chiedo venia per il mio pragmatismo, ma è necessario anche un sano realismo. Tempo fa ho letto un articolo sulla condizione delle donne ortodosse ebraiche e da quello che ho letto direi che sono ben lontane dall'essere emancipate.
come per tutti gli ambienti religiosi; comunque quella è una frazione di fanatici

In effetti in gran parte del mondo le condizioni delle" famiglie" o come vogliamo chiamarle, non sono idilliache. Generalmente quando le persone non hanno legami solidi con le famiglie tendono ad avere più difficoltà, faticano a trovare il loro io. In questo senso la famiglia rappresenta un piccolo porto( quando è sana).Vi è anche un discorso biologico naturale nella ricerca della costruzione di un gruppo ( famiglia) e avere maggiori possibilità di sopravvivere, come dici tu, visto che un tempo molti bambini morivano prima dei cinque anni.
non so che dirti;
capisco il discorso, ma le società non si comandano, anche se c'è l'illusione di farlo, o poterlo fare; un modello di famiglia tradizionale funzionava in un tipo particolare di società; se cambiano i fondamenti, i modelli di autorità falliscono, perché opprimono, fanno guerre idiote, non sviluppano le potenzialità di crescita umana ed economica, nuovi modelli producono nuove idee di famiglia;

è inutile fare la lagna del vecchio che non si ritrova più nel mondo che cambia, crede che tutti siano afoni, mentre è lui ad essere sordo; è solo patetico;
se ti chiedo - pragmaticamente, come dici tu - di indicarmi un passato oggettivamente migliore di oggi per moralità generale e diffusa, non puoi; semplicemente perché non c'è;
ora, una persona pragmatica e di buon senso dovrebbe evincere che la percezione di un peggioramento è probabilmente l'errore soggettivo determinato da una condizione individuale di relativa infelicità, che diventa il rancore politico che vediamo, tutti contro tutti, il sospetto, i complotti, ecc...