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Citazione:
Originariamente Scritto da
axeUgene
escludere le donne - peraltro, motivatissime e piuttosto brave negli studi - dal lavoro qualificato e di carriera per destinarle al carisma dell'accudimento famigliare, è davvero - su base scientifica - una sicura perdita di benessere e capacità media per tutta la società;
puntualmente, più elevata è l'occupazione femminile qualificata, maggiore è il benessere, non solo economico, ma anche in termini di maggiore libertà e apertura sociale, diritti delle categorie svantaggiate, mobilità sociale, ecc...
Sono d'accordo, per me il bene comune dovrebbe essere di dare la possibilità per ognuno di fare il lavoro per cui è più portato, anche quello casalingo se fosse, e di svolgere il ruolo che sente più adatto senza sentir giudicata male la propria coscienza e le proprie scelte se si affida l'anziano alle cure di chi è più adatto.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
conogelato
Beh, allora accettiamo di rimanere su 2 poli opposti, amica mia. Se non l'avessi provato io stesso, che Dio provvede, che me ne verrebbe di dirti una bugia? Io ti stimo. Sei una delle Persone più corrette qua dentro.
"Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena."
MATTEO 6
In Famiglia siamo in 7. E fino a 2 anni fa lavoravo solo io. Siamo forse alieni? Extraterrestri? Persone non normali? Gente superiore? No! Siamo stati semplicemente spettatori di un'opera di Dio. L'abbiamo visto e lo vediamo ogni giorno operare concretamente nella nostra Vita.
Salvo che anche chi dice di non affannarsi, poi si affanna, ha da campà e i vaini servono visto che di aria non campa nessuno. Essere convinti di mirabili opere divine è una credenza ed interpretazione, bella e mirabolante quanto si vorrebbe, ma vale per chi ci crede. Più terra terra, possibilità date dallo Stato, dalla famiglia, da chi decide in generale di aiutare. Ma il prossimo non dovrebbe essere considerato una mucca da mungere, con l'idea che i soldi altrui puzzino meno di quelli guadagnati e posseduti (onestamente s'intende).
Citazione:
Oggi la legge dà alla Coppia facoltà di scegliere: I congedi parentali riguardano sempre più anche i mariti (conviventi, compagni ecc.)
Qua ha ragione Pazza, se dopo averne parlato per mesi, ancora non si è capito cosa vuol dire la parola Carismi, è inutile ricominciare. Non c'è una parte migliore e una peggiore, nell'ambito familiare. Una nobile e una plebea, voglio dire. Tutto concorre al Bene Comune, al Bene dei Figli, soprattutto. Che si diriga un'azienda o si rammendi un calzino. La differenza la fa l'Amore. L'Amore che mettiamo nel fare le cose.
E meno male che c'è quest'apertura, che anche gli uomini hanno congedi per famiglia e figli. Però tu incensavi la famiglia di una volta e una volta c'erano le donne a casa. Se i carismi sono i soliti carismi di sempre, mi dispiace, puoi cantarla come vuoi su quanto è bello rammendare il calzino con amore, ma se il calzino con amore non lo rammendi e poi perché ti tocca e basta, ti puoi risparmiare la fatica della retorica sull'amore e la realizzazione personale nel rammendare.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
LadyHawke
Cono, a questo proposito ha risposto Vega anche per me.Alla fine la maggior parte del lavoro e impegno riguardo alla casa, figli e anziani ricade sulla donna come tu stesso hai lasciato trasparire ed intendere dal precedente commento, perchè è così che siamo stati educati a determinati ruoli da generazioni :D
Ripeto: Se lo si fa con Amore, niente è sforzo. Te parli di educazione, io di attitudini, propensioni, vocazioni. Che sono naturalmente diverse. L'Armonia di una Coppia e di una Famiglia sta nel saper miscelare le due diverse sensibilità. Se fa tutto l'Uomo, non va bene. Se fa tutto la Donna, nemmeno. Anche due caratteri identici rendono difficoltosa l'Armonia. Fra i partners, l'uno compensa le mancanze dell'Altro. L'uno completa la crescita dell'Altro. :)
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Vega
Salvo che anche chi dice di non affannarsi, poi si affanna, ha da campà e i vaini servono visto che di aria non campa nessuno. Essere convinti di mirabili opere divine è una credenza ed interpretazione, bella e mirabolante quanto si vorrebbe, ma vale per chi ci crede. Più terra terra, possibilità date dallo Stato, dalla famiglia, da chi decide in generale di aiutare. Ma il prossimo non dovrebbe essere considerato una mucca da mungere, con l'idea che i soldi altrui puzzino meno di quelli guadagnati e posseduti (onestamente s'intende).
E meno male che c'è quest'apertura, che anche gli uomini hanno congedi per famiglia e figli. Però tu incensavi la famiglia di una volta e una volta c'erano le donne a casa. Se i carismi sono i soliti carismi di sempre, mi dispiace, puoi cantarla come vuoi su quanto è bello rammendare il calzino con amore, ma se il calzino con amore non lo rammendi e poi perché ti tocca e basta, ti puoi risparmiare la fatica della retorica sull'amore e la realizzazione personale nel rammendare.
Non stiamo facendo un discorso sindacale: Per quello c'è la sezione lavoro. Il Comandamento ci chiede di onorare i nostri Genitori, di prendercene cura, di accudirli come loro hanno accudito noi da piccoli.
Non ce lo chiede la CGIL. Ce lo chiede il Signore. Ma noi, come sempre, riduciamo sempre tutto al denaro, ai soldi, ai quattrini, a maschio-femmina...:no:
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Ma guarda che sei tu che per primo riduci il discorso al maschio-femmina, alle vocazioni e carismi, alle famiglie di un tempo. Non ti stupire poi se poi ne parliamo e se cerchiamo di andare oltre agli stereotipi ed ingiustizie di genere.
Lo stesso per il discorso quattrini. Hai bisogno sempre di vedere il male, l'egoismo, l'attaccamento ai soldi ed ai beni mentre quello che ti viene fatto presente è un problema normale, comune anche a te e famiglia, di campare pensando alla casa, affitto o mutuo che sia, bollette, mangiare, vestiti, salute, figli se ci sono, auto, insomma tutte quelle cosette di base senza le quali anche tu staresti sotto un ponte. Poi se ce n'è per la vacanza, il cinema, la pizza ed il ristorante con gli amici e famiglia, qualche svago ed interesse da coltivare meglio, che il benessere delle persone e delle famiglie passa anche da questo.
Se si parla di assistenza ai parenti malati o non autosufficienti, non puoi pretendere che da un giorno ad un altro uno dei coniugi debba lasciare il lavoro e non avere un domani la prospettiva di una pensione. Che l'affitto o il mutuo non te lo paga direttamente l'amico invisibile e nemmeno campa i figli se ancora non sono indipendenti. E ti ricordo ancora che spesso il dover mettere un anziano in casa di cura, se restiamo sempre sul discorso soldi, diventa un sacrificio economico.
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"Cercate prima il Regno di Dio. E tutte queste cose vi saranno date in aggiunta...."
Se cerchi prima la tua sicurezza, difficilmente ti accorgerai dell'Amore e della Provvidenza di Dio.
Ciao, a martedì!
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Seeeeeeeeee, bona ugooooooo! Dai Cono che la tiritera tappabuco non serve a nulla e che se non lavori e ti mancano i soldi per la casa, per la spesa e le bollette hai voglia a cantarla con l'amore di dio di cui uno si deve accorgere. Ma falla meno lunga, dai!
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Lui dice una cosa ("Non preoccupatevi di cosa mangerete...di cosa indosserete" eccetera)
Noi testimoniamo che è vera:
Tutto quì.
Che me ne verrebbe di dire una bugìa?
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Che se oggi non avessi trovato un lavoro, le belle parole di circostanza sarebbero parole di circostanza. Perché raccontare bugie? Non ci sarebbe nulla di male a dire che serve un lavoro, i soldi, la casa, da mangiare. Sarebbe la normalità, così come il disagio, l'ansia o la disperazione della situazione.
Quello che fai è solo il tentativo di edulcorare la pillola e continuare a fare il predicatore per vendere dio, ma di fatto sarebbe sicuramente o quasi una bugia tutta questa mancanza di importanza per il non aver da mangiare e tutto il resto. Se a te è andata bene per alcuni motivi, ad altri no. Attenzione a vedere e vendere sempre le farfalline colorate.
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O esiste il caso o esiste Dio, Laurina: Un si scappa.
O crediamo alla fortuna o crediamo in Dio. E se Dio c'è, aiuta. Sovviene. Ci accompagna. Ogni giorno! :)
"Se il Signore non costruisce la casa,
invano vi faticano i costruttori.
Se il Signore non custodisce la città,
invano veglia il custode.
Invano vi alzate di buon mattino,
tardi andate a riposare
e mangiate pane di sudore:
il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno.
Ecco, dono del Signore sono i figli,
è sua grazia il frutto del grembo.
Come frecce in mano a un eroe
sono i figli della giovinezza.
Beato l'uomo che ne ha piena la faretra:
non resterà confuso quando verrà a trattare
alla porta con i propri nemici."
SALMO 126
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Cono guarda che non te la puoi cavare sempre così e con la retorica. Per te potrà essere così, che non t'importa se avrai due cenci o no da metterti addosso o se non saprai se riesci a mettere insieme il pranzo con la cena, ma ho dubbi che sia realmente così dato che hai anche persone che dipendono da te e dal tuo stipendio. Fosse comunque come dici, quello che vale per te può non valere per gli altri e sai bene anche tu che d'aria non campa nessuno e che non a tutti si sistemano i problemi. C'è anche chi ci perde la salute o si toglie da questo mondo. Cantarla con le frasine consolerà te e qualcun altro ma è abbastanza superficiale, soprattutto se non è solo un tentativo positivo per dare una parola di speranza ma se tra le righe ci fosse il solito bacchettare contro i beni, il non riporre fede in dio o il tentativo di portare le persone a percorrere il proprio binario, ma dagli esisti incerti e rischiosi.
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La gente sta male proprio per questo, Laurina. Ha perso l'orizzonte dell'Eternità. L'unica prospettiva rimane il semplice cavarsela. "C'è solo questa Vita, bisogna sfruttarla fino in fondo, perchè dopo moriremo"
Gesù Cristo è venuto a dirci l'esatto contrario.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
conogelato
La gente sta male proprio per questo, Laurina. Ha perso l'orizzonte dell'Eternità. L'unica prospettiva rimane il semplice cavarsela. "C'è solo questa Vita, bisogna sfruttarla fino in fondo, perchè dopo moriremo"
Gesù Cristo è venuto a dirci l'esatto contrario.
:v
Per cortesia, smettila di buttarla sulle sciocchezze, le frasine fatte e le fissazioni. Il problema è più stringente e concreto, che è quello di vivere dignitosamente e far vivere dignitosamente la famiglia, altro che eternità o fissazioni sull'edonismo e l'unica vita.
Che tanto dietro le smancerie ed i versetti avresti pure tu normali preoccupazioni se non sapessi cosa mangiare e dar da mangiare alla famiglia.
Hai sempre il brutto vizio di girare la frittata, distorcere i concetti nelle risposte che ti diamo, facendo finta che l'altro o il mondo sia sempre cattivo, superficiale, egoista, edonista e bla bla bla.
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Cosa ci ha insegnato il Coronavirus? Che non siamo isole, che il Bene Comune va messo davanti a quello individuale. Che pensiamo di essere chissacchè, ma la Vita appartiene a Dio.
Il bene degli altri invece dell'autodeterminazione: la crisi cambia la bioetica?
L'emergenza coronavirus ha fatto prendere coscienza che ai diritti individuali va anteposto l'interesse della comunità e in particolare dei più fragili. Un cambio radicale delle priorità etiche.
Con il coronavirus è diventato improvvisamente centrale il bene comune. Non si era mai smesso di parlarne, ma nel mondo ante Covid a regnare incontrastata era l’ autodeterminazione individuale, il primo di tutti i “nuovi diritti”, quelli che qualcuno aveva definito “insaziabili”: diritto al figlio, diritto a non averne o ad averne sani, diritto a morire, diritto a scegliere il genere di appartenenza, diritto alla privacy, e l’elenco potrebbe continuare quasi in modo virale (per restare in argomento). E’ lunga la lista dei diritti esigibili generati dalla rivendicazione della personale, totale autonomia, intesa come possibilità di decidere completamente di sé a prescindere da ogni relazione. Ma con il contagio si è immediatamente imposto in tutta la sua gravità il problema della tutela della salute pubblica, cioè dell’intera società, mediante la sorveglianza sanitaria delle comunità territoriali: la bioetica ci aveva abituati a pensare in termini di diritti individuali del singolo paziente e del suo rapporto con il medico, mentre l’etica della salute pubblica ci pone davanti un “paziente collettivo” i cui interessi possono collidere con quelli del singolo cittadino che pure quella comunità abita. Del bene comune è tornata prepotentemente un elemento centrale la famiglia, che mai come al tempo del lockdown è apparsa l’ultimo approdo sicuro, «un rifugio in un mondo senza cuore», per dirla con Cristopher Lasch, e questa sua rinnovata centralità ha fatto risaltare la sorte dolorosa e crudele di tanti anziani istituzionalizzati, che in famiglia non vivevano più, sui quali il nuovo virus si è accanito.
L’Italia ha respinto tentazioni di sapore eugenetico, che hanno trovato invece maggior consenso in altri Paesi col negare a priori l’accesso alle terapie intensive al di sopra di certe soglie di età; al tempo stesso sembriamo diventati indifferenti alle decine di morti che ogni giorno continuano in questa coda pandemica. E viene da chiedersi: come sarebbe stata questa nuova normalità se a morire non fossero stati soprattutto anziani con una salute già compromessa, ma giovani in salute, come accaduto in pandemie del passato?
https://www.avvenire.it/famiglia-e-v...ia-la-bioetica
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:v
Mi spieghi cosa c'entra adesso il virus con i problemi di due post fa, di una famiglia, che riguardano il lavoro, la casa, le spese?
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Citazione:
Originariamente Scritto da
conogelato
Lui dice una cosa ("Non preoccupatevi di cosa mangerete...di cosa indosserete" eccetera)
Noi testimoniamo che è vera:
Tutto quì.
Che me ne verrebbe di dire una bugìa?
Qualche volta invece di scrivere "Lui dice" potresti dire "Lui dicono che abbia detto". E' anche più giusto dal punto di vista della correttezza grammaticale, oltre che della logica.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Vega
:v
Mi spieghi cosa c'entra adesso il virus con i problemi di due post fa, di una famiglia, che riguardano il lavoro, la casa, le spese?
Ancora non lo capisci?
Siamo tutti legati! Nessuno si salva da solo. Soldi, casa, lavoro, assicurazioni.....il Coronavirus non ha guardato in faccia nessuno. E' necessario, è prioritario ritornare ad uno sguardo collettivo, sulla Società. L'individualismo sfrenato la sta conducendo alla rovina. Se te sbatti un anziano in casa di riposo, ti sembra di risolvere un problema tuo personale, ma ne crei uno più grosso alla Società. Idem se abortisci, se affitti un utero, se compri lo sperma, se stacchi una spina, se adeschi Bambini sulla rete eccetera. L'hai letto l'articolo? O si torna all'Etica o ci distruggeremo con le nostre mani, Laura.
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Vabbè, ora non sai che dire sulla famiglia, che non può campare d'aria, e torni alla carica con le pippe sul virus, le case di cura, gli uteri in affitto. Poeri noi!
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E' tutto legato! E' T U T T O L E G A T O!!!!!
"Pensate prima al Regno di Dio e tutto il resto vi sarà dato"
Nessuno chiede una Società confessionale. Solo (e la richiesta viene ormai da ogni parte e da ogni posizione culturale) è importante rimettere Dio come soggetto. Considerare ANCHE LUI nelle scelte, nelle possibili opzioni di Vita...
"Da settimane sembra che sia scesa la sera. Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi. Ci siamo ritrovati impauriti e smarriti. Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca… ci siamo tutti. La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità. Ci dimostra come abbiamo lasciato addormentato e abbandonato ciò che alimenta, sostiene e dà forza alla nostra vita e alla nostra comunità. La tempesta pone allo scoperto tutti i propositi di ‘imballare’ e dimenticare ciò che ha nutrito l’anima dei nostri popoli; tutti quei tentativi di anestetizzare con abitudini apparentemente ‘salvatrici’, incapaci di fare appello alle nostre radici e di evocare la memoria dei nostri anziani, privandoci così dell’immunità necessaria per far fronte all’avversità. Con la tempesta, è caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri ‘ego’ sempre preoccupati della propria immagine; ed è rimasta scoperta, ancora una volta, quella (benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli. Avidi di guadagno, ci siamo lasciati assorbire dalle cose e frastornare dalla fretta. Non ci siamo fermati davanti ai tuoi richiami, non ci siamo ridestati di fronte a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri, e del nostro pianeta gravemente malato. Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato. Ora, mentre stiamo in mare agitato, ti imploriamo: “Svegliati Signore!”. 'Perché avete paura? Non avete ancora fede?'. Signore, ci rivolgi un appello, un appello alla fede. Che non è tanto credere che Tu esista, ma venire a Te e fidarsi di Te. In questa Quaresima risuona il tuo appello urgente: “Convertitevi”, «ritornate a me con tutto il cuore» (Gl 2,12). Ci chiami a cogliere questo tempo di prova come un tempo di scelta. Non è il tempo del tuo giudizio, ma del nostro giudizio: il tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è. È il tempo di reimpostare la rotta della vita verso di Te, Signore, e verso gli altri. E possiamo guardare a tanti compagni di viaggio esemplari, che, nella paura, hanno reagito donando la propria vita. È la forza operante dello Spirito riversata e plasmata in coraggiose e generose dedizioni. In questo mondo provato dalla pandemia, la strada da seguire è quella della corresponsabilità perché "nessuno si salva da solo". Non siamo autosufficienti, da soli affondiamo: abbiamo bisogno del Signore come gli antichi naviganti delle stelle. Invitiamo Gesù nelle barche delle nostre vite. Consegniamogli le nostre paure, perché Lui le vinca. Come i discepoli sperimenteremo che, con Lui a bordo, non si fa naufragio. Perché questa è la forza di Dio: volgere al bene tutto quello che ci capita, anche le cose brutte. Egli porta il sereno nelle nostre tempeste, perché con Dio la vita non muore mai. Il Signore ci interpella e, in mezzo alla nostra tempesta, ci invita a risvegliare e attivare la solidarietà e la speranza capaci di dare solidità, sostegno e significato a queste ore in cui tutto sembra naufragare."
https://www.vaticannews.va/it/papa/n...ndulgenza.html
Dimmi un altro leader mondiale, Laurina. Fammi un altro nome capace di dire Parole come queste.
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Sei già tutelato nelle scelte anche in base all'orientamento religioso. Non c'è nessun bisogno di rimettere al centro esseri invisibili di dubbia esistenza e non ti lasciar abbindolare dagli articoletti ruffiani e patetici del filosofo o sociologo chiamato alla ribalta.
Cosa c'entrino il mutuo e le bollettte da pagare, l'anziano in casa di cura con l'utero in affitto o il donatore di sperma non lo so. E' facile fare retorica, strombazzare che è tutto legato. Ma mancano le argomentazioni serie Cono. Dacci un taglio che fai prima e più bella figura.
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Ahhhh ho capito. Dunque le argomentazioni serie sono le tue (Dio è l'essere invisibile e dunque non conta) mentre quelle del Papa, di un Bauman, di un Mann, di un Galimberti, di un Recalcati eccetera sono solo articoletti ruffiani. Bene. Direi che con questo mi hai allietato la notte in portineria. :rotfl:
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Cono saltare di palo in frasca, fare retorica non è argomentare seriamente e nemmeno portare nulla di costruttivo se non le solite chiacchiere apocalittiche, che le dica tu, il papa o il filosofo, soprattutto ora con tutte le menate sul virus.
In cosa è collegato il mutuo da pagare della famiglia X con il donatore di sperma?
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Con la mancanza di Fede. Col negare che Dio esista. Che Dio provveda.
Se non crediamo in questo, è chiaro che una rata di mutuo ci appaia come un incubo. Che un figlio si vuole a tutti i costi. Anche affittando l'utero o lo sperma di estranei.
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:rotfl:
Ora ti giochi la carta della fede pur di dire qualcosa. Cono dai, ti manca qualunque appiglio serio e logico.
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Mai stato più serio: La faccenda gira tutta su questa dicotomia, Laura. Se Dio esiste, è anche Padre. E il Padre provvede ai Suoi Figli.
Se Dio non esiste, posso compiere tranquillamente le cose più nefaste. Lo dice a chiare lettere il Profeta Isaia...
Guai a quanti vogliono sottrarsi alla vista del Signore
per dissimulare i loro piani,
a coloro che agiscono nelle tenebre, dicendo:
«Chi ci vede? Chi ci conosce?».
ISAIA 29
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Se Dio non esiste, posso compiere tranquillamente le cose più nefaste
http://www.libertaepersona.org/wordp...permesso-2285/
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Originariamente Scritto da
conogelato
Mai stato più serio: La faccenda gira tutta su questa dicotomia, Laura. Se Dio esiste, è anche Padre. E il Padre provvede ai Suoi Figli.
Se Dio non esiste, posso compiere tranquillamente le cose più nefaste. Lo dice a chiare lettere il Profeta Isaia...
Guai a quanti vogliono sottrarsi alla vista del Signore
per dissimulare i loro piani,
a coloro che agiscono nelle tenebre, dicendo:
«Chi ci vede? Chi ci conosce?».
ISAIA 29
Cono dai, ti mancano gli argomenti, inutile ripetere le tiritere di circostanza, i versetti.
Non ti dimenticare le nefandezze compiute in nome della religione e da chi crede. La racconti troppo facile, cadi nel solito schematismo e pregiudizio che chi non crede non abbia valori, etica. Vediamo di finirla. Grazie.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Turbociclo
Se Dio non esiste, posso compiere tranquillamente le cose più nefaste
che poi, è esattamente il contrario, e Lacan spiega perfettamente la necessità di una morale, religiosa o meno;
se Dio - un limite morale - non esiste, io non posso fare nulla, e non già le cose più nefaste; questo sarebbe il pensiero del suddito, che concepisce solo l'autorità come fonte di morale;
il punto è che senza limiti non si può desiderare nulla; subentra l'angoscia perché potenzialmente tutto è desiderabile, perciò nulla finisce davvero per essere specificato come oggetto di desiderio, come un bambino che abbia a disposizione un numero infinito di giocattoli tra i quali scegliere;
nel mondo paolino-agostiniano-luterano, Dio non interviene più con gli eventi, non si può invocare; ha già iscritto una Legge e chi la segue ne è parte, non suddito che obbedisce;
la persona è credente non perché dice di esserlo, ma perché, nell'affermare una legge che si atteggia ad imperativo categorico, non di convenienza eventuale propria, in quel modo afferma un valore assoluto, anche senza alcuna remunerazione che non sia la virtù stessa.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
axeUgene
che poi, è esattamente il contrario, e Lacan spiega perfettamente la necessità di una morale, religiosa o meno;
se Dio - un limite morale - non esiste, io non posso fare nulla, e non già le cose più nefaste; questo sarebbe il pensiero del suddito, che concepisce solo l'autorità come fonte di morale;
il punto è che senza limiti non si può desiderare nulla; subentra l'angoscia perché potenzialmente tutto è desiderabile, perciò nulla finisce davvero per essere specificato come oggetto di desiderio, come un bambino che abbia a disposizione un numero infinito di giocattoli tra i quali scegliere;
nel mondo paolino-agostiniano-luterano, Dio non interviene più con gli eventi, non si può invocare; ha già iscritto una Legge e chi la segue ne è parte, non suddito che obbedisce;
la persona è credente non perché dice di esserlo, ma perché, nell'affermare una legge che si atteggia ad imperativo categorico, non di convenienza eventuale propria, in quel modo afferma un valore assoluto, anche senza alcuna remunerazione che non sia la virtù stessa.
A parte Lacan la frase, o meglio, il concetto ( "Se Dio non esiste allora tutto è permesso") è di Ivan Karamazov, ne "I fratelli Karamazov" di Dostoevskij. Ma lui intende la distruzione dell'idea di Dio come una specie di epifania dell'uomo, libero finalmente dalla costruzione di un ente superiore a lui, in vista dell'instaurazione di un mondo nuovo basato su un amore puramente umano:
"Una volta che l’umanità intera abbia rinnegato Dio (e io credo che tale epoca, a somiglianza delle epoche geologiche, verrà un giorno), tutta la vecchia concezione cadrà da sé, senza bisogno di antropofagia, e soprattutto cadrà la vecchia morale, e tutto si rinnoverà. Gli uomini si uniranno per prendere alla vita tutto ciò che essa può dare, ma unicamente per la gioia e la felicità di questo mondo. L’uomo si esalterà in un orgoglio divino, titanico, e apparirà l’uomo-dio. Trionfando senza posa e senza limiti della natura, mercé la sua volontà e la sua scienza, l’uomo per ciò solo proverà ad ogni istante un godimento cosí alto da tenere per lui il posto di tutte le vecchie speranze di gioie celesti. Ognuno saprà di essere per intero mortale, senza resurrezione possibile, e accoglierà la morte con tranquilla fierezza, come un dio. Per fierezza comprenderà di non dover mormorare perché la vita è solo un attimo, e amerà il fratello suo senza ricompensa. L’amore non riempirà che un attimo di vita, ma la stessa consapevolezza di questa sua fugacità ne rinforzerà altrettanto l’ardore quanto prima esso si disperdeva nelle speranze di un amore d’oltre tomba e infinito".
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Turbociclo
A parte Lacan la frase, o meglio, il concetto ( "Se Dio non esiste allora tutto è permesso") è di Ivan Karamazov, ne "I fratelli Karamazov" di Dostoevskij.
eh, lo so: Lacan parte proprio da quella citazione;
Citazione:
Ma lui intende la distruzione dell'idea di Dio come una specie di epifania dell'uomo, libero finalmente dalla costruzione di un ente superiore a lui, in vista dell'instaurazione di un mondo nuovo basato su un amore puramente umano:
[I]"Una volta che l’umanità intera abbia rinnegato Dio (e io credo che tale epoca, a somiglianza delle epoche geologiche, verrà un giorno), tutta la vecchia concezione cadrà da sé, senza bisogno di antropofagia, e soprattutto cadrà la vecchia morale, e tutto si rinnoverà. Gli uomini si uniranno per prendere alla vita tutto ciò che essa può dare, ma unicamente per la gioia e la felicità di questo mondo. L’uomo si esalterà in un orgoglio divino, titanico, e apparirà l’uomo-dio. Trionfando senza posa e senza limiti della natura, mercé la sua volontà e la sua scienza, l’uomo per ciò solo proverà ad ogni istante un godimento cosí alto da tenere per lui il posto di tutte le vecchie speranze di gioie celesti. Ognuno saprà di essere per intero mortale, senza resurrezione possibile, e accoglierà la morte con tranquilla fierezza, come un dio.
appunto: questo è il fantasma che il credente-suddito fa incarnare nell'abbattimento e sostituzione di Dio, ecc...
non è un discorso semplicissimo, ma tu dovresti avere le coordinate per orientartici;
il credente-suddito è sostanzialmente un pagano, di estrazione rurale; pagano perché istintivamente si rivolge ad un dio remuneratore, amministrato da preti/stregoni autocrati; obbedisci, verrai ricompensato; disobbedisci, sarai punito… quindi obbedirai per opportunismo;
per te "Dio" è potere, spesso satrapico, capriccioso e crudele;
quindi, l'immaginario del senza-dio è quello del suddito che pensa di esercitare quel potere, libero da qualsiasi morale;
quello che è avvenuto nella realtà, è che il credente-cittadino, delle società libere, di norma un protestante, al contrario è sopraffatto, non dal desiderio di satrapismo o capriccio, ma dal senso di responsabilità;
Lacan spiega che questa non è solo una circostanza "morale", ma una necessità del desiderio stesso; la libertà desiderante ha bisogno di vincoli, altrimenti non può avere oggetti del desiderio, specificarli, poiché infinita;
infatti, l'uomo "riformato" - include tutti, atei, agnostici, ebrei o altro, spesso anche cattolici che vivono in ambienti riformati, la cultura nordeuropea e nordamericana in generale - il cui dio non interviene, non remunera, non ha preti, va in analisi;
negli ambienti culturali cattolici, mediterranei, o comunque rurali, come quello dello scrittore, ma pure islamici, tipicamente il credente immagina che l'ateo sia immorale o amorale, perché manca di autorità, e probabilmente lo sarà anche il riformato, disobbediente per suo comodo;
e questa è la mentalità di chi rispetta la legge solo se ha una guardia addosso col fucile puntato, perché quella legge è eteronoma, gli è estranea, imposta.