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ci siamo tutti lì, perché da quella roba veniamo;
io, a 18 anni non è che fossi tanto meno omofobo degli intervistati, almeno a livello istintivo :asd: ho cambiato idea col tempo, ma non dimentico, e questo mi aiuta a non giudicare chi manchi di certi strumenti concettuali, non abbia nessuno che ha posto le domande in modo corretto;
eh... una grande capacità di sintesi concettuale, e più "onesto" di Pasolini, che in qualche modo forza la sua concezione; poi c'è Musatti, un po' in ombra, che però è un personaggione straordinario, se trovi i suoi libri autobiografici; poi le donne: il trio Fallaci, Cederna e Adele Cambria, meno nota, calabrese geniale e bellissima :love:Citazione:
Interessante e illuminante
Un grande Moravia
Claudia Mori e Antonella Lualdi, i calciatori del Bologna campione :D
e poi tutti quei volti di popolo, colti in un momento di transizione; la casalinga palermitana con la 5a elementare che appare già molto avanti rispetto a borghesucci del nord più giovani;
soprattutto le ragazze, che in prima battuta rispondono in modo timido e conformista, ma appena sollecitate ad elaborare un loro pensiero autonomo rivelano una capacità molto maggiore di sganciarsi dai cliché;
che è una cosa pure di oggi: fai discutere le persone, e vedrai che più spesso gli uomini hanno difficoltà a mettere da parte identità e conformismi, sono più tifosi, a scapito del buon senso.
Io sulla sessualità altrui non ho avuto mai da dire nulla
Ieri come oggi, sono donna :D
L’incazzatura maggiore stava in quelli più insicuri
E nelle donne recluse ad anello debole della catena
Il palermitano che ha parlato alla fine, è stato tra quelli più onesti
Cmq c’è pure un lombardo che dice che loro pensano più al lavoro ne’ :v
il monzese :asd:
però, la cosa interessante è che sono comunque idee di seconda mano; cioè basate su una rappresentazione pre-esistente di ciò che gli altri si aspettano dal cliché culturale, il lombardo lavoratore, il siciliano geloso, ecc...
chi parla si percepisce genuinamente come "sincero", perché non è consapevole di essere educato a conformarsi al modello e non ha strumenti per "vedersi dal di fuori"; poi, lì è interessante il confronto con Moravia; Pasolini è a sua volta "corrotto" da suo desiderio di suggerire una poesia del "popolo" analfabeta incontaminato e genuino, mentre Moravia è più scettico e vede forme diverse di condizionamento in tutti i ceti, dettate dal ruolo.
Lo guarderò con calma dopo, comunque i primi secondi mi hanno fatto provare un'avversione viscerale per Pasolini (che nutrivo già, ma queste scene l'hanno rinverdita e rinforzata).
Cos'é la gelosia? Una forma di insicurezza.
Quali sarebbero i tempi giusti?
Ricordo quando ero ragazza io, inizio anni '80 andando a scuola compravo una rivista rivolta a teenegers si chiamava "Dolly" riportava notizie dei cantanti e personaggi preferiti, aveva anche una rubrica dove le giovani si confidavano e chiedevano aiuto, consigli sui primi amori e mi ricordo che già all'epoca ragazzine a 14-15 anni avevano le prime esperienze sessuali, quindi mica è una novità o modernità che oggi i nostri figli abbiano gli stessi desideri, impulsi e esperienze che tanti ragazzi dell'epoca mia, nostra, avevamo.
Avevo all'epoca un'amica ( l'amica del cuore) che la sua prima esperienza sessuale l'ha avuta a 16-17 anni, non si è fermata ad un fidanzato ma s'è sposata dopo aver avuto più di un ragazzo e non passavano il tempo a guardarsi solo negli occhi in attesa di scoprire se erano destinati o meno ad una vita insieme. Non è arrivata a 20 anni e poi a 57 ( mia coscritta) bruciata, ha messo su la sua famiglia dopo anni, dopo aver incontrato l'uomo che ha ritenuto giusto per lei.
A proposito sei proprio convinto che a vent'anni non si abbia un uso consapevole del proprio corpo e della sessualità?
Io a vent'anni mi sono sposata ed ero perfettamente consapevole della sessualita e di ciò che volevo, e non mi sono sposata incinta.
