiani di riscattarsi da tante miserie emulando altre culture; una specie di sindrome bipolare, perché nei momenti bui pe quell'ideologia - come ora - c'è il ripiegamento nel pessimismo cosmico