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sandor
Ma a me interessa individuare il sostrato su cui poi il sistema si sviluppa, non mi interessa invece "modificarlo" o "migliorarlo" qualitativamente, ma semmai arricchirlo "quantitativamente".
bene; vediamo come si manifesta la nazione italiana in concreto, oggi e su un tema che più pregnante non si può: la guerra in Ucraina:
se la nazione di sangue e suolo esiste, dovresti osservare su un tema come questo un "fascio" di volontà unite e irriducibili che manifestano quello spirito; può darsi;
io vedo tante idee diverse; dai pacifisti a ogni costo - purché con le chiappe ucraine - agli opportunisti che nemmeno sentono il bisogno di cercare giustificazione ideale, i "sinistri" che se vedono un'uniforme russa sono ancora abbagliati dalla nostalgia per l'Armata rossa, gli anti-occidentali sempre e comunque, ora spiazzati nel trovarsi dalla stessa parte di Trump e di qualche generale di estrema destra;
poi c'è chi parteggia per l'Ucraina; qualcuno con mezzo piede fuori, per non scontentare quelli sopra - Schlein - e pochi centristi duri e puri, oltre che una massa di ingenuoni che ancora si pone il problema in termini di: se ci fossi io al posto di quelli invasi ? ma senza grandi risposte;
in cosa ravvedi in tutto ciò un tratto "nazionale" di identità, suggerito da comunanza di sangue e suolo ?
l'unico tratto autentico di continuità storica con un'attitudine nazionale mi sembra lo esprima effettivamente la personalità che più tiene all'idea di nazione, e cioè Meloni:
nella più genuina tradizione nazionale, la pdc si accinge a concludere la guerra nel campo opposto dal quale l'aveva iniziata, quando disse solennemente: con l'Ucraina fino alla vittoria;
ora c'è l'amico Trump, e l'amico Musk - quello che si fabbrica i figli in affitto, reato universale; però è ricco e non è gaio, per cui il reato non vale; che Arlecchino sarebbe l'italiano se non fosse capace di servire due padroni ?
va beh... rassegnamoci; se nazione siamo, la nostra è destinata ad esserlo di pagliacci :asd:
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axeUgene
bene; vediamo come si manifesta la nazione italiana in concreto, oggi e su un tema che più pregnante non si può: la guerra in Ucraina:
se la nazione di sangue e suolo esiste, dovresti osservare su un tema come questo un "fascio" di volontà unite e irriducibili che manifestano quello spirito; può darsi;
io vedo tante idee diverse; dai pacifisti a ogni costo - purché con le chiappe ucraine - agli opportunisti che nemmeno sentono il bisogno di cercare giustificazione ideale, i "sinistri" che se vedono un'uniforme russa sono ancora abbagliati dalla nostalgia per l'Armata rossa, gli anti-occidentali sempre e comunque, ora spiazzati nel trovarsi dalla stessa parte di Trump e di qualche generale di estrema destra;
Attenzione. Provo a dirtelo con Hegel: tutte le differenti tendenze ideali che si concretano in una opinione pubblica, non danno perciò stesso luogo ad alcuna "anarchia di pensiero", cioè assenza di un centro unificatore. Vedi, la propaganda, anche per quanto riguarda l'Ucraina, pone delle basi e bombarda la capacità di giudizio di ciascuno offrendo delle alternative di pensiero rispetto a un fatto. Quelli che non adottano alcuna delle posizioni prestabilite oppure adottano una posizione che i mezzi di comunicazione omettono, semplicemente non partecipano al dibattito. Ma d'altra parte la comunicazione è un marketing e ha le sue regole. Il problema è che ad oggi si sceglie una opzione sulla base di un contatto "a pelle", cioè si sceglie di condividere l'opinione più confacente a quelle che sono le convinzioni "generiche" di chi recepisce il messaggio. Il problema sarebbe capire che ad oggi non si aderisce ad uno schema di pensiero perché davvero, intimamente lo si condivide, ma solo perché è il meno "lontano" dal proprio modo di pensare. Insomma la "pubblica opinione" è pubblica perché non esistono posizioni che possono andare bene al singolo, ma si ragiona per categorie. Che poi queste categorie di pensiero siano più o meno diffuse, te lo dice ad esempio lo "spettro politico", che però per quanto detto non può rispecchiare sempre, anzi quasi mai le singole opinioni. Inoltre maggiore è il grado culturale, maggiore è la conoscenza di sé del fruitore del messaggio, e quindi maggiore la capacità di adesione o meno, cioè di scelta tra un certo messaggio e un' altro contrapposto. Stesso ragionamento per quanto riguarda l'Ucraina e le suggestioni mediatiche in proposito.
