a parte che io non sono né ateo, né agnostico, ma non capisco perché l'oggetto "spiritualità" dovrebbe escludere qualcuno dal dibattito;
se ci fosse un 3d dedicato agli extraterrestri, alle facoltà paranormali, divinatorie o altro, oppure all'astrologia, dovrebbe essere aperto solo a chi ci crede ?
e se ci fosse una setta che affermi che gli anconetani sono tutti pedofili, dovrebbe avere il diritto di coltivare queste idee senza contraddittorio ?
perché, vedi, il limite dei tuoi ragionamenti è proprio quello di pretenderli avulsi dalla storia e dalla società; racconti e ti basi su una vicenda credendo alla quale è stato versato, e si continua a versare, infinito sangue; si continua a legiferare, imporre, usare violenza, dietro lo schermo di un dio che non ha mai visto nessuno;
e tu ti atteggi a vittima, non perché un interlocutore ti inibisce dall'esprimere il tuo pensiero, ma ti chiede solo conto della coerenza logica di quel sistema di idee; mi sa che pretendi un po' troppo, e le risposte che vengono dagli altri ti confermano quale sia il senso comune;
no, credere è un'azione; altrimenti non avresti gente che smette o inizia a farlo; ma può saperlo solo chi dice di credere; se questa voleva essere una negazione dello status di credente al kamikaze, beh, non funziona; non le dai tu le patenti; oltretutto, quello ci ha sacrificato la vita, ed è un po' difficile negargli la buona fede; forse, se qualcuno avesse inibito la pretesa di "verità" dei suoi ispiratori, le sue polveri sarebbero state bagnate e avrebbe ripensato all'opportunità di scambiare la sua vita e quella di tanti innocenti contro quel numero di vergini con cui ora dovrebbe accompagnarsi;Credere non è come tu pensi uno "status", come quello che hai più volte citato parlando del gusto delle pizze che è "palpabile", ma un "essere" che è "impalpabile".
le pizze non c'entrano; le cito solo a proposito dell'ambiguità di un discorso che rimanda ad una religione personale, priva di contenuti morali e limitata al benessere psicofisico, come fosse una psicoterapia o un'innocua meditazione new age;
appunto: se non lo puoi conoscere, come fai a porlo alla base di qualsivoglia dottrina morale, come invece fai, anche se ritrai la mano ?se non riusciamo neanche a conoscere noi stessi puoi immaginare come sia difficile conoscere Dio.........anche quando non c'è.
a meno di dire espressamente che il Gesù cui ti riferisci è solo uno psicoterapeuta, o un cuoco di cui sui vangeli si riepilogano le ricette: se ti piacciono, te le fai; altrimenti, va bene lo stesso, ed è indifferente;
il mio non è mica un giudizio morale, ma solo funzionale, per capire cosa affermi l'interlocutore; se uno ti dà un appuntamento a p.zza Cavour per le 18.00 e cinque minuti dopo dice: allora, ci vediamo al Passetto alle 18.00, gli chiederai chiarimenti, no ?
il punto è che tu ascrivevi alla coerenza di una persona la testimonianza della dignità - in questo caso divina - di quella dottrina alla quale si è coerenti; ma questo, evidentemente, vale per qualsiasi disciplina, anche criminale; il talebano che sgozza gli ostaggi è coerente, convinto di agire da buon credente; e non sei certo tu a potergli negare questo diritto;
io ho l'impressione che se gente simile abitasse ed operasse accanto a te senza delinquere in atto, quindi soggetta a repressione, saresti il primo a plaudire a chi cerchi di smontare i fondamenti di quelle pretese "verità" e non avresti tanto riguardo.