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Opinionista
Libertà di espressione
“Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere”. Quante volte abbiamo letto questa frase,
il cui senso non ha bisogno di spiegazioni anche se è bene ribadire il concetto, ossia che ognuno di noi debba avere la possibilità di poter esprimere liberamente il proprio pensiero; anche se non trova l’approvazione altrui, purché in ogni caso non ne mini la dignità.
L’articolo 19 sancisce: “Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.”
Siamo davvero certi che sia così, è davvero possibile esprimere la nostra opinione senza che il censore blocchi il nostro pensiero.
Già in Italia esistono vincoli abbastanza precisi e tale libertà non è assoluta, in modo specifico si fa riferimento alla tutela dell’onore e alla reputazione delle persone.
Anche adesso nell’era digitale in cui ogni parola acquista molteplici significati di valore e disvalore a seconda dei contesti; possiamo affermare che nessuno leda la dignità altrui?
Noi piccoli esseri che dietro le nostre tastiere pigiamo le lettere come se fossero sciabole scintillanti, siamo immuni a tale risvolto?
Esiste tra l’altro anche un aspetto penale della vicenda, ma non è quello che rende l’argomento degno di nota.
In alcune parti del mondo la libertà di parola è una grande utopia, nonostante i proclami.
Nel nostro paese la guerra tra Guelfi e Ghibellini non è mai terminata e ancora oggi, i giallini non amano i colori forti e quelli scuri detestano i cerulei.
Anche l’unione europea che tanto si proclama democratica e libera ha dato parecchi cartellini gialli quando non rossi,
gli Stati possano sottoporre a un regime di autorizzazione le imprese di radiodiffusione, di cinema o di televisione, e che in assoluto la libertà d’ espressione è vincolata delle esigenze della sicurezza nazionale.
In ogni Stato, inoltre, l’ampiezza della garanzia della libertà di espressione è condizionata al singolo dettato costituzionale.
Nell’era dei social la diffusione delle notizie ha stravolto quelli che erano i canali tradizionali,
canali televisivi, radio, giornali, mentre internet è diventato il mezzo più utilizzato anche dai Mass media per diffondere notizie,
perché i canali tradizionali non hanno la diffusione capillare rappresentato dalla rete.
Uno dei problemi più attuali è dato dal fatto che ognuno di noi ha a disposizione uno spazio dove esporre i propri pensieri e le proprie idee e questo ha comportato alcune conseguenze, compreso il fatto che certi linguaggi non proprio aulici sono, ormai, quasi normalizzati e banalizzati.
Non solo, si può offendere anche senza essere scurrili, il dileggio, l’offesa gratuita è sempre in aguato, un po’ ricorda le dinamiche del branco dove colpire il più indifeso o chi ha un altro pensiero, diventa uno sport.
La presunta superiorità che spesso è solo una corazza virtuale, si è diffusa in modo assai veloce.
Nessuno è immune da questa piaga, anche chi crede di lavorare nel giusto, talvolta vengono prese di mira delle persone solo perché hanno idee diverse da quelle che esprimono i più. In pratica l’assioma è: “sei libero di pensarla come vuoi, basta che la pensi come me”.
In conflitto con quanto recitato all’interno dell’ordinamento italiano, nell’articolo 21 Cost., in base al quale “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.
Forse più che di norme si dovrebbe avere ben chiaro il concetto di rispetto, che pare sconosciuto a molti.
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