Ormai a vent'anni non si sposa più nessuno anche perchè i giovani stanno ancora sui banchi e prima di potersi rendere indipendenti economicamente ce ne vuole, quindi se ad una ragazza piace un ragazzo per poter avere esperienze sessuali cosa dovrebbe aspettare? Di avere trenta-quarant'anni? Quando son vecchi? È assurdo!
I giovani di oggi non sono diversi da noi, hanno gli stessi impulsi sessuali e ormonali che avevamo noi alla stessa età.
non riuescirete mai a far cambiare una idea a chi impostata la vita seguendo una corrente religiosa perchè si seguirà la dottrina e non il proprio istinto , un esempio a caso :
Egli si troverà, allora, sul sentiero dell’Iniziazione, nel quale gli verrà insegnato come l’uso incontrollato dei rapporti sessuali senza tener conto delle influenze stellari lo abbia imprigionato e incatenato in un corpo cristallizzato, e come l’uso appropriato di questa stessa forza in armonia con gli astri, possa gradualmente migliorare e rendere più etereo il corpo fino alla liberazione dall’esistenza concreta.
per chi soffre di allergia astrologica basta sostituire Astro con Dio
A dir la verità quando da ragazzo andavo con ragazze che mi piacevano ed io piacevo loro, per dire che era consensuale, non stavamo certo a guardare gli astri ma l'erba dove sistemarsi.
Conoscere per provare o provare per conoscere è un requisito della giovinezza, se levi il sesso che ti rimane della gioventù? Io credo che la piacevolezza del sesso precedente serva poi per quando ci si unisce definitivamente, almeno non si hanno rimpianti, e si ha più esperienza di rapporto.
Due ragazzini che si piacciono non capisco perché non devono essere anche sensuali tra loro, non è certo l'antipasto, come qualcuno ha detto, ma il dolce.
Nella maturità il sesso, io credo, è più ragionato e perde l'innocenza ricercando esclusivamente il piacere.
Infatti parole come amore non esistevano e nella dichiarazione si diceva: " Mi piaci, vuoi essere la mia ragazza?"...e giù a "sgarbonà":mmh?:.
Visto anch'io il video, interessante ritratto storico e culturale della della società italiana anni '60, la coppia che si sposa alla fine del video potevano essere i miei genitori.
Si capisce che all'epoca c'era una una notevole differenza non solo tra nord e sud ma anche di ceto sociale e un senso del pudore differente da oggi nel parlare di sesso e problematiche sessuali, per cui penso che chi non si prestava ad essere intervistato era anche per per questo motivo non solo per timore di giudizi o ripercussioni sulla vita sociale.
Da notare l'ignoranza su argomento sessualità ma comprensibile per l'epoca e dovuta certamente all'educazione e condizionamenti morali negli adulti, che iniziava a cambiare nei più giovani e nei ragazzini. Si capisce che il ruolo della donna era principalmente la famiglia, diviso tra "onesta" brava ragazza che sapeva stare al suo posto, e "disonesta" per intendere la prostituta.Interessante pure notare che se da un lato la cultura e la moralità dei più anziani condannava la libertà sessuale femminile, e il divorzio esaltando la famiglia dall'altro lato era ancora favorevole e tollerante verso le case chiuse, quindi alla prostituzione, ritenendo sbagliata la legge Merlin. Senza contare poi l'ignoranza e non accettazione verso l'omosessualità.
Devo dire meno male che la società si è evoluta e non siamo restati fermi a quell'epoca.
beh, certo; l'assetto della famiglia "tradizionale" si fonda sulla prostituzione a latere, come un motore a scoppio deve avere lo scappamento; perché altrimenti tutti i giovani e meno giovani, scapoli o sposati, avrebbero potuto insidiare donne "virtuose" o ragazze illibate;
del resto, stabilire la "virtù" nell'imene intatto, il "dono", trasforma una relazione in una cosa, che viene irreversibile modificata e perde il suo pregio, non se la piglia più nessuno; un dramma, soprattutto per i poveri; prostituzione o convento;
tra i poveri c'era più affetto e comprensione, perché la memoria di qualche persona di famiglia coinvolta e la prassi degli uomini erano vicine; sono i piccolo borghesi istruiti a fare più la morale, quelli già capaci di rivestire la famiglia di un apparato di idee morali, dove per i proletari era una condizione di sopravvivenza, non di conformità;
questa è una cosa recentissima, davvero; in ambienti borghesi e alto-borghesi, per via della frequentazione con l'arte, la letteratura e lo spettacolo, per molti decenni c'è stata una certa "tolleranza", che non andava fraintesa con accettazione nel senso che possiamo intendere oggi; il borghese vero - non i piccolo borghesi di cui diceva Moravia - doveva essere "uomo di mondo" e non scandalizzarsi; ma al tempo stesso non poteva essere frainteso dal popolo come partecipe di quei comportamenti eccentrici delle persone cui si accompagnava alle feste, in vacanza, il nome della moda, l'artista, ecc...Citazione:
Senza contare poi l'ignoranza e non accettazione verso l'omosessualità.