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axeUgene
poi c'è chi parteggia per l'Ucraina; qualcuno con mezzo piede fuori, per non scontentare quelli sopra - Schlein - e pochi centristi duri e puri, oltre che una massa di ingenuoni che ancora si pone il problema in termini di: se ci fossi io al posto di quelli invasi ? ma senza grandi risposte;
Questo deriva da atteggiamenti della pubblica opinione che possono dare la parvenza di differenze radicali ma che invece si traducono in sostanza in qualche variazione sul tema. Politica inclusa.
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axeUgene
in cosa ravvedi in tutto ciò un tratto "nazionale" di identità, suggerito da comunanza di sangue e suolo ?
Non lo ravvedi perché è soffuso da un'aura di "favola" che addormenta sia gli spiriti cognitivi, fino a un certo punto; sia i ceti meno colti che ovviamente sono la maggioranza. I media non provengono dal popolo, ma "governano" le opinioni di quest'ultimo perché non vadano a suo proprio danno. Te la immagineresti una serie di manifestazioni pro intervento in Ucraina da parte italiana? Ti sei chiesto perché non ce ne siano?
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axeUgene
l'unico tratto autentico di continuità storica con un'attitudine nazionale mi sembra lo esprima effettivamente la personalità che più tiene all'idea di nazione, e cioè Meloni:
nella più genuina tradizione nazionale, la pdc si accinge a concludere la guerra nel campo opposto dal quale l'aveva iniziata, quando disse solennemente: con l'Ucraina fino alla vittoria;
Vabbè. Queste sono dichiarazioni fatte in linguaggio politico, che la P.d.C. conosce bene perché ha una esperienza in politica che risale agli anni dell'adolescenza. E penso che questo non si possa negarglielo. Insomma un colpo al cerchio e uno alla botte perché i voti senza identità si moltiplichino.
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axeUgene
ora c'è l'amico Trump, e l'amico Musk - quello che si fabbrica i figli in affitto, reato universale; però è ricco e non è gaio, per cui il reato non vale;
A me risulta che in Pesi come la Spagna i figli in provetta li facciano da una vita. Musk o no.
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axeUgene
che Arlecchino sarebbe l'italiano se non fosse capace di servire due padroni ?
Fregandoli entrambi.
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axeUgene
va beh... rassegnamoci; se nazione siamo, la nostra è destinata ad esserlo di pagliacci :asd:
Mah, io non la vedo così: pagliacci in che senso? Tipo circo o "attori comici"? Anche i pagliacci hanno il loro posto, ma non in politica, e questo i "reggitori dello Stato" lo sanno sin troppo bene. In Italia.
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sandor
Attenzione. Provo a dirtelo con Hegel: tutte le differenti tendenze ideali che si concretano in una opinione pubblica, non danno perciò stesso luogo ad alcuna "anarchia di pensiero", cioè assenza di un centro unificatore....
