eh, peccato che il tuo ragionamento, al contrario, implica quella classificazione; anche perché se esprimi una critica ai comportamenti, poi ti tocca normarli, e quindi classificarli, porre un limite alle caramelle che si possono mangiare, ma magari non alle melanzane o ai pomodori, o ai libri;
e allora ? anche per la cultura degli aristocratici latifondisti o dei legittimisti dinastici la rivoluzione è uno stravolgimento dell'equilibrio, così come lo è la secolarizzazione per il clero; anche loro percepivano come incremento continuo dei bisogni le rivendicazioni degli oppressi;Il punto è che in alcune culture non si dà un concetto che potrei definire come "incremento continuo di bisogni". E' difficile anche definire il concetto, perché qualsiasi definizione sarebbe etnocentrica. Ciò che noi possiamo chiamare "progresso" o "miglioramento", per un'altra cultura potrebbe essere chiamato "stravolgimento" o "distruzione dell'equilibrio".
in altre culture - o magari le stesse - erano pensabili i sacrifici umani o altre prassi che riterresti inammissibili, o indesiderabili, se preferisci;Uccidere centinaia di bisonti, per i gruppi che basavano i loro ritmi su quelli dell'animale, non rappresentava certo un "progresso", mentre per i cacciatori di pelli era fantastico, un successo commerciale e una fonte di arricchimento.
Sintetizzando in modo semplice:
in alcune culture, sostanzialmente, l'essere umano è visto come una delle componenti dell'ecosistema, e come tale ha dei limiti nella sua azione (di sfruttamento delle risorse e modificazione dell'ambiente). In altre culture (prevalentemente quelle in cui la concezione religiosa è "l'uomo è stato messo lì da Dio come padrone dell'Universo") l'essere umano è al di sopra dell'ambiente e può manipolarlo senza limiti per aumentare indefinitamente il suo benessere materiale.
ma ragionare di culture marginali o di passato remoto è mistificatorio;
oggi abbiamo nozioni ridondanti e attraenti - a qualsiasi titolo - di identità e desiderio; infatti, le dittature sono impegnatissime ad ostacolare l'informazione e la propalazione di modelli alternativi, censurano per impedire l'emulazione;
la pubblicità propone l'emulazione dei modelli della classe agiata e questa dinamica esiste più o meno da sempre, almeno nel mondo greco-occidentale, non appena vi è la minima libertà di farlo; la ridondanza stravolge l'equilibrio delle caste indiane nel momento in cui il paria vede che le cose potrebbero essere diverse;
non vado sul prescrittivo, almeno non prima di aver osservato la realtà ;Secondo me sarebbe possibile trovare una via dei mezzo tra questi due estremi, invece noi siamo in pieno nel secondo paradigma, il quale è un circolo vizioso (a mio parere) perchè pensiamo che la soluzione ai problemi della tecnologia consista in "più tecnologia"... e secondo me non è la soluzione.
in via generale, le soluzioni nella società di massa sono state esattamente corrispondenti al più tecnologia, nel senso di più raffinata; le lampade a gas generavano incendi; anche la prima elettricità domestica era rischiosa; ora non più; i motori a scoppio inquinano, ma si cerca di alimentarli elettricamente con rinnovabili;
difficile che in tempi brevi un'idea ridondante come la libertà di movimento di chi sta in zone poco servite possa recedere; ed è ancor meno probabile che le attrattive potenziali della tecnologia vengano abbandonate, anche per la componente di eterogenesi dei fini; scopri una cosa apparentemente inutile per il fine che ti proponevi, ma decisiva per altre applicazioni; ogni innovazione presenta centinaia di potenziali nuove applicazioni in settori diversi; io credo sia impossibile fermare questa cosa, che, presumo, coprirà gran parte dell'occupazione in futuro, con un proletariato di massa della ricerca che tende a divenire borghesia;
quelli ti si impongono comunque, così come si imponevano ai cacciatori raccoglitori prima dell'avvento dell'agricoltura;Non è questione di classificare i bisogni, è questione di capire che l'umanità non può comportarsi come un bambino in un negozio di caramelle. Ma non per una questione etica, bensì per una questione di limiti fisici.
ora, volendo semplificare, come chiedi, si tratterebbe di capire se e come, eventualmente, sia pensabile di limitare normativamente i desideri, osservare se la cosa abbia mai funzionato in modo stabile e sostenibile in circostanze paragonabili alle nostre;
io osservo che - oggi - i comportamenti eco-sostenibili che sembri auspicare sono propri di società molto avanzate, in cui l'appagamento dei consumi e dei desideri di identità sociale è stato conseguito, e non di quelli in cui masse desideranti sono state tenute ai margini, per poi premere e sfogare altrimenti in modo cruento, o strumentalizzate in guerre;
il "bisogno" yankee di legalizzare le armi è indotto dalla NRA ? perché si dovrà pur dare una spiegazione del perché con una strage al mese sia così difficile a qualsiasi amministrazione convincere una maggioranza a rinunciare al diritto di armarsi, evidentemente radicato con motivazioni forti;
i cinesi vogliono l'auto, ma capiscono bene che la vorranno tutti, perciò investono nell'elettrico e nelle riciclabili, dato che input dell'inquinamento gli arriva forte e chiaro; la rivoluzione culturale l'hanno già sperimentata, ed è costata loro 11 milioni di morti per fame nel 66/67, oltre a tante altre cosette.