la stessa omosessualità sarebbe stata censurata e non gradita o tollerata nell'impiegato o fattorino della propria azienda;
l'accettazione che dici passa per la televisione e la familiarità con certi personaggi, sdrammatizzati dalla frequentazione quotidiana; arriva più con Ferro, Mika, Platinette e Malgioglio nei programmi "per famiglie e nonnine" su Rai1 e Mediaset: lo spettatore non vede più un estraneo eccentrico e individuabile come minaccia morale, ma l'essere umano con le sue storie su cui prendere parte, quasi sempre talmente normale e banale, oppure divertente;
una cosa interessante sarebbe osservare consapevolmente come avviene l'evoluzione;Citazione:
Devo dire meno male che la società si è evoluta e non siamo restati fermi a quell'epoca.
perché nella nostra logica, intuitivamente consolidiamo quell'evoluzione in un processo lineare di formazione del giudizio, in modo ideologico, strutturato; una cosa che in realtà viene elaborata a posteriori, quando il comportamento "evoluto" diviene la norma;
tipicamente si crede che il processo sia linearmente "morale" e poi "materiale", la consuetudine; cioè, c'è un'idea morale di fono, e in base a quella le persone, o la Società, come pensa Cono, "decidono" di abbandonare la morale precedentemente dominante, in un processo lineare;
in realtà, si tratta di un processo a scaglioni sociali, mosso sempre da un conformismo, ma di emulazione, per cui gli strati sociali "inferiori" emulano i comportamenti di quelli che ritengono "superiori", per essere assimilati a quelli; avviene per tutto ciò che è stile di vita, dall'abbigliamento alle vacanze, l'alimentazione, ecc... e avviene anche per i comportamenti famigliari e sessuali e la stessa etica;
l'emulazione delle classi agiate è il motore più potente di tutti, e le idee vengono elaborate e assimilate dopo, quando ci si è mimetizzati e si vuole convivere con quel mondo di aspirazioni e costumi diversi;
per questo il modo di porsi censorio è controproducente, visto che manda il messaggio di rassegnazione ad una condizione percepita come subalterna, che nessuno vuole.
Non l'ho ancor visto tutto, ma voglio esprimere i miei sentimenti: 'sto intellettuale pieno di se stesso, come si permette di interferire nell'educazione sessuale dei bambini (avranno sì e no sette anni) con domande come quella su come sono venuti al mondo o come nascono i bambini? Nessuno lo sapeva, ovviamente, ma lui era lì ad insistere da perfetto sconosciuto. L'avrei schiaffeggiato.
Anch'io non ricordavo i pregiudizi nei confronti degli omosessuali, ormai superati nella società attuale, quanto al resto, l'ho vissuto sulla mia pelle e magari in una serata alcolica lo racconterò.
@Folle
Io non ho avuto la stessa impressione, a me è sembrato un atteggiamento tipico di chi, forse un po' insistente, anche oggi fa un'intervista e i bambini nella loro semplicità ed educazione hanno risposto per quello che sapevano.
Anche se oggi chiedi ad un bambino della stessa età su come nascono i bambini avrai risposte varie che dipendono dall'educazione ricevuta, come quei bimbi che credono che Babbo Natale o Gesù Bambino porti loro i doni di Natale.
A me da bimba ad esempio, i miei genitori non hanno mai raccontato di cavoli e cicogne ma che i bimbi nascono dalla pancia della mamma, come ci sia entrata poi è un altro discorso.
