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Originariamente Scritto da
Il Manu
L'evoluzione non è "casuale" ma ha direttrici proprie. Direttrici intelligenti, mirate. Chi le dirige? Il caso? Con questa risposta si sposta solo il problema, non gli si dà una soluzione.
Se l'evoluzione fosse casuale, gli esseri prodotti, sempre che si potesse arrivare casualmente da un essere monocellulare ad esseri più complessi per non parlare di un essere ultra-complesso come l'uomo, sarebbero un caos di forme di vita informi che appaiono e scompaio e non categorie stabili ed ordinate per le possibilità di interazione.
finiscila col discorso della casualità. non ho mai fatto cenno al fatto che l'evoluzione sia casuale.
l'evoluzione non è casuale. è diretta e ordinata dalla sopravvivenza: noi siamo così perchè in questo modo possiamo sopravvivere più facilmente.
il pesce è diventato rettile (da acqua a terraferma) perchè questo conveniva alla sua sopravvivenza... non perchè 3 cellule si sono incontrate a caso.
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[QUOTE=Grey Fox;636772]finiscila col discorso della casualit
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Il Manu
Risposte che non danno alcuna risposta, ma spostano sempre il problema e rimandano a quale sia la Causa Prima.
Pace e Bene
è questo l'unico motivo per il quale sono nate le religioni... se si conoscessero le cause prime nessuno si sarebbe posto il problema di ideare il concetto di Dio...
personalmente preferisco dire "qui non si sa il perchè" piuttosto che affermare l'esistenza di una entità che giustifichi l'essere tramite le sue mirabolanti capacità
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[QUOTE=Grey Fox;637445]
personalmente preferisco dire "qui non si sa il perch
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[QUOTE=Il Manu;637495]Questa
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Originariamente Scritto da
Grey Fox
- solo e unicamente attraverso il rigore logico non si arriva a nessuna conclusione. Ci si ferma ad un certo punto perchè mancano dei legami logici. dichiarare l'esistenza di Dio, per i dati che abbiamo, è una forzatura.
- matematicamente parlando, è impossibile dimostrare l'esistenza (come la non esistenza) di Dio. in quanto è un dogma. nè più nè meno.
un credente non dimostra l'esistenza di Dio. la prende per vera.
Non cogli lo spirito delle nostre parole.
Il rigore logico non dimostra nulla in senso assoluto (ma cosa è dimostrabile in senso assoluto?) ma, ci ripetiamo, porta a credere ragionevolmente che ci sia una Causa intelligente immanente che sovrasta tutto il Cosmo.
Il matematico, abbiamo sottolineato dotato di un poco di senso mistico, può intuire un senso del Divino tra i numeri, non dimostrare alcunchè.
E con questo, ci ripetiamo, arrivare a credere in Dio senza fare un solo atto di pura fede ma bensì coniugato alla ragione. La sintesi tra cuore e mente.
Pace e Bene
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Il Manu
Non cogli lo spirito delle nostre parole.
Il rigore logico non dimostra nulla in senso assoluto (ma cosa è dimostrabile in senso assoluto?) ma, ci ripetiamo, porta a credere ragionevolmente che ci sia una Causa intelligente immanente che sovrasta tutto il Cosmo.
Il matematico, abbiamo sottolineato dotato di un poco di senso mistico, può intuire un senso del Divino tra i numeri, non dimostrare alcunchè.
e correggo ancora:
- il rigore logico non porta a credere a niente. il rigore logico si ferma dove non ha elementi, oltre subentra il proprio credo personale, non inteso come fede ma inteso come modo di pensare. guarda me e te: di fronte alla constatazione "per ora non si può sapere cosa ha scaturito tutto fino ad oggi", tu proponi l'ipotesi di un Dio, io mi fermo alla constatazione della nostra, temporanea o meno, ignoranza :)
- la matematica non è stata fatta per intuire un senso del Divino tra i numeri. è follia pura pensarlo: la matematica è nata assieme alla fisica col solo scopo di studiare i fenomeni naturali, non la loro causa prima.
la fisica ti dice come e perchè cade un sasso, non cosa lo ha generato. la matematica supporta, con nozioni esatte e assolute, le scoperte fisiche
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Noi non vogliamo avversarti o contraddirti te ma le tue parole cercano lo scontro diretto che noi rifuggiamo. Non siamo in contraddizione con quello che tu affermi.
