solo in decomposizione; le parti facili quello nemmeno le prende in considerazione; poi, è succubo dei truccatori
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Mia moglie ha fatto una scelta individuale che riguarda la sua persona e va bene così. Ci sono rimasto perché non me lo aspettavo e a dire il vero una volta lei lo disse che desiderava tatuarsi una coccinella portafortuna... La mia colpa probabilmente è stata quella di non averla ascoltata, pensando fosse un desiderio senza intenzione di portarlo a compimento.
Stasera rientrando le ho chiesto "Come sta Dumbo?" lei mi ha sorriso ed ha risposto "Bene!"
È tutto... o forse no. L'ho pregata di ottenere la mia piena attenzione e consapevolezza, se nel caso, in futuro, provasse desiderio di farsi un piercing.
Notte.
Ma quanto scrivete ?! :v
Vabbè, tanta tenerezza per Bumble, come per il mio "fratellino": siete davvero in buona fede, ottime persone, ma il discorso è dissonante, e spero che tu arrivi a comprenderlo. Somiglia a quei discorsi del tipo "Io ho tanti amici gay".
Faccio parte della squadra "col mio corpo faccio quello che voglio e se decido di farmi un tatuaggio sono pazzi miei".
Ricordo a Cono che nei bei tempi andati le donne comandine, nervose, ridanciane, con alto tasto testosteronico, polemiche, nervose, ecc. venivano chiuse in manicomio, semplicemente perché turbavano la quiete degli ometti.
Ometti, sì.
Per dovere di cronaca e di costellazioni, tra queste c'era la mia bisnonna Margherita.
Non ti seguo Nahui, non sono una persona perfetta ma se c'è una cosa che non ho è la pretesa di esercitare un controllo sugli altri, compresa moglie e figlie.
Poi certo sono una persona dotata di sentimenti e potrei rimanere male per delle scelte adottate dai miei cari che non condivido. Riavutomi dalla sorpresa, ho visto mia moglie felice e tanto mi basta. Per il resto non sono un uomo che fa smancerie, ma sono una persona leale e integgerrima che mai farebbe del male o manipolerebbe il prossimo per ottenere vantaggi o tornaconti, anzi, non faccio nulla per compiacere, ma mi presento sempre per ciò che sono e, come le donne da te citate che destabilizzavano la quiete pubblica, spesso vado controcorrente affinché gli altri capiscano che hanno a che fare con una persona che dice quello che pensa, ma soprattutto, fa quello che dice.
il pronipote di femministe storiche a questo punto alzerebbe il sopracciglio :D e direbbe: naturalmente tua figlia l'hai chiamata Margherita, almeno come secondo nome, n'est pas ? :asd:
questo è il modello più aggiornato di ricattatore morale, travestito da progressista, che nun je pòi di' gnente e in un quarto d'ora ti compaiono insieme i tic nervosi di tutta la filmografia di Laura Morante :v
Per la serie donne aggressive :
Sono parcheggiato che aspetto apra il negozio per la calibrazione degli apparati Dragger e una con una 500L si ferma per pargheggiare d'avanti a me, vado un pò indietro per farle più spazio e questa quando scende mi lancia un occhiataccia come per dire : "Guarda che ci riuscivo lo stesso a parcheggiare senza bisogno che mi facevi spazio."
++++
State uccidendo la galanteria maschile!!!!
Ci ricaschi Axe: può una crisi del genere fra uomo e donna essere risolta col solito stantio cliché che è tutta colpa del Papa, della Chiesa.... finanche delle parole di Gesù Cristo sul matrimonio?!?!?! Via, non ci crede più nessuno. Rimane un alibi quando in mano non abbiamo più argomenti.....
Laura no! Ti chiedo uno sforzo di sincerità. Anzi, lo chiedo a tutti. È ora di parlare chiaro fra noi, amici ed amiche: la donna, oggi, è più schiava di prima. Schiava e prigioniera di stereotipi che identificano quella cazzuta, muscolosa e determinata come vincente. Guai, oggi come oggi, se non si fa valere, se non urla e non sbraita, se non tira fuori dal cassetto il polveroso slogan "io sono mia!": guai, rischia lo sberleffo. La ghettizzazione. Rischia, quantomeno, l'anonimato.
