Originariamente Scritto da
axeUgene
non vedo il marcio, ma il
ritegno è evidentemente un lemma moralista, perché implica una misura, un giudizio di opportunità, sostanziato nel nulla; una parola vuota, intrinsecamente conservatrice, come la tautologia di Barthes, la Francia è la Francia (cioè, ha il diritto di agire da superpotenza);
se tu vedi ogni settimana uno diverso che ti piace e ci passi un po' di tempo non ti fai sfruttare più di quanto tu sfrutti lui; perché qualcuno dovrebbe precettarti un ritegno,
espressione della fiducia in te stessa e dell'amor proprio che ti imporrebbe... ma de che ?
la prima cosa che viene in mente, è una persona invidiosa, o nevrotica, che non scopa
in questo caso, mi riferivo più all'elaborazione del desiderio come etrodiretta:
il tipo di sollecitazioni dell'immaginario cui si trova per forza di fronte un'adolescente di oggi è tale che non è più funzionale il tipo di educazione che abbiamo ricevuto noi, del
non voglio sapere o vedere, non in casa mia... e guarda che non sto censurando i pelouches che si regalano i quindicenni innamorati;
il punto è che la tua pretesa educazione all'impegno e al ritegno, prima di tutto non colma l'angolo cieco che si crea tra quella e la scienza di sodomia del rapper con la catenona d'oro con un birillo come un avambraccio che è verosimilmente un approccio che si impone alla visuale della maggior parte degli adolescenti, assieme a tutto il resto dei "segni" collegati in termini di ideologia, atteggiamenti, epica, per cui nel pomeriggio si vede un emulo tatuato della spavalderia di Corona che si intrattiene con emule delle pornostar addobbate come quella del filmino; l'adolescente penserà che quella è la normalità, e che dietro le quinte dello studio quelli faranno incularella a ritmo di rap;
cioè, un ragazzo o una ragazza, si domanderanno:
perché si fanno queste cose ? è così che funziona ? gli adulti fanno questo, e lo dovrò fare anche io ?
se tu non sei in grado di spiegare che quella non è la realtà, ma una finzione, però qualcosa del genere si fa perché è piacevole e divertente, e non si tratta di qualcosa di cui vergognarsi, ma dici loro qualcosa che ha vagamente a che fare col sentimento, la risposta è elusiva; non spiega la realtà del desiderio, perché un adulto l'ha - forse - metabolizzata con un'esperienza che il ragazzo non ha; gli resta un angolo cieco dove non sa orientarsi, pressato tra un immaginario che ha sostituito il desiderio con un dover essere all'altezza di una finzione;
e il tuo che esprime la stessa eterodirezione, fa la stessa cosa, dal lato opposto, del
ritegno; cioè, gli suggerisce di nuovo quello spazio ignoto come occupato, condizionato in partenza da qualcosa di cui non può avere esperienza, come il sentimento maturo, strutturato in modalità di coppia impegnata, che a quel punto viene facilmente introiettato come un dovere, un prezzo da pagare per consentirsi il desiderio;
è ovvio che se cominci a strutturare la tua personalità desiderante su questo schema, più avanti con l'età troverai normale raccontare a te stesso e agli altri un sentimento emulato o malinteso, solo perché non hai un galateo e una morale per riconoscere e giustificare il desiderio, e la cosa ti crea disagio; ma questo ti spiega anche gli errori di investimento di coppia; e graziearca...
secondo te, sono poche o tante le persone che stanno in coppia o si sono sposate essendosi più o meno accontentate al ribasso, con la chiara o offuscata riserva mentale per cui, se si presentasse davvero e realisticamente qualcuno di più interessante e confacente al proprio ideale, con quella persona non starebbero nemmeno dipinte ?