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Questo deriva da atteggiamenti della pubblica opinione che possono dare la parvenza di differenze radicali ma che invece si traducono in sostanza in qualche variazione sul tema. Politica inclusa.
beh, ma in tal caso dovresti essere in grado di sostanziare in modo inclusivo ed esclusivo, totale e verificabile il tratto nazionale e condiviso Italiano, distinto da quello francese o tedesco, ecc
in altri termini, tu mi hai elencato una serie di caratteri astratti che dovrebbero qualificare la nazione; ma se ti chiedo di specificare come quei tratti si manifestino concretamente a connotare la nazione italiana in modo condiviso, non mi pare emerga nulla di rilevante, in continuità ed esclusività;
io, queste cose le potrei elencare in senso civico, non etnico, per l'Europa occidentale; ma, dovessi dire dell'Italia, non saprei da dove cominciare.
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axeUgene
beh, ma in tal caso dovresti essere in grado di sostanziare in modo inclusivo ed esclusivo, totale e verificabile il tratto nazionale e condiviso Italiano, distinto da quello francese o tedesco, ecc
Dato che si parlava di media ho provato a descrivere il "nostro", italiano modo di fare informazione e con l'informazione irreggimentare i cervelli di un popolo. In Francia come in Germania avranno altri metodi confacenti al loro Spirito di Popolo, ma non è che devi conoscerli per sapere che quello "italiano" è il costume, anche mediatico, che va bene "solo" per noi italiani. E che quindi denota un peculiare modo di pensare, di approcciarsi alla vita, di consumare, anche a livello intellettuale, ecc.
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axeUgene
in altri termini, tu mi hai elencato una serie di caratteri astratti che dovrebbero qualificare la nazione; ma se ti chiedo di specificare come quei tratti si manifestino concretamente a connotare la nazione italiana in modo condiviso, non mi pare emerga nulla di rilevante, in continuità ed esclusività;
Ma Axe. Uno come te che ha viaggiato mezza vita non riesce a distinguere al di là di generalizzazioni, queste sì artefatte, ciò che distingue ciascun popolo appartenente al "genus" umanità, da tutte le altre espressioni consimili di "collettività organizzata"?
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axeUgene
io, queste cose le potrei elencare in senso civico, non etnico, per l'Europa occidentale; ma, dovessi dire dell'Italia, non saprei da dove cominciare.
Comincia con un buon volume di Storia Patria o di sociologia. Ecco di sociologia soprattutto. IMHO.
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sandor
In Francia come in Germania avranno altri metodi confacenti al loro Spirito di Popolo, ma non è che devi conoscerli per sapere che quello "italiano" è il costume, anche mediatico, che va bene "solo" per noi italiani. E che quindi denota un peculiare modo di pensare, di approcciarsi alla vita, di consumare, anche a livello intellettuale, ecc.
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Ma Axe. Uno come te che ha viaggiato mezza vita non riesce a distinguere al di là di generalizzazioni, queste sì artefatte, ciò che distingue ciascun popolo appartenente al "genus" umanità, da tutte le altre espressioni consimili di "collettività organizzata"?
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beh, io posso dire che in Europa occidentale il 95% o più delle persone è intimamente convinto che un povero debba avere assistenza sanitaria gratuita, che la pena di morte non è giusta, che non è opportuno che la gente giri armata ad libitum, che le donne hanno gli stessi diritti degli uomini; per il 7% della popolazione si spende oltre il 50 % del welfare mondiale e altre cose... per me, questa è nazione;
tu sei in grado di elencarmi valori davvero fondamentali per la vita delle persone che connotino in modo esclusivo la nazione italiana, e non quella francese o tedesca ? io non saprei che dire...
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Papa Francesco: “disarmare le parole, per disarmare le menti e disarmare la terra”
Dobbiamo disarmare le parole, per disarmare le menti e disarmare la Terra. C’è un grande bisogno di riflessione, di pacatezza, di senso della complessità”. Lo scrive il Papa in una lettera inviata al Corriere della Sera, datata 14 marzo e rivolta al direttore, Luciano Fontana, che gli aveva inviato un messaggio di augurio chiedendogli se voleva intervenire con un appello. “La guerra non fa che devastare le comunità e l’ambiente, senza offrire soluzioni ai conflitti. La diplomazia e le organizzazioni internazionali hanno bisogno di nuova linfa e credibilità”, si legge nella lettera, in cui Francesco ringrazia il direttore “per le parole di vicinanza con cui ha inteso farsi presente in questo momento di malattia, nel quale, come ho avuto modo di dire, la guerra appare ancora più assurda”. “La fragilità umana, infatti, ha il potere di renderci più lucidi rispetto a ciò che dura e a ciò che passa, a ciò che fa vivere e a ciò che uccide.
