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Discussione: La triade dialettica dell'amore

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  1. #27
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    Lady Hawke ha scritto
    si tratta di capire e riuscire a cogliere segnali d'interesse e poi riuscire a vincere la timidezza e l'eventuale rifiuto da parte dell'altro/a ad iniziare ad uscire insieme soli al di fuori della compagnia di amici, cioè iniziare la frequentazione a due, poi tutto il resto verrà dopo strada facendo, ma se non s'inizia manco, ognuno resta con i propri sentimenti e illusioni. Non si tratta di forzare nessuno, si tratta almeno di provarci, chiedere, infatti le cose sono andate diversamente dai propri desideri, la storia non è neanche partita.

    2 di picche: amore non corrisposto. Dire no, o sentirselo dire, è psicologicamente doloroso. Per rifiutare l'amore dell'altro va attivata sia l'empatia che il rispetto, ricordandoci che dall'altra parte potremmo esserci anche noi.

    Un no fa sempre male. Sul lavoro, a scuola, nella vita… Ci si senti persi, brutti, senza futuro Tutti, chi più chi meno, reagiamo male a un rifiuto. Soprattutto se questo rifiuto ci è dato dalla persona che ci piace, dalla persona che ritroviamo in ogni canzone e in ogni sogno. E non basta questo “no” a farci voltare pagina, a convincerci a cercare qualcos’altro. Ci si butta giù, ci si riempie la testa di domande senza risposta. Eppure il due di picche è solo una delle tante sconfitte che si riceve durante la vita.

    In amore, così come nelle altre relazioni affettive importanti, il 2 di picche provoca quella che in psicologia viene chiamata “ferita narcisistica”.

    Contrariamente ad un bimbo, l'adulto dovrebbe sviluppare l'autostima necessaria ad accettare un no. Il rifiuto diventa una disconferma e si pensa: "nessuno mi amerà mai", oppure "non sarò mai apprezzato per quello che sono." E si sviluppa la "paura del no".

    Il 2 di picche può provocare molta sofferenza, che ha bisogno di tempo per essere metabolizzata, perciò mi sembra di comprendere l'eccessiva prudenza di axeUgene
    Ultima modifica di doxa; 06-07-2019 alle 20:57

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