Originariamente Scritto da
axeUgene
beh, ci vuole pietà per le proprie origini; il tuo caso in Italia è quello più innocente, tipico del sud, per tanti motivi;
uno dei miei più grandi amici storici, 2/4 usticese, 1/4 palermitano, figlio di generale della finanza, ha avuto il tuo stesso percorso, con tratti anche più intensi; nonno orgogliosamente fascista e prigioniero di guerra, ecc... ha cambiato gradualmente opinione perché è diventato economista, e siccome è intellettualmente più che onesto e nel lavoro ha avuto modo di constatare la distanza tra realtà e retorica, gli sono rimasti solo alcuni tratti polemici da tifoso di calcio;
e così tanti altri miei amici, soprattutto del sud;
perché da voi il Fascismo è stato effettivamente un progresso: ha portato lo stato dove non c'era, ha assolto alla domanda di un potere centrale che è - nel bene e nel male - un tratto importante della socialità meridionale; pensa al paradosso del voto al referendum del 46: una dinastia davvero "poca", con quello ieri di inettitudine e fuga, culturalmente estranea e provinciale, con quella memoria di massacri e usurpazioni, ma votata massicciamente; pare uno psicodramma da sindrome di Stoccolma, se non si spiega col bisogno di un referente patronale così diffuso;
da Roma, o Napoli, in su, la storia è stata molto diversa; al Fascismo-regime che, oltre al bastone, dispensava qualche carotina al posto del nulla, si è sovrapposta l'impressione dei torvi e disperati di Salò che portavano via dalle case i 18enni per immolarli nel finale tragico e già scritto di quella che era divenuta obbedienza ai volti temuti da secoli dei tedeschi; pensa alla scena del ten. Innocenzi/Sordi che torna a casa, col povero papà/Eduardo, ignaro di tutto, ma immerso nella sua retorica di buon popolano, che esorta il figlio emancipato da quelle stellette a presentarsi alla leva della RSI...
non c'è quasi paese nel centro e nord Italia che non abbia la sua rappresaglia contro i civili, con italiani in camicia nera che accompagnavano l'alleato germanico nei rastrellamenti, che indicavano le famiglie di antifascisti da prendere come ostaggio trasversale; un incubo durato 20 mesi, che ha traumatizzato per decenni l'immaginario collettivo di una maggioranza di italiani e rafforzato - ce ne fosse stato bisogno - la percezione delle identità in modi plurimi e trasversali;
questa dell'"onore" è davvero una nevrosi da rimozione curiosa; un regime che ha pugnalato alle spalle un nemico già sconfitto e aggredito nazioni in prospettiva debolissime, finito col suo capo fucilato mentre tentava la fuga con pochi fedelissimi, soldi e documenti atti verosimilmente a ricattare un bel po' di gente; lo stesso duce, si era imboscato nella Grande guerra, dopo essersi lievemente ferito in un'esercitazione...
qui nessuno ha titolo per giudicare nessun altro; qualche fascista in casa l'abbiamo avuto tutti; io con qualche grado in più di separazione, perché la famiglia repubblicana e azionista qualche distanza la doveva tenere per forza; più a distanza è stato solo un caso; volendo stiracchiare, tra gli addentellati veronesi ho anche il comandante del plotone che fucilò Ciano... :asd:
purtroppo, alcuni tratti della questione riemergono ciclicamente come atteggiamento, più o meno mediato; spiace dirlo, perché ha coinvolto tanta brava gente, ma il decennale manganellamento mediatico e social su parole d'ordine semplicistiche, destinate a seppellire qualsiasi ragionamento e razionalità è stata una manifestazione collettiva di autentico fascismo, attualissimo, con tutto l'epilogo disastroso del più classico degli incaprettamenti politici; guarda il caso di oggi dell'ILVA:
il M5S ha adottato all'origine un approccio tanto utopistico e massimalista, quanto surreale, della dismissione; ha preso tanti voti e ottenuto quel potere che lo rende egemone al governo; ma, nel calo di consensi, è rimasto prigioniero di quell'impostazione, nel rifiuto originario di predisporre altro, una normativa coerente, applicabile; i bastonati pidioti hanno perso i pezzi, come Calenda e Renzi, più o meno capaci di elaborare qualcosa, e hanno lasciato che le cose andassero alla deriva, col disastro che vediamo; idem per Alitalia...
diverso è il caso di Salvini, che sdogana un sentimento più mediato e psicologico, meno selvatico; a proposito degli insulti social o da curva, appiattisce tutto, assolve, dicendo che gli insulti sono tutti brutti alla stessa maniera; col che, se si beccano e scontrano due tifoserie di ultrà è sostanzialmente una goliardata analoga a quella della mamma brianzola che grida "negro di merda" al ragazzino 11enne avversario del figlio alla partitella di calcio; il capo ultrà veronese è normalizzato, e nella psiche delle persone si fa strada l'idea che imporsi di non dare del mongoloide di merda al ragazzino down è solo un'ipocrisia buonista del cazzo, come tributare un plauso alla Segre - voto di merito a parte - o riconoscere l'italianità di Balotelli; tutto modulato con la tipica ambiguità assolutoria di tutto, che appiattisce tutto, in modo cinico e mediato, perché di suo Salvini non proviene affatto da un humus civico fascistoide; ha meno attenuanti;
ma con un fine - diverso dall'utopismo aggressivo dei pentastellati originari - che è quello di predisporre le identità alla rimozione di qualsiasi sentimento di solidarietà, cominciando dai naufraghi, per finire chissà dove; non lo sa nemmeno lui, che cavalca quell'onda;
neo-psico-fascista è la Meloni, che pure si accoda ad una narrazione falsa, a sfruculiare un'estetica neo-reazionaria del Dio-Patria-Famiglia, con la quale strizza l'occhiolino ad un'italianità pulcinellesca, che usa il sacro in modo blasfemo, come identità, che invoca una Patria che è un bluff verbale in un Europa senza confini da 30 anni, dove gli standard cambiano localmente ogni 50 km; in cui la Famiglia è il pretesto - analogo a quello dello sdoganamento salviniano - per dare ai "normali" come lei - donna emancipata, che può finalmente essere leader, essere madre concubina - un manipolo di vittime residuali, le famiglie "diverse", divenute capro espiatorio moralista, una volta salvate le sue chiappe "normali" e neutralizzato il vescovo che l'avrebbe scomunicata;
non si sa di quale inferno umano e personale avere più pietà, perché la speculazione sugli ultimi e residuali è davvero il segno di un'afflizione; qui ha proprio ragione la Segre: mille volte meglio essere vittima che come quelli;
o meglio, avrebbe; io sono stato educato al fucile :D
in Veneto e Friuli ricordano la "guerra privata" di Borghese più che altro per i rastrellamenti e le impiccagioni di partigiani;
appropriazione indebita; quello è l'inno di guerra dei bersaglieri, che a suo tempo imparai a memoria, assieme a tutto il repertorio storico; l'All'armi è metricamente un casino da cantare: sbagliano tutti :asd:
chiudo con la buonanima del sen. Foà, rivolta al collega Pisanò, senatore missino ed ex-combattente di Salo:
la differenza tra noi e voi è che quando comandavate voi, io ero in galera - con la simpatica opzione garantita di passare per il camino, in quanto ebreo - mentre con la nostra vittoria tu siedi in Senato;
serve altro ?