L'educazione sessuale ricevuta dai miei genitori è stata del tutto assente se non che ad una certa età sarei diventata signorina e avrei avuto le stesse perdite mensili di mia madre, momento importante che segnava il passaggio dalla condizione di bambina a " signorina" così definita da mia madre che degli uomini aveva un pessimo concetto del tipo: " gli uomini vogliono solo una cosa e quando l'hanno ottenuta...." oppure ancora: "pensano solo ai loro porci comodi", e solo quando ero morosa che frequentava anche la casa circa a 19 anni e non ne avevo bisogno perchè già sapevo, s'è permessa brutalmente di dirmi e mostrarmi un preservativo per farmi capire di stare attenta alle gravidanze. Questa è stata la sua educazione sessuale e dialogo sul sesso.
Piuttosto discutibile se vogliamo, infatti all'epoca mia, le cose s' imparavano strada facendo attraverso le amicizie, riviste dove c'erano rubriche dedicate ai problemi di cuore, primi amori e sessualità.
E credo che le cose fossero molto diverse dalle prime scoperte sessuali dei maschietti ma a 17 anni nel mio gruppo di amiche c'era ancora una grande ignoranza sui rapporti sessuali e come evitare gravidanze, però anche se con difficoltà e un certo pudore ci si confrontava anche tra ragazze.
Si sa che le donne sono sempre state distinte, classificate in o sante o puttane.
La verginità come valore secondo me affonda le radici nel passato dei nostri antenati per cui garantiva che una donna come proprietà fosse solo una cosa dell'uomo che andava a sposare e garanzia che il figlio concepito, almeno il primo :D, fosse suo e non di altri.
L'integrità e esclusività visto come un valore in quel senso, che poi si giustifichi come dono visto in chiave di fede e religione è un'altra storia ma a sentire gli uomini del sud all'epoca dell'intervista è manifestazione di possesso e gelosia, inferiorità della donna rispetto ad un uomo, donna che,anche per altre donne adattate a quella cultura, "deve restare al suo posto"mentre è l'uomo che porta il cappello".
Secondo me l'evoluzione va di pari passo con l'emancipazione femminile, mano a mano che le donne hanno preso consapevolezza e possesso del proprio corpo e del proprio piacere, diventando indipendenti economicamente.Indipendenza e parità come già accennato da qualche temerario intervistato nel video inchiesta che che s'iniziava a intravedere.Citazione:
una cosa interessante sarebbe osservare consapevolmente come avviene l'evoluzione;
perché nella nostra logica, intuitivamente consolidiamo quell'evoluzione in un processo lineare di formazione del giudizio, in modo ideologico, strutturato; una cosa che in realtà viene elaborata a posteriori, quando il comportamento "evoluto" diviene la norma;
tipicamente si crede che il processo sia linearmente "morale" e poi "materiale", la consuetudine; cioè, c'è un'idea morale di fono, e in base a quella le persone, o la Società, come pensa Cono, "decidono" di abbandonare la morale precedentemente dominante, in un processo lineare;
in realtà, si tratta di un processo a scaglioni sociali, mosso sempre da un conformismo, ma di emulazione, per cui gli strati sociali "inferiori" emulano i comportamenti di quelli che ritengono "superiori", per essere assimilati a quelli; avviene per tutto ciò che è stile di vita, dall'abbigliamento alle vacanze, l'alimentazione, ecc... e avviene anche per i comportamenti famigliari e sessuali e la stessa etica;
l'emulazione delle classi agiate è il motore più potente di tutti, e le idee vengono elaborate e assimilate dopo, quando ci si è mimetizzati e si vuole convivere con quel mondo di aspirazioni e costumi diversi;
per questo il modo di porsi censorio è controproducente, visto che manda il messaggio di rassegnazione ad una condizione percepita come subalterna, che nessuno vuole.
