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Lo strano scandalo. Ma è «laico» censurare l'uomo della Croce?
Ma è «laico» censurare l'uomo della Croce?
Maurizio Patriciello
mercoledì 26 giugno 2019

Il laico veramente laico non teme la fede così come il credente veramente tale non teme la compagnia della ragione. La fede non è, non può essere, solo un fatto privato, ha conseguenze sulla sfera pubblica. Se credo che ogni uomo è mio fratello mi impegno, anche in politica.
esattamente; ed è per questo che la fede va disciplinata come ogni ideologia politica, che deve essere legittima - se lecita - ma deve incontrare i limiti propri nelle sedi istituzionali, in quanto per sua natura divisiva, potenzialmente conflittuale;
ed è per questo che non esistono "esterni" da tacitare: se un politico brandisce - legittimamente - il rosario per il suo fine, che siano i blocchi navali o l'aversione alle unioni civili, io "esterno" devo potergli contestare la coerenza della sua dottrina di riferimento, che si fa ideologia, proprio perché "pubblica"; altrimenti devo sfoderare la sciabola da bersagliere e puntualizzare Porta Pia e tutto il resto, radicalizzarmi pure io;


La fede si esprime anche attraverso i simboli. Da duemila anni, la croce sulla quale Gesù è morto è cara ai cristiani. La venerano, in pubblico e in privato. Da duemila anni ha accompagnato i nostri antenati dalla nascita alla morte. Da duemila anni quei due legni incrociati hanno segnato il cammino della nostra terra. La troviamo dappertutto. Tra i sentieri di campagna, sulle vette dei monti, nelle piazze, in cima ai campanili, nei musei, nelle case. La troviamo dipinta e scolpita da artisti d’indiscussa fama, cantata e raccontata da poeti e scrittori. La troviamo addosso alle persone. Tanti cristiani, infatti, amano portare al collo la croce sulla quale il Figlio di Dio è morto. Liberi. Viviamo in un Paese libero, aperto, laico. Un Paese in cui c’è spazio per tutti.
c'è spazio finché qualcuno o molti non usano quella storia e quei simboli per escludere, cosa in effetti lecita e che l'articolista non può impedire, come dimostrano certi recenti rosari e invocazioni di madonne;
se io, domani mattina, decidessi di fondare un gruppo terrorista anti-islamico che compie attentati contro immigrati sotto il vessillo della croce, per la difesa delle radici cristiane, troverei un grande consenso;
mi dici: ma questo non è autenticamente cristiano ! certo, ma vallo a spiegare a quelli che intendono i simboli della loro identità del paese, del campanile, cosa che non puoi impedire;

Un Paese impregnato di cultura cristiana anche quando non te ne accorgi.Tante città, villaggi, monti, fiumi, contrade, spiagge portano il nome di un santo, della Madonna, degli angeli o di Gesù. Ricchezza? Limite? Memoria. Memoria di ciò che siamo stati e siamo.
certo, anche i ghetti;
questa storia è anche impregnata di usurpazioni della libertà in nome della religione; tanto per dirne una, senza quella tradizione, modificata solo in tempi recentissimi, non ci sarebbero stati nemmeno i campi di concentramento, di cui la dottrina del popolo deicida e i ghetti sono il prodromo;

Il laico veramente laico ne prende atto. L’uomo colto, qualunque sia la sua visione del mondo, sa quanto importante sia la conservazione e la comprensione della memoria. E fa di tutto per interpretarla bene e tenerla in vita. L’uomo libero legge la storia attraverso i libri, l’arte, la musica, la lingua, la toponomastica, la fede di un popolo. L’uomo liberamente laico non teme la religione, in particolare quella cristiana. [/COLOR]Sa bene, infatti, che l’Uomo della Croce non ha fatto, né potrà mai fare male a nessuno. È stato ucciso non ha ucciso. Fu offeso non offese. L’Uomo della Croce appartiene a tutti. A chi lo riconosce figlio di Dio e a chi vede in lui solo un martire dell’ingiustizia.
se così fosse, non sarebbero stati commessi tanti crimini in nome di quella croce, né di qualsiasi fede, come invece è avvenuto e accade tutt'ora;

Gli italiani liberi sono liberi anche di portare al collo una piccola croce come fa Marina Nalesso, conduttrice del Tg2. Anche se a qualcuno non piace e vorrebbe che la nascondesse sotto la maglietta. Che cosa suggerirebbero se un giorno un conduttore dovesse presentarsi con una cravatta con delle crocette disegnate al posto delle palline? Censuriamo la censura e torniamo a parlare di cose serie.
e cosa accadrebbe se una conduttrice di un servizio pubblico, pagato dal contribuente, ostentasse un velo islamico ? saremmo così possibilisti e tolleranti ? piacerebbe all'articolista ?
Nessuno è padrone della croce di Cristo.
appunto: nessuno è padrone di impedirne l'abuso, l'uso identitario, razzista o altro di divisivo o aggressivo;

ed è esattamente di questo che si parla quando si cita il simbolo nei luoghi istituzionali non al collo di una persona nella sua libertà privata;
l'articolista esordisce definendo la fede un fatto pubblico, per poi rivendicare una tipica libertà individuale di esporre il simbolo, che è un fatto eminentemente privato;
delle due, l'una: o stabiliamo che la fede è un fatto privato e, se mi piace, mi presento a condurre il tg pubblico con la collanina di qvelo di Guzzanti, o con un simbolo di Scientology o il velo;
oppure ammettiamo il rilievo pubblico delle idee religiose, che allora devono incontrare limiti nelle istituzioni, come qualsiasi altra ideologia che interagisca con la politica, senza franchigie particolari e trattamenti di favore.