E dall'altra parte anche l'uomo, invece di confrontarsi e accettare il dialogo con una figura così profondamente cambiata, non trova di meglio da fare che "usarla" a termine. Per un breve periodo. Magari solo per una notte. Oppure lasciarla e fuggire, anche dopo anni di matrimonio o convivenza. Oppure, ahinoi, picchiarla ed ucciderla.
Questa è la situazione. A noi decidere cosa fare. Accettiamo lo status quo come sintomo di progresso e emancipazione? Ok, però smettiamo di lamentarci continuamente che "la vita è amara", che lui non ci capisce, che lei non collabora, che siamo soli, sedotti e abbandonati. Senza che Bauxite se la prenda, smettiamo di scrivere lett'ere. Che servono solamente come valvola di sfogo della non accettazione della realtà. Senza minime aperture alla luce, senza volontà di percorrere cammini alternativi. Ah si, magari si ottengono ottocentodieci like su facebook in un minuto, magari si viene lodati sui forum ("come scrivi bene!") ma la situazione non cambia. Non viene smossa e non cambia.
Tutto! Se non si lotta insieme, se non si condividono i momenti belli e quelli brutti, le gioie e le lacrime, le crisi di uno e le crisi di quell'altro....hai voglia te ad aver promesso (davanti al sindaco o davanti a Dio) eterna fedeltà: hai presente un castello di carte quando il vento apre una finestra? Farà la stessa fine.
Ma lo so Bumble, però "accettare" (e già questa parola non mi piace) un tatuaggio di moglie o figli non è un merito, qualcosa di cui scrivere per dimostrare di essere evoluti, dovrebbe essere una cosa totalmente normale. Non sei un uomo migliore perchè lo fai, sei un uomo e basta. Purtroppo bisogna essere martellanti su questi dettagli per cambiare la mentalità.
Gli uomini muoiono, le idee rimangono....
Involontariamente, hai aperto una questione che ci riguarda tutti direttamente: la solitudine. Non solo di chi è single, bada bene. Anche di chi vive in coppia ed avverte la difficoltà di capire il partner, di rapportarsi con lui/lei. Di avere un rapporto equilibrato con lui/lei.
23 pagine in una settimana non era accaduto per nessun altro argomento.
Davvero lo deve spiegare Cono? Non ci arrivi da solo? Prima le mutande ora il tatuaggio: il perdono nella coppia è qualcosa di molto più profondo, credimi. In ogni caso Bumble ha adottato il comportamento più maturo. È andato oltre....ha avuto tatto. Sensibilità.
no, figurati...
io non attribuisco colpe a nessuno;
prendo atto che nel mondo c'è una vistosissima corrente di pensiero conservatrice che tende a scaricare sullo status delle donne quelle tensioni sociali che si determinano quando le società si modernizzano e richiedono un contributo qualificato;
del resto, tu sei il primo a vivere questa crisi di adeguamento in famiglia:
cosa fa la tua figlia maggiore, che si è appena sposata ? il medico, no ? tu e Cona avete spontaneamente aderito alla cultura che le offre autonomia, invece di destinarla ad un ruolo vincolante e dipendente dal reddito del marito;
così funziona; piano piano si giunge ad equilibri nuovi, con Buona pace di Bauman e di tutto il cucuzzaro;
NO !
io ho scritto: meglio lasciar andare chi non è felice con me, anche a costo di una mia sofferenza, che però è limitata nel tempo e alle mie comodità egoistiche, invece di essere la sofferenza permanente di entrambi;
se proprio volessimo parlare di combattere e soffrire, si dovrebbe contemplare proprio questa lotta col proprio personale egoismo di trattenere chi ti lava le mutande mentre pensa che vorrebbe essere altrove;
tu dipingi un carceriere come un eroe, ma a me questa cosa fa ca'à, l'avesse pure detta il più grande filosofo della storia; io mi ci sono ritrovato, mio malgrado; non è proprio il mio, da' retta...
Era un segreto di famiglia, perchè ritenuto sconveniente: non era sposata, i figli vennero dati in adozione. Il padre era un signorotto locale, che poi sposò la vergine benestante. L'ho scoperto da adulta.
