Il prologo di Giovanni non è stato scritto specificamente per gli atei, resto del carlino; ma offre una prospettiva teologica che può essere letta anche da chi non crede, focalizzandosi sul Verbo - il Logos - preesistente e la sua incarnazione in Gesù. Si sottolinea come la luce del Verbo sia più forte delle tenebre, rappresentando la pienezza di vita e la realizzazione del desiderio di autenticità che si trova in ogni persona, atea o meno; può quindi stimolare una riflessione personale sulla natura della realtà, sulla luce e sulle tenebre, e sulla potenzialità di un incontro con il divino anche in un contesto non religioso.
«Certe parole della Bibbia sono indistruttibili. Esse vanno da parte a parte. Si pongono come brividi sotto pelle, che passano lungo la schiena, come nell’amore».
Bertolt Brecht
"Pregare il Non So Chi. Spero: Gesù Cristo".
Eugene Ionesco
" È molto scomodo che Dio non esista: senza valori la libertà è annichilente "
Jean Paul Sartre
«Nessuna cosa avviene per caso ma tutto secondo logos e necessità.»
Eraclito
In sintesi, mentre il prologo è un testo profondamente teologico e cristiano, può essere letto da una persona atea come un testo che esplora temi universali come l'origine, la luce, la verità e il desiderio umano di pienezza, invitando a una riflessione sul significato più profondo dell'esistenza.
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