La matematica non può dimostrare Dio, certamente, ma un Matematico con il senso mistico della vita sì. A chi? A se stesso. Ed il procedimento logico che porta a questa conclusione soggettiva lo conforta.
E tanto basta all' individuo.
Puoi leggere "Perchè io credo in colui che ha fatto il mondo" dello scienziato Antonio Zichichi che è arrivato a tali conclusioni, con la sua scienza e la sua logica, per comprendere quello che intendiamo.
Pace e Bene.
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La dimostrazione aristotelica di dio è anche la mia preferita :) (nonchè l'unica che suoni convincente).
Tuttavia definisce un dio come la causa prima, glissando il problema della dimostrazione. Insomma, posto che debba esistere una causa prima, un motore immobile, chiamo quella cosa dio...questo non porta avanti nella conoscenza di tale causa prima, posso chiamarla "dio" o "big bang" o "causa prima", fatto sta che non ne so nulla.
Questo è diverso da ciò che la maggior parte degli uomini chiama "Dio".
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[QUOTE=Il Manu;638339]ma un Matematico con il senso mistico della vita s
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Tu dai per scontato che ul Matematico sia credente in virtù della sua fede e basta, noi affermiamo che sebbene la sua fede sia partecipe del processo, questi è confortato dalla sua scienza, dai suoi numeri. Tu neghi la possibilità di intravedere il trascendente attraverso i numeri eppure non è così. E' un'analisi superficiale e comunque anche la tua soggettiva.
Di oggettivo, e la scienza stessa lo afferma a chiare lettere, c'è che Dio non può essere dimostrato con la Scienza, ma la Scienza ammette che non può nemmeno dimostrare che non esista.
Ad ognuno il suo pensiero senza che nessuno cerchi di prevaricare quello dell'altro, senza tirare dalla propria parte la Scienza poichè essa Scienza non conforta nè l'uno nè l'altro pensiero. L'argomento da parte nostra è esaurito.
Pace e Bene.
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[QUOTE=errezerotre;638478]La dimostrazione aristotelica di dio
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Bhè, tutto è divenire no?
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Il Manu
Tu dai per scontato che ul Matematico sia credente in virtù della sua fede e basta, noi affermiamo che sebbene la sua fede sia partecipe del processo, questi è confortato dalla sua scienza, dai suoi numeri. Tu neghi la possibilità di intravedere il trascendente attraverso i numeri eppure non è così. E' un'analisi superficiale e comunque anche la tua soggettiva.
non nego la possibilità di vedere il trascendente. nego la possibilità di dimostrarlo, come si è già detto. è proprio questo il punto in cui entra in gioco il fattore personale. i numeri si fermano ad un certo punto. il fatto di vederci una cosa o meno dipende da com'è impostato il tuo pensiero: un credente vedrà il trascendente; io vedo la mancanza di dati necessari.
Citazione:
Di oggettivo, e la scienza stessa lo afferma a chiare lettere, c'è che Dio non può essere dimostrato con la Scienza, ma la Scienza ammette che non può nemmeno dimostrare che non esista.
ma questo perchè Dio come lo intendi tu esiste solo se tu ACCETTI per principio che esista. il matematico credente non rafforza questo principio attraverso i numeri, ma cerca di salvarlo attraverso i punti dove la scienza è ancora ferma.
questi "punti fermi" prima di Copernico erano moltissimi. dopo la rivoluzione scientifica molti punti forti del pensiero cattolico si sono sgretolati: "Dio esiste perchè: siamo al centro dell'universo; il sole gira attorno a noi; gli uomini hanno un fine ultimo nella vita; Dio ci ha dato la natura come mezzo per raggiungere il nostro fine; ecc. (ho molto generalizzato)
Galileo è stato imprigionato per aver divulgato queste teorie che hanno minato fortemente la credibilità dell'esistenza di Dio. Spinoza è stato il primo filosofo a dichiarare che Dio non è trascendente, nè creatore: ma è la natura (Deus sive natura).
ora i punti di appiglio della chiesa in cui Dio è trascendente, causa prima e necessario sono pochissimi, e tra questi c'è quello di cui abbiamo parlato
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[QUOTE=errezerotre;639089]Bh