Già si notava in qualcuna favorevole al divorzio e una che coraggiosamente riconosce che la sessualità nel suo matrimonio è stato un disastro fin dall'inizio.
certo; questa è una cosa legata alla proprietà trasmissibile della terra; prima del "matrimonio cristiano", preso dalla tradizione giudaica, nella tradizione romana, repubblicana o imperiale, la nozione del "sangue" era sconosciuta;
spesso i pater familia ordinari, notabili e molti imperatori, nominavano eredi figli adottivi, collaterali, generi, ecc...
mica tanto; la cosa non è immediatamente percepibile, perché l'idea del "dono" è poetica e affabile, dolce;Citazione:
L'integrità e esclusività visto come un valore in quel senso, che poi si giustifichi come dono visto in chiave di fede e religione è un'altra storia
ma introduce proprio la reificazione, trasformazione in oggetto che passa da una persona all'altra, in modo irreversibile per la perdita di quella purezza;
così, qualcosa che si "dona" si può anche vendere, conquistare o rubare, in modo violento o truffaldino;
la reificazione consente di farne oggetto di un contratto, col quale si istituiscono diritti e "doveri" coniugali, con l'aspettativa che quel contratto imponga prestazioni non più volute; soprattutto se non si prevede il suo scioglimento;
questa concezione però opera ad infiniti livelli nella narrazione di se stessi e degli altri; alcuni sono espliciti e incontrano una forma di critica consapevole; ma altri agiscono sottotraccia in termini di aspettative, e generano guai;
uno tipico è l'assimilazione dell'"amore" alla gratificazione egoistica del possesso dell'altro, per cui si nobilita con un sentimento assimilato come pregiatissimo un atteggiamento di possesso che, altrimenti, senza quel fumogeno, apparirebbe chiaramente per quello che è;
Cono mi rimprovera l'egoismo di non aver lottato per trattenere la mia partner, di essermi "arreso alla prima difficoltà", laddove per me il valore di abnegazione è esattamente l'opposto, e cioè non far prevalere il mio desideri su quello altrui;
senza quell'idea di "amore-possesso" un simile fraintendimento - frequentissimo, la norma, visti i femminicidi da parte di uomini "innamorati" - non sarebbe possibile;
la più grande rivoluzione della storia; ancora non lo vediamo chiaramente;Citazione:
Secondo me l'evoluzione va di pari passo con l'emancipazione femminile
tutto il casino con l'Islam, di fatto un mondo poco distante dal nostro come tradizione profonda - i tradizionalisti cattolici ragionano allo stesso modo, talebano - dipende non dalla religione, assolutamente assimilabile a quelle testamentarie di cui fa parte, ma dalla struttura sociale "tradizionale" e rurale delle società in cui è radicato e dal controllo sulla sessualità della donna;
per questo non c'è l'invasione, ma la loro estrema fragilità, perché l'esposizione ai nostri modelli distrugge fatalmente il loro; questione di tempo; i pasdaran iraniani la sera inseguono la gente sui tetti, perché quelli piazzano le parabole per vedere i serial americani tipo Beautiful, che finiscono solo quando ognuno dei protagonisti si è sposato almeno due volte con ognuno degli altri :rotfl:
L'idea del dono per un cristiano non è solo quello a cui fai riferimento, gli sposi che si donano a vicenda,spiritualmente e fisicamente uniti in matrimonio da Dio, riguarda anche la vita, la vita viene vista come un dono, non ci appartiene ci viene donata da Dio e noi non possiamo farne ciò che vogliamo, sopprimerci, o uccidere un altro essere umano. Quindi neanche il corpo è nostro e neanche quello dell'altro, uomo o donna che sia, e va rispettato.
Naturalmente si può crederci o meno ma non credo equivalga all'idea di possesso del corpo femminile ancora radicata in tanti e in culture arcaiche e in altre religioni forse, non farei il paragone tra fede cristiana, cattolica di oggi e islam.
Credo che sappiamo tutti qui che amore non equivale a possesso.Citazione:
uno tipico è l'assimilazione dell'"amore" alla gratificazione egoistica del possesso dell'altro, per cui si nobilita con un sentimento assimilato come pregiatissimo un atteggiamento di possesso che, altrimenti, senza quel fumogeno, apparirebbe chiaramente per quello che è;
Cono mi rimprovera l'egoismo di non aver lottato per trattenere la mia partner, di essermi "arreso alla prima difficoltà", laddove per me il valore di abnegazione è esattamente l'opposto, e cioè non far prevalere il mio desideri su quello altrui;
senza quell'idea di "amore-possesso" un simile fraintendimento - frequentissimo, la norma, visti i femminicidi da parte di uomini "innamorati" - non sarebbe possibile;
Sappiamo anche che quando si creano delle relazioni si provano sentimenti amorosi e di affetto e che quando qualcosa non va, ci si allontana, non è sbagliato cercar di capire, analizzare i motivi e le cause di questo e se entrambi ritengono esserci dei validi motivi tentare un riavvicinamento, ma se uno dei due non vuole, perché per esempio non ama più l'altro, perchè la relazione non ha più un senso di esistere o di continuare, o uno dei due s'innamora di un'un'altra persona cosa vuoi "trattenere"?Anche se doloroso va lasciato andare.
