ma non c'� stato alcun abbandono, al contrario;
tu vedi il vestitino, ma la sostanza � quella greca, per esempio in Hegel che ti piace tanto; e pure nel suo allievo Nietszche...
beh, � ovvio che la Cristianit� abbia segnato la storia della cultura europea, ma esattamente nel senso che ti indicavo prima, e cio� di edificare una societ� laica e secolarizzata, che � esattamente il risultato che hai oggi;Molti storici, credenti e non credenti, cristiani e non cristiani, presero posizione sostenendo la richiesta di Giovanni Paolo II e tra questi anche l�italiano Sergio Romano, laico e anticlericale. Nel 2002 scrisse sul �Corriere della Sera�: �Dovrebbe dunque la Costituzione europea, come chiede ora implicitamente Giovanni Paolo II, menzionare le religioni e riconoscere le radici cristiane dell� Europa. Se accettassimo questi suggerimenti renderemmo onore alla verit�. La storia politica dell�Europa � cristiana.
I grandi liberali dell�Ottocento sono cattolici, anglicani o protestanti. La democrazia americana, nasce da una emigrazione religiosa, crede in Dio e ripone in lui la sua fiducia (�in God we trust�). Per lungo tempo il Parlamento britannico comincia i suoi lavori con un atto di devozione collettiva ed esige dai membri della Camera dei Comuni un certificato di battesimo. Persino la rivoluzione francese � �deista� e finisce per scimmiottare le grandi cerimonie religiose. Provatevi a togliere il cristianesimo dalla storia d�Europa e vi rimarr� tra le mani, alla fine, un povero manuale marxista, arido e insignificante�.
Dunque per Sergio Romano l�Europa ha quelle �radici�, � evidenza storica. Ma � meglio non dirlo, troppo politicamente scorretto.
http://www.uccronline.it/2013/07/10/...r-gli-storici/
l'uso "politico" e identitario della tradizione culturale cristiana che abbracciano alcuni laicisti come Romano, Pera e Ferrara, � la contraddizione totale della dottrina universalistica della Chiesa stessa; si tratta di una posizione della quale i dottori della Chiesa stessa in verit� hanno orrore e censurano;
solo qualche propagandista televisivo, ignorantello o furbacchione, e che si rivolge ad un pubblico poco edotto, ricorre a questo tipo di argomenti che, comprensibilmente, non comportano alcun imbarazzo per i non cattolici, pronti tranquillamente a declassare la croce a simbolo identitario;
forse, nel desiderio di avere ragione o affermare qualcosa sulla grandezza della Chiesa, ecc., non ti interessa approfondire questo concetto;
ma guarda che questa � una cosa fondamentale per chi si dice "cattolico":
"cattolico" vuol dire "universale" e la tua chiesa si ripromette di evangelizzare tutti, perci� nelle sedi dottrinarie boccia senza esami di riparazione idee come questa, anche se nei siti da cui copi e incolli non lo sanno;
questo perch� consentire una sovrapposizione identitaria tra una determinata cultura e una fede porrebbe una distinzione inammissibile per il processo di evangelizzazione;
pensaci un attimo: se tu dovessi evangelizzare, chess�, un cinese o un pachistano, e partissi dall'identificazione della cultura europea con le "radici cristiane", la prospettiva psicologica della conversione di quel cinese o pachistano diventerebbe di fatto una sorta di dismissione della sua cultura di origine per abbracciare una cosa di marca "europea", come una sorta di colonizzazione;
ovviamente, per la Chiesa questa � una prospettiva assolutamente inammissibile, anche se qualcuno per propaganda convenienza politica immediata fa finta di niente e recluta anche i mercenari laicisti come Ferrara.







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