
Originariamente Scritto da
axeUgene
beh, se poni il matrimonio come indissolubile, certo che postuli il costringere, una volta che sia venuta meno la fiducia, la stima, l'amore;
prova ad immaginare lo stato psicologico di una donna che si trovi un marito capace di picchiarla, iracondo o minaccioso; quello potrà anche fare uno sforzo per "comportarsi bene", ma la moglie vivrà costantemente nella paura e sarà inibita nella sua libertà di esprimersi, discutere, litigare, se necessario; un equilibrio di questo tipo avrà compromesso irreversibilmente qualsiasi ipotesi di famiglia;
queste parole del papa, che citi:
il consiglio del Papa, che ha ricordato ancora una volta le “tre parole magiche, ma importanti nel matrimonio”: permesso, grazie e scusa, riguardano una questione minore, riparabile, di relazione, che attiene all'ordinario di una coppia comunque solida, se è in grado di relazionarsi in quel modo;
ma il vero punto te lo sottolinea questa frase:
qui la Chiesa stessa ammette l'eventualità che il matrimonio sia irreparabilmente finito, e pertanto sorge l'esigenza di definire la sorte dei coniugi, che non possono essere condannati alla solitudine e alla castità perpetua, a causa del loro errore, o di quello altrui;
poi, nel nostro ordinamento, il matrimonio non è sottoponibile a condizione, e pertanto l'indissolubilità non sarebbe giuridicamente argomentabile in modo efficace, senza contraddire principi essenziali di volizione;
ma, fosse possibile, io sarei favorevole all'indissolubilità per legge del matrimonio cattolico, per una questione di chiarezza e coerenza; io;
la Chiesa, al contrario, sarebbe contrarissima, perché a quel punto davvero nessuno si sposerebbe più in chiesa e addio offerte e visibilità; la gran massa tiepida o fedele pro-forma si recherebbe ad una messa solo in occasione dei funerali; e non è l'immagine che la Chiesa vorrebbe accreditarsi.