Non si può obbligare qualcuno a restare insieme per forza e senza amore in nome di un contratto, unione stipulata in un momento della vita in cui i due si amavano ed erano felici insieme.
Al di là di quello che pensa Cono e il suo credo, di quello che rimproverano gli altri, o criticano non ce ne dovrebbe fregare una cippa, ognuno è libero di fare come vuole ritiene più giusto per sè, al di quello che pensano gli altri.
Ma la domanda: se sai che tanto non sarai accettato - se non mostri le tipiche qualità maschili (forza, resistenza, capacità di generare figli sani, "dominanza" ecc.) che la morale maggioritaria vuole - uno non fa prima a darsi al sesso a pagamento o all'astinenza o al sesso casuale?
Uno dovrebbe poter essere libero di fare come vuole. Ci si domanda se anche le prostitute alla fine non svolgano una funzione utile per tutti quelli che non hanno la possibilità di praticare sesso perchè non accettati o disabili.
Credo che sia un uomo che una donna dovrebbero essere liberi di vendere prestazioni sessuali, o del proprio corpo così come accade per chi vende le proprie opere intellettuali, la forza lavoro ecc...o in cambio di favori senza sentirsi inferiore, disprezzata o bollata come si vede nel video d'epoca considerata disonesta. Perchè "disonesta"? Perchè peggiore di una "onesta" intesa come madre di famiglia o ragazza che non va con tanti ragazzi?
Non a caso ancora oggi per offendere una donna le si dà della "puttana" con disprezzo.
Eppure se non c'è sfruttamento ed obbligo una donna come un uomo dovrebbero essere liberi di vivere come vogliono senza essere giudicati con disprezzo.
Che poi se è un uomo a vendere le sue prestazioni viene visto diversamente da una donna.
Nel video viene rivolta la domanda ad un gruppo di ragazze, credo operaie, che guadagnano poco se non preferirebbero guadagnare di più facendo le ragazze ""disoneste".
Io ho avuto una educazione rigidissima, simile a quella che vuol propinarci Cono o peggiore, perché sono stata lasciata nella più totale ignoranza. Per questo ho avuto i miei rapporti sessuali molto tardi e i primi li ho vissuti drammaticamente nel terrore di quello che poteva capitarmi.
Tanto per dare un esempio (ma ne potrei dare a bizzeffe), io non sapevo niente del ciclo e quando mi comparve, mentre ero in colonia per un mese con altri ragazzini, fui pubblicamente svergognata dall’addetta alle pulizie che disse davanti a tutti che da quel momento dovevo lavarmi le mie mutandine da sola. Io non sapevo cosa stesse accadendo e mi vergognai da morire.
Perciò ho dovuto fare un grande lavoro su me stessa quando ho dovuto educare in tal senso le mie figlie: volevo assolutamente che vivessero quei momenti con naturalezza, senza il peso di una morale e di un’ignoranza estranee alla libertà prima interiore e poi anche sessuale.
Ecco cosa ho voluto dire quando ho scritto che ho vissuto i vari aspetti messi in luce dall’intervista sulla mia pelle.
conosco l'idea, ma è inconsistente; nel senso che non genera un precetto vero e proprio, ma solo una generale esortazione alla temperanza;
la prova è che i protestanti non hanno un precetto in proposito, né il matrimonio è un sacramento;
del resto, tutta l'esistenza, la vita, è "dono"; ma nessuno giudica se stai sul divano o corri la mezza maratona tutte le mattine; sul sesso, invece, i precetti sono minuziosi e la reificazione della sessualità è uno schema molto potente nella tradizione sociale e religiosa;
infatti, non è una questione strettamente religiosa - tra fedi sorelle, peraltro, teologicamente molto simili - ma politico-culturale; se guardi le foto delle donne afgane e iraniane degli anni 60 vedi capelli sciolti, minigonne, impiegate e dirigenti; oggi lapidano le adultere; eppure, erano musulmani anche prima;Citazione:
Naturalmente si può crederci o meno ma non credo equivalga all'idea di possesso del corpo femminile ancora radicata in tanti e in culture arcaiche e in altre religioni forse, non farei il paragone tra fede cristiana, cattolica di oggi e islam.