Quindi è colpa nostra se siamo uccise ? E pensi che siano uccise solo le donne "aggressive" ? Beh, non sei l'unico a pensarlo, lo pensano anche tanti agenti di polizia che non raccolgono le denunce delle donne maltrattate, o le minimizzano. Lo pensano i giornalisti che vanno a cercare l'amante per giustificare l'omicidio.
Io a questo punto rivaluterei l'essere usate per una notte: potrebbe essere vantaggioso :v
no, non ti credo perché non argomenti, come al solito;
il perdono presuppone una colpa, o un dolo; tu hai fatto questa cosa che non andava fatta, ma ti sei sbagliato, oppure, se hai voluto farla, ti sei pentito; ok, ti perdono;
ma quando c'è una divergenza su questioni che non sono di per sé censurabili - se non sulla base di un presupposto iniquo - che caxxo c'entra il perdono ?
come dire: ti perdono perché sei uscita con le amiche ! :asd:
Brava! Grazie di aver rimesso al centro il problema fondamentale del topic dopo la digressione su mutande e tatuaggi. La mia risposta è: tutti e due. Tutti e due devono ripensarsi, ri-scoprirsi, ri-leggersi......RI-AMARSI. Così non è possibile continuare. Siamo fatti per incontrarci, per vivere insieme. Soli si muore.
Se l'umanità avesse dovuto capire ed apprendere dai tuoi discorsi, l'estinzione poteva essere già avvenuta.
A parte ripetere le tiritere, i soliti concetti che girano intorno, chi siamo e cosa dobbiamo fare lo sai solo te, forse nemmeno te. Sembri sempre e solo a discutere per fare gallinaio, mai chiarezza.
Guarda, ultimamente ho conosciuto un suo vecchio amico (anche se è più vicino all'età mia che alla sua) comunista fino al midollo. Quando glielo ho detto, mi fa "Occhio, che è una persona di cui non fidarsi: è comunista, non ha mai lavorato in vita sua ed è un provolone" :asd:
Mah, io ad esempio non ho mai nascosto i miei tatuaggi, anche se so che lui li detesta. Anzi, più li critica e più mi diverto. Così come mi critica le minigonne. Mia sorella al contrario li ha sempre fatti di nascosto e senza dirgli nulla perché temeva il giudizio. Ci sono persone che hanno paura del giudizio altrui.
Combattere ha senso se c'è ancora amore. Ma se ad un certo punto uno non combatte più è perché non c'è più l'amore. Almeno da una delle due parti. Io ho sempre combattuto per la mia relazione. 17 anni, per tenerla in piedi. E dove mi ha portato? Col senno di poi, forse, avrei dovuto combattere meno e lasciare andare, ad un certo punto. Invece la prima volta che mi ha lasciato per un'altra, che ho fatto? Ho aspettato e quando è tornato l'ho perdonato, me lo sono ripreso, ho investito tempo ed emozioni per sistemare le cose. Per cosa? Perché sei anni dopo mi lasciasse di nuovo per un'altra. Combattere, come dici tu, può avere senso solo in certe situazioni.
Eh no, Cono.
La donna si è evoluta. E non è schiava, ma è finalmente libera, di essere se stessa a pieno, di fare quello che vuole, di cercare la propria realizzazione personale. Ognuna a modo suo. C'è chi si sente realizzata a fare carriera, chi si sente realizzata a mettere su famiglia, e non è che una sia migliore dell'altra, semplicemente, ognuna sceglie quella che è la sua vocazione. E dovrebbe poter farlo senza il timore di essere giudicata, o di essere additata se non rispondi all'immaginario storico che si ha dell'essere donna.
E ci si lamenta, certo che si, se poi sulla propria strada si trovano uomini che non sono all'altezza, che non sanno valorizzarti, che vorrebbero cambiarti, che non riescono a tenere il passo, che preferiscono scappare invece che cercare di capire la donna che hanno accanto. Perché scappare è immensamente più semplice.
Tu chiedi "accettiamo lo status quo?". Direi di no. E quindi, cosa suggerisci di fare? Perché il problema è proprio li: tu vorresti vedere le donne fare un passo indietro, nel proprio percorso di realizzazione, per andare incontro a questi poveri uomini che non le capiscono?