Forse per questo tendiamo così spesso a negare i limiti e a sfuggire le persone fragili e ferite: hanno il potere di mettere in discussione la direzione che abbiamo scelto, come singoli e come comunità.
C’è un grande bisogno di riflessione, di pacatezza, di senso della complessità. Mentre la guerra non fa che devastare le comunità e l’ambiente, senza offrire soluzioni ai conflitti, la diplomazia e le organizzazioni internazionali hanno bisogno di nuova linfa e credibilità”. Le religioni, inoltre, secondo Francesco, “possono attingere alle spiritualità dei popoli per riaccendere il desiderio della fratellanza e della giustizia, la speranza della pace. Tutto questo chiede impegno, lavoro, silenzio, parole. Sentiamoci uniti in questo sforzo!
https://www.agensir.it/quotidiano/20...C3%A0%E2%80%9D.
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LadyHawke
Ok dall'articolo credo di capire che la produzione di armi in Europa è dominata da Francia, Germania, Italia e Regno Unito e che hanno un ruolo centrale nelle strategie di sicurezza.
E che secondo dati statistici noi ne produciamo di meno di Francia, Germania e Regno Unito.
I dati parlano di cifre come miliardi che verranno raggiunti entro il 2025, e percentuali di pil, ma da ignorante in materia io non sono in grado di giudicare se siano cifre sufficienti, minime, massime o extra-large :D.
Te hai le competenze per giudicare come già raggiunto il minimo e suppongo sufficienti per raggiungere l'obiettivo strategico di sicurezza?
Buon per te io non lavoro al ministero della difesa, non lavoro nella politica e lascio fare a chi ne ha le competenze.
C'è forse bisogno di essere esperti o di lavorare in un ministero per accorgersi dell'immoralità della cosa Ladyhawke? Della sproporzione spaventosa fra ciò che spendiamo in armi e ciò che spendiamo in Sanità, Lavoro, Scuola e Ambiente messi insieme?
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conogelato
C'è forse bisogno di essere esperti o di lavorare in un ministero per accorgersi dell'immoralità della cosa Ladyhawke? Della sproporzione spaventosa fra ciò che spendiamo in armi e ciò che spendiamo in Sanità, Lavoro, Scuola e Ambiente messi insieme?
Secondo il tuo metro di misura, io ho un altro metro per misurare il bene e il male.
E non sono affatto convinta che risparmio di investimenti nella sicurezza( non solo di armi) di un paese si traduca in più investimenti in sanità, lavoro, scuola ecc.....discorso molto complesso da trattare dove dietro ci sono altri interessi, sia politici che aziende private e un cambiamento della società, portato avanti da partiti politici sempre in conflitto tra loro per la poltrona più che per il reale interesse del paese e che ci porta fuori, devia dal discorso principale, quindi per favore finiamola qua.
Hai detto la tua?
Io ho detto la mia, non dobbiamo convincerci a vicenda su chi deve aver ragione ad ogni costo continuando un discorso infinito.
Forse ancora non si è capito, battute a parte, che a me le discussioni infinite stancano, trovo un inutile spreco di tempo.
