Malaparte non è stato affatto di "lunga" militanza fascista: se è vero che fu fra i primi ad aderire al fascismo, è altrettanto vero che fu fra i primi a distaccarsene, faccenda per cui fu anche mandato al confino e ben prima dell'8 settembre, anzi la guerra non era ancora iniziata. All'"arcitaliano" e poliglotta Kurt Suckert non si sono voluti perdonare la brillantezza, la prestanza, l'istrionismo, l'indipendenza (splendida fra le tante la descrizione di Mussolini appeso a testa in giù a piazzale Loreto, paragonato a un bambino inerme in mezzo a una folla inferocita che lo idolatrava fino al giorno prima, ne La pelle) e tutte le caratteristiche decantate dal passato regime ormai scomodo; ma se lui ha cambiato bandiera l'ha fatto in tempi non sospetti, al contrario dei tanti voltagabbana opportunisti dell'ultima ora che hanno mantenuto un profilo più basso, e di cui l'Italia repubblicana ha avuto e continua ad avere le poltrone piene.
Che dire ad esempio del suo conterraneo Indro Montanelli, anch'egli fascista nonché partecipe dell'impresa coloniale in Africa Orientale, che fra lo spiritoso e il divertito raccontava delle sue avventure con "faccette nere" bambine, una delle quali ha perfino sposato "per scherzo" ed era tenuto in gran conto da tutta la sua famiglia? E non c'è dubbio che all'epoca queste fossero cose assolutamente normali tanto per i colonizzatori quanto per i colonizzati, almeno finché le leggi razziali non si sono fatte sentire anche lì. Ma a Montanelli nessuno ha mai fatto pesare queste cose, anzi poco prima della morte aveva anche partecipato a un dibattito televisivo contro la pedofilia. Sempre presentato e presentatosi come una figura coerente, forse perché ha rifiutato la corte di Berlusconi che tentava di imbavagliarlo o forse perché, questo sì a differenza di Malaparte, non ha mai chiesto la tessera del PCI.
A me sembra tanto che gli ambienti intellettuali italiani, rappresentativi di una classe dirigente nuova o più volentieri riciclata, nel voler condannare Malaparte fin da subito abbiano tentato di esorcizzare quei mali e quei vizi che sono loro propri fin troppo. E magari pure invidiandolo perché, a differenza loro, lui non ha mai nascosto né rinnegato alcunché.