parrebbe di no, vista la cronaca e leggendo tra le righe e il costrutto logico dei pensieri;Citazione:
Credo che sappiamo tutti qui che amore non equivale a possesso.
appunto; ma quello che tu dai per scontato, come me, viene posto in discussione in termine di principio morale, non di preferenza;Citazione:
Sappiamo anche che quando si creano delle relazioni si provano sentimenti amorosi e di affetto e che quando qualcosa non va, ci si allontana, non è sbagliato cercar di capire, analizzare i motivi e le cause di questo e se entrambi ritengono esserci dei validi motivi tentare un riavvicinamento, ma se uno dei due non vuole, perché per esempio non ama più l'altro, perchè la relazione non ha più un senso di esistere o di continuare, o uno dei due s'innamora di un'un'altra persona cosa vuoi "trattenere"?Anche se doloroso va lasciato andare.
Non si può obbligare qualcuno a restare insieme per forza e senza amore in nome di un contratto, unione stipulata in un momento della vita in cui i due si amavano ed erano felici insieme.
certo, finché l'interlocutore si pone sul tuo stesso piano "privato";Citazione:
Al di là di quello che pensa Cono e il suo credo, di quello che rimproverano gli altri, o criticano non ce ne dovrebbe fregare una cippa, ognuno è libero di fare come vuole ritiene più giusto per sè, al di quello che pensano gli altri.
io non mi permetterei mai di giudicare le scelte private - lecite - altrui; se tu esponi la tua pratica yoga, puoi promuoverla come utile, gratificante, e se l'interlocutore non la contempla per lui, non esprimi censura;
ma se quell'interlocutore la additasse come immorale, ti esporrebbe al suo giudizio e a quello di chi si lasciasse convincere dalle sue argomentazioni;
così, la morale sessuale diventa un tema di ordine pubblico; basta chiederlo alla ragazza di provincia, che dopo un rapporto a rischio non trova la pillola del giorno dopo perché i 5 o 6 farmacisti dell'area sono obiettori e portano quell'opinione nelle prassi che riguardano anche gli altri;
le opinioni morali sono pietre; te lo dice un coetaneo nato fuori dal matrimonio, riconosciuto da sua madre solo a 12 anni, col diritto di famiglia del 75, e parificato ai fratelli sul piano successorio a 50, praticamente ieri; mica bruscolini...
quando in una discussione si deplora un comportamento come contrario ai valori morali e sociali, al benessere comune, divorziare, decidere di non avere figli, una sessualità libera e l'educazione dei figli a quella, si viene necessariamente chiamati in causa e giudicati, se si praticano quei comportamenti;
a me poi interessa capire il costrutto altrui, quindi non mi offendo mai; però vado a vedere le carte.
Ci si domanda se anche le prostitute alla fine non svolgano una funzione utile per tutti quelli che non hanno la possibilità di praticare sesso perchè non accettati o disabili.
Domanda assai interessante. Parlando in generale...Alcuni ne parlano come del mestiere più antico del mondo, molte donne pensano che sia il massimo della mercificazione del corpo femminile. Ma se una donna decide liberamente di vendere il proprio corpo? In America lo fanno anche gli uomini da tanti anni, c'era il bellissimo film "Un uomo da marciapiede". Fin dove si può spingere la libertà personale? (Ovviamente sono da condannare e da stroncare in ogni modo le deportazioni forzate di giovani donne da paesi poveri cadute nelle mani di bestie senza scrupoli). Riguardo la domanda particolare che si fa la Lady ricordo che anni fa seppi di alcune donne che, senza essere propriamente prostitute, svolgevano certe funzioni per uomini con gravi handicaps...Se riesco a ritrovare notizie a riguardo le posterò...
Una volta (primi anni '80), mio zio mi portò a casa della sua fidanzata di allora. Quel giorno, c'era anche la zia della fidanzata, la sorella della madre. Quando me la presentarono, io salutai educatamente. Questa signora mi rispose con un gesto e
per tutto il tempo, non la sentii spiccicare una parola. Poi, mio zio in auto mi raccontò che quella signora non parlava più da quando, da ragazzina ebbe un forte shock.
In pratica si trovò sola in casa quando all'improvviso le vennero le prime mestruazioni. Si terrorizzò a tal punto, pensando di morire, che per il forte shock diventò muta.
Ricordo che rimasi molto turbato.
allora, qui entrerebbero in ballo considerazioni poco intuitive; è vero che alcune prostitute sono libere e non mosse dal bisogno; ma sono una minoranza; e anche quelle che affermano quella come libera scelta, difficilmente vorrebbero che una loro figlia facesse altrettanto; questo, nei grandi numeri;
nella legge, c'è un concetto poco conosciuto, quello dei cd "diritti indisponibili"; quando l'ordinamento valuta che una determinata condizione è per sua natura debole, si surroga alla volontà della persona e la costringe a non privarsi di un determinato diritto; accade per i minori e gli incapaci, per esempio, il diritto allo studio che diventa obbligo scolastico; per i dipendenti, che ordinariamente non possono rinunciare alle ferie; per i lavoratori che non possono rinunciare alle misure di sicurezza, anche lo "volessero"; perché potrebbero essere in condizione di soggezione;
ora, se uno guarda il panorama della prostituzione, non è che quelle poche escort in grado di gestirsi possano nascondere dietro un dito la gran massa di bisognose, che farebbero volentieri altro, anche se non sfruttate dal pappa; sono sfruttate dai clienti;
non ho un'opinione definitiva, ma nemmeno mi scandalizzerei troppo se qualcuno stringesse la vite; lo hanno fatto, vietandola; in qualche teocrazia ? no, in Svezia :D
non certo un paese di cultura sessuale bigotta, direi...
Ecco, per le persone disabili sarebbe una gran cosa. Ho visto un documentario di un ragazzo inglese portatore di handicap che una volta al mese, da Londra si reca ad Amsterdam con suo padre, che gli fa da autista e lo porta in una casa di appuntamenti specializzati per disabili.... tutto hanno diritto ad una vita sessuale... ancor più di vivere e manifestare il proprio amore verso un partner...
per il resto... ho visto (insomma, mi raccontavano chi frequentava) anche prostitute che si pagavano gli studi, le vacanze, si mantenevano la famiglia... (In Germania), prostitute che andavano solo col alcuni, non con tutti (quando ero receptionist)... in un solo caso, ho avuto l'istinto di andarci...quando mi resi conto che una coppia di amanti non era affatto una coppia, piuttosto lei si prostituiva... solo che io avevo visto sempre e solo lo stesso cliente... quando una sera venne con un altro, fu tale da delusione (pensavo in realtà si trattasse di una coppia di amanti, appunto), che, superato l'attimo di sconforto (mi ero affezionato a lei, bella donna, tanto charm), pensai di lasciare in mezzo al documento un biglietto con il mio numero di telefono... (l'uomo non è di legno).... ma poi lasciai perdere... da due anni ero fidanzato con la mia attuale moglie.
Se le donne, esercitano in piena libertà individuale ed economica... cioè senza alcuna forma di costrizione... che siano ben libere di fare come meglio credono... altrimenti... è solo una mortificazione... e, chi ne approfitta, un vigliacco egoista.
in teoria, non farebbe una piega;
in pratica, io la riterrei una professione "normale" solo il giorno in cui il 90% delle persone ritenga normale che la intraprendano le proprie figlie, senza alcuna riserva, come se si trattasse di fare la commessa, l'infermiera o l'architetta;
finché lei sì, ma mia figlia no, i conti non tornano, anche se non c'è sfruttamento.
Condivido
Non mi darebbe fastidio se fosse felice. Non sarebbe giusto ingerire nella vita di un figlio/a fino a mettere le mani sulla sfera sessuale. Non ho figli/e ma rispetterei la scelta.
Meglio che fare il motociclista.
forse fai parte del 10% di ora;
capisci bene che fino a quando per la quasi totalità delle persone non si tratta di un lavoro come un altro, è difficile che la persona in questione abbia una vita sociale e personale con le stesse opportunità altrui, nonostante i buoni propositi e la tolleranza di molti;
tollerare presuppone una condizione di default non gradita;
nelle questioni del sesso la libertà delle persone coincide con l'altrui indifferenza.