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axeUgene
beh, io posso dire che in Europa occidentale il 95% o più delle persone è intimamente convinto che un povero debba avere assistenza sanitaria gratuita, che la pena di morte non è giusta, che non è opportuno che la gente giri armata ad libitum, che le donne hanno gli stessi diritti degli uomini; per il 7% della popolazione si spende oltre il 50 % del welfare mondiale e altre cose... per me, questa è nazione;
Si, Axe. Tutto quello che dici è giustissimo. Mi permetto di farti rilevare, umilmente e per il piacere di parlare con una persona come te, che è "esperta e consapevole", e che tra parentesi ha anche qualche hanno più di me, che quelli che sono i caratteri comuni ad un popolo sono per astrazione comuni anche ad un "aggregato" di popoli come quello che si rispecchia nella UE. Sono molto felice che i fautori dell'Europa nelle Istituzioni Europee abbiano scelto un concetto di Europa "inclusivo" al suo interno ma esclusivo verso Paesi che hanno altre tradizioni e altri modi di concepire soprattutto cose come l'economia.
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axeUgene
tu sei in grado di elencarmi valori davvero fondamentali per la vita delle persone che connotino in modo esclusivo la nazione italiana, e non quella francese o tedesca ? io non saprei che dire...
Io neanche in definitiva. Però sulla base del ragionamento che fai si potrebbe argomentare che se esistono caratteri comuni ai Popoli dell'Unione come quelli che hai elencato, allora a livello nazionale esistono caratteri comuni al solo "popolo" considerato, come nell'esempio di ciò che passano i media, e per quanto riguarda l'Italia. L'UE ovviamente si fonda, e questo mi pare un bene, più sulle "affinità" che sulle differenze.
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sandor
sulla base del ragionamento che fai si potrebbe argomentare che se esistono caratteri comuni ai Popoli dell'Unione come quelli che hai elencato, allora a livello nazionale esistono caratteri comuni al solo "popolo" considerato
beh, questi caratteri esclusivi dovrebbero sovvenire come la pizza e la pasta, si parlasse di alimentazione;
in effetti, noi italiani siamo più diversi tra noi di quanto, nel complesso, siamo simili agli altri europei occidentali per quanto riguarda quei valori fondamentali;
cioè, nel nostro cluster, siamo notevoli proprio per una poliedricità che manca ad altri;
poi, a voler vedere la nostra storia, se ci liberiamo di certe frustrazioni ottocentesche e provincialotte, vediamo che la vocazione italiana di maggior successo in oltre due millenni è quella di propulsore a vario titolo di imperi sovranazionali, e quando abbiamo voluto scimmiottare lo stato-nazione i risultati sono stati fallimentari e umilianti.
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axeUgene
beh, questi caratteri esclusivi dovrebbero sovvenire come la pizza e la pasta, si parlasse di alimentazione;
Si. Se non è zuppa è pan bagnato.:)
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axeUgene
in effetti, noi italiani siamo più diversi tra noi di quanto, nel complesso, siamo simili agli altri europei occidentali per quanto riguarda quei valori fondamentali;
cioè, nel nostro cluster, siamo notevoli proprio per una poliedricità che manca ad altri;
Si. E' un po' come "i puffi". Simili nella specie, ma non nelle attitudini individuali.
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axeUgene
poi, a voler vedere la nostra storia, se ci liberiamo di certe frustrazioni ottocentesche e provincialotte, vediamo che la vocazione italiana di maggior successo in oltre due millenni è quella di propulsore a vario titolo di imperi sovranazionali, e quando abbiamo voluto scimmiottare lo stato-nazione i risultati sono stati fallimentari e umilianti.
Si. Ma ad oggi lo siamo, uno "Stato/Nazione". Ecco, sarebbe un bene, come d'altra parte comincia ad essere, che "solo" i Paesi attualmente pienamente integrati, costituissero davvero la UE. Il pluralismo all'acqua di rose è solo propaganda, e se ci rifletti non ha mai avuto seguito, nella storia dei popoli, a parte forse gli USA e l'URSS, ma anche lì le barriere tra i popoli non sono state un espediente di comodo, ma solo un modo per attuare e favorire un "quieto vivere" che altrimenti non avrebbero realizzato neanche loro.
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Originariamente Scritto da
sandor
Si. Ma ad oggi lo siamo, uno "Stato/Nazione". Ecco, sarebbe un bene, come d'altra parte comincia ad essere, che "solo" i Paesi attualmente pienamente integrati, costituissero davvero la UE. Il pluralismo all'acqua di rose è solo propaganda, e se ci rifletti non ha mai avuto seguito, nella storia dei popoli, a parte forse gli USA e l'URSS, ma anche lì le barriere tra i popoli non sono state un espediente di comodo, ma solo un modo per attuare e favorire un "quieto vivere" che altrimenti non avrebbero realizzato neanche loro.
Se non avessimo fatto così l'Ungheria sarebbe già con Putin in maniera totale e il rischio c'è con Romania, Serbia e Bosnia, ma anche con tutti gli altri Stati ex sovietici. L'esempio degli Usa non lo vorrei mai applicato all'Eu, 50 stati incollati grazie all'economia ma che col tempo hanno perso gran parte della loro unicità.
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Barrett
Se non avessimo fatto così l'Ungheria sarebbe già con Putin in maniera totale e il rischio c'è con Romania, Serbia e Bosnia, ma anche con tutti gli altri Stati ex sovietici.
Barrett scusa ma ti devo correggere. Gli Stati che elenchi hanno, se non una unione politica, sicuramente una unione a carattere economico con la Russia del tanto vituperato Putin. Permetti una domanda: se il COMECON chiedesse ad esempio alla Germania ex/ovest di lasciare la UE per aderire sempre al COMECON, pensi che la Germania lo farebbe?
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Barrett
L'esempio degli Usa non lo vorrei mai applicato all'Eu, 50 stati incollati grazie all'economia ma che col tempo hanno perso gran parte della loro unicità.
50 Stati e se permetti 50 zone "etniche o latamente razziali". Niente di nuovo sotto il sole.
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Originariamente Scritto da
sandor
Barrett scusa ma ti devo correggere. Gli Stati che elenchi hanno, se non una unione politica, sicuramente una unione a carattere economico con la Russia del tanto vituperato Putin. Permetti una domanda: se il COMECON chiedesse ad esempio alla Germania ex/ovest di lasciare la UE per aderire sempre al COMECON, pensi che la Germania lo farebbe?
Leggo che il Comecon è stato sciolto con la caduta del Muro. Ad ogni modo non mi sorprendo se ci sono interrelazioni economiche tra la Russia e qualsiasi altro paese mondiale, ancor di più con quelli dell'Est. Anche noi facevamo commercio con loro prima dell'invasione in Ucraina e forse li facciamo ancora sottobanco. Mi pare un'altra cosa se cerchi di "influenzare" le elezioni in quei paesi per farli diventare degli stati fantoccio come la Bielorussia. Basta sentirli parlare, se non Putin Medvedev (ha appena minacciato di morte Mertz) o la Zacharova. Poi ci sono putiniani ovunque anche a casa nostra.
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Originariamente Scritto da
LadyHawke
Ok dall'articolo credo di capire che la produzione di armi in Europa è dominata da Francia, Germania, Italia e Regno Unito e che hanno un ruolo centrale nelle strategie di sicurezza.
E che secondo dati statistici noi ne produciamo di meno di Francia, Germania e Regno Unito.
I dati parlano di cifre come miliardi che verranno raggiunti entro il 2025, e percentuali di pil, ma da ignorante in materia io non sono in grado di giudicare se siano cifre sufficienti, minime, massime o extra-large :D.
Te hai le competenze per giudicare come già raggiunto il minimo e suppongo sufficienti per raggiungere l'obiettivo strategico di sicurezza?
Buon per te io non lavoro al ministero della difesa, non lavoro nella politica e lascio fare a chi ne ha le competenze.
Come vuoi: potremmo far concludere Roberto Benigni se sei d'accordo:
L'Europa unita come unica utopia ragionevole", "la più grande istituzione degli ultimi 5000 anni realizzata sul pianeta Terra dall'essere umano, un progetto, un ideale, una speranza, una sfida, un sogno", figlio del coraggio e della lungimiranza di "tre uomini, tre eroi, Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni", riuniti "sulla piccola isola di Ventotene". "Un sogno economico e politico, di unione e di pace, l'esperimento democratico più emozionante". Roberto Benigni torna su Rai1 con Il Sogno e leva il suo inno all'Europa e alla pace, a poche ore dall'attacco della premier Giorgia Meloni al Manifesto di Ventotene e alla vigilia del Consiglio europeo sul piano di riarmo.
"Siamo senza rete, in diretta su Rai1, in diretta anche su Radio2, su Raiplay, in Eurovisione: ma questo è un colpo di Stato, siamo dappertutto, anche sul forno a microonde se lo accendete!", scherza Benigni aprendo la serata, dagli Studios di via Tiburtina a Roma. "Saluto il presidente della Repubblica, so che ci sta guardando. E come non salutare Sua Santità papa Francesco, che guarisca presto. Ieri ha detto una frase che mi ha commosso, bisogna disarmare le parole per disarmare le menti e la terra".
In un momento in cui "i potenti del mondo sono tutti personcine tranquille, perbene, sagge equilibrate e al pensiero che gli armamenti e le bombe atomiche sono nelle loro mani si va a dormire tranquilli", e "a Putin piace proprio l'Europa, ci vuole entrare a modo suo, bussa con i carrarmati", per Benigni "c'è da essere orgogliosi di essere europei: l'Europa è il continente più piccolo del mondo che ha acceso la miccia di tutte le rivoluzioni, ha trasformato il pianeta, da tremila anni è la fucina dove sono stati forgiati alcuni fra i più grandi pensieri dell'umanità", "un patrimonio comune, un tesoro immenso in tutti i campi". L'Europa, insiste il premio Oscar citando De Gasperi, "il più grande Presidente del consiglio che abbiamo avuto", "non è una cosa fredda che sta a Bruxelles o a Strasburgo, è una cosa calda, vicina, piena di passione e amore.
Non a caso il suo inno è L'Inno alla gioia di Beethoven".
Da "europeista estremista", convinto che il nazionalismo sia "il carburante di tutte le guerre", "una fede integralista, un'ossessione per la nazione al di sopra di tutto, anche di Dio, una malattia che si maschera da patriottismo", il premio Oscar sottolinea che "la pagina più commovente ed entusiasmante" di questo cammino federale è stata scritta proprio in Italia, "in una piccola isola del Tirreno che si chiama Ventotene. Mentre tutto intorno c'erano rovine, morti, cadaveri, nel 1941, su questo scoglio, tre uomini, tre eroi, Spinelli, Rossi e Colorni, ebbero un lampo, un'idea, di cambiare tutto, girare pagina: l'idea dell'unità europea. Pensavano al nostro futuro, con un documento che era un sogno ma anche di una concretezza e di una profondità straordinaria".
Racconta così la storia del Manifesto di Ventotene, "una sorta di favola", scritta da uomini che "non guardavano alle prossime elezioni, ma alle prossime generazioni". Un testo che "contiene alcune idee superate, legate a quel periodo storico ma questo non toglie la sua grandezza, "perché l'idea centrale è ancora attualissima", fondata sulla "giustizia sociale che non lascia indietro nessuno".
Benigni: 'La guerra finirà per sempre, è inevitabile'
"Il sogno della pace universale è fattibile? Io vi dico sì, senza esitazione, anzi è inevitabile: la guerra finirà per sempre, non c'è alternativa, non può che finire così", sottolinea Roberto Benigni nelle battute finali del suo spettacolo, Il Sogno, su Rai1. "Dobbiamo fare un ultimo passo tutti insieme e dire agli altri: siete fratelli", conclude commosso, tra gli applausi del pubblico.
https://www.ansa.it/amp/sito/notizie...68b8013dc.html