Originariamente Scritto da
axeUgene
e allora ? io ti ho posto delle domande che sono il risultato delle menti più illuminate di tre millenni di storia della filosofia e della teologia, tra le quali santi della tua chiesa; roba che dovresti aver studiato a scuola;
il fatto che tu biasimi me per questo è eloquente su tante cose...
qui siamo proprio alle comiche e al surreale:
nelle tue spontanee e genuine parole il libertà, tu mi stai invitando a considerare esattamente l'idea che rifiuti quando te la propongo io, ma la tua padronanza di questi concetti è talmente nulla che nemmeno te ne rendi conto
di male in peggio:
dunque, io non postulo nulla su Dio, e ascolto solo quello che mi dici tu, che invece presumi di saperlo; dici che Dio ha dato la fede a te e a me no, ma non sai spiegare il perché e il senso di questa cosa; e a me sta pure bene, perché è esattamente quello che io sostengo come ipotesi più coerente in quel sistema, vale a dire una predestinazione; e per questo, secondo te, sarei superbo, perché riporto e cito passi di Paolo, Agostino, Lutero e tanti altri
ma poi esce il Cono mentalmente dissociato, che afferma questa cosa e al tempo stesso la smentisce e butta nel cesso qualsiasi elementare logica;
pongo a te la stessa domanda di fronte alla quale Arco fugge:
esistono piani, disegni divini, come la Passione di Cristo ?
se sì, era necessario che ognuno dei coinvolti facesse la sua parte per dare compimento a quel Disegno ?
è pensabile che il loro libero arbitrio potesse scombinare quel piano divino, agendo diversamente da quanto predestinato ? che so, Pilato decide di liberare Gesù, Giuda è ancora più avido e chiede 60 denari; non glieli danno e lui non tradisce; il popolo, ognuno dei popolani, simpatizza per Gesù invece che per Barabba; ecc...
oh, questi accadimenti sono definiti
necessