Originariamente Scritto da
axeUgene
ancora ???
il punto non è quello che tu sei disposto a rischiare personalmente, ma il rischio che imporresti agli altri, di essere contagiati dal tuo farti veicolo del virus; la fattispecie è la stessa del semaforo o dei limiti di velocità, del fumo nei locali; a te può non importare una ceppa di schiantarti in auto, ma quello che passa col verde ha il diritto di non vedersi arrivare uno addosso;
vai al mercato, contagi la badante o la moglie del tuo vicino e quello muore;
ma dove ??? il virus è in crescita ovunque, al punto che ieri persino gli olandesi - i paladini della teoria di tenere aperto il più possibile - hanno deciso che è necessaria una stretta energica;
secondo me, stai proiettando sulla realtà un tuo umore, come tanti coetanei; è comprensibile, perché ad una certa età si reagisce in questo modo all'inevitabile confronto con l'angoscia, e questa storia offre un quadro teatralizzato del tutto;
conosco diverse persone che stanno reagendo in questo modo, irrazionale; spesso si tratta di persone colte, o abituate a pensarsi tali, che per questo motivo non si pongono freni autocritici di metodo nel valutare le circostanze, proprio come quegli automobilisti molto sicuri della propria guida che corrono oltre i limiti; sono convinti della loro capacità di controllare la loro auto, ma non si pongono il problema dell'interazione col resto, di come reagiscono gli altri al sorpasso azzardato, all'auto attaccata a mezzo metro a 150 kmh, alla serpentina in autostrada;
limiti e divieti esistono per questo; puoi pure sentirti Hamilton, ma se quello davanti si spaventa per una tua infrazione la frittata coinvolge anche gli altri, e la colpa è tua.