Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
perché "demonizzare" ?
ho solo argomentato che nel progetto sono impliciti vincoli che condizionano l'espressione di quei tratti della personalità che possono destabilizzare; magari è una cazzata, ma se ne può discutere; che in partenza di solito valutiamo d'istinto certe caratteristiche di un potenziale partner impegnabile mi sembra un punto di partenza corretto;


dipende cosa si intende per "funzionare"; per me la tua è stata un successone, da quanto è durata, almeno vista dall'esterno, al netto del momento in cui la commenti; ma posso sbagliare; ho visto incasinarsi tante coppie bellissime; in genere, quelle bellissime si sono regolate in modo sereno, anche lasciandosi, ma con un mutuo riconoscimento;

non ho affatto scritto che le relazioni clandestine funzionino meglio, così come non demonizzavo quelle ordinarie;

ho scritto però che una delle caratteristiche di quelle è che per forza di cose sono già nel lato-ombra dell'esistenza, e pertanto sono per eccellenza il luogo in cui la personalità si "confessa" in un regime di precarietà; tu chiedi:

che tipo di relazioni erano? Perché molto cambia se fai "il terzo" a puro scopo ludico, o se speri che dall'altra parte ci sia prima o poi una scelta in tuo favore

beh, puoi anche sperare in una scelta, ma non sarai quasi mai nella condizione psicologica di una persona in procinto di costruire la coppia ordinaria, nel bene e nel male; e questo non perché le cose non possano evolvere in quel senso, anzi;

ma perché sei già parte di una rivoluzione, di uno scardinamento di un ordine che non puoi riproporre sulle stesse basi; sei un po' come il fratello più grande che partecipa alla sceneggiata di babbo Natale per il fratellino;
cioè, in quel frangente hai contribuito a tirare fuori proprio tutto quello che nella coppia ordinaria era finito sotto il tappeto; che è anche uno dei motivi per cui i separati che si riaccoppino, se sono anche solo mediamente equilibrati, in genere gestiscono tutto meglio; magari hanno già figli e non ne vogliono più, quindi tendono a vincolare un po' meno, perché il progetto è più limitato;

però in qualche modo sono anche più consapevoli di tanti blocchi e casini, censure, limiti delle persone, e osservano meglio;

però, in tutto questo discorso, il nodo centrale per me è che se tra due persone non c'è la capacità, la consapevolezza e l'addestramento a includere le cose eccentriche, potenzialmente destabilizzanti, si perde molta energia nervosa nel rimuovere queste cose e si perdono anche opportunità di capire cose dell'altro che invece possono essere occasioni preziose di gratificazione e riconoscimento;

tu progetteresti una camera da letto con armadi solo per i capo-spalla che porti in lavanderia e senza cassetti per la biancheria, facendo a meno della lavatrice ? ogni giorno un paio di slip nuovi, gettati in terra e dopo due mesi sareste sommersi da mutande intorno al letto

una decina d'anni fa, su Sky, c'era una trasmissione che si chiamava Sex-Therapy; due sessuologi, donna e uomo, assistevano coppie in crisi; niente di pornografico, una cosa molto pudica; ma la cosa che ricordo è che tutte queste coppie partivano da un problema col sesso, ma in effetti erano sempre incapaci di comunicare un'esigenza psicologica di attenzioni ordinarie nel quadro di un ordine stabilito, perché temevano la cosa come destabilizzante; gente con figli, laureati, con un bel lavoro, ma in quel frangente sembravano bambini balbuzienti o incapaci di comunicare e di vedersi.
Cosa intendi tu per "includere le cose eccentriche"?
Credo che molti iniziano relazioni con un errore di partenza: immaginare un ideale di partner e applicarlo alla persona con cui stanno, sperando che essa vi corrisponda. Tranne poi, rimanere deluso dal fatto che non è così, perché ognuno è quello che è, con i suoi pregi e i suoi difetti.

Tu dici che la mia coppia è stata un successo. Io dico che è stata un grande e prolungato disastro. Sicuramente molto è stata colpa mia: ho mandato giù un sacco di cose, ho accettato tutti i suoi disagi e i suoi problemi psicoloogici, standogli accanto nonostante tutto, soprassedendo sul fatto che lui nei miei confronti non ha mai avuto una completa accettazione. Non accettava il mio lavoro, la mia carriera, la mia necessità di fare sempre mille cose.
Credo che il mio modo di essere l'abbia da un lato affascinato, dall'altro destabilizzato.
Non dico che non ci siamo amati. O almeno, io so di averlo amato. Ma quanto è stato davvero amore e quanto istinto da crocerossina? Quanto mi ha sbilanciato il volerlo aiutare, il voler essere un sostegno al suo malessere?
Certo, immagino che anche lui mi abbia amato, anche se mi resterà sempre il dubbio che più che altro abbia trovato in me una colonna a cui appoggiarsi.
Io credo che le relazioni davvero di successo siano quelle semplici e tranquille, senza troppi scossoni.
Se mi guardo indietro, la mia relazione è stata una continua montagna russa, un investimento pazzesco di energie per tenere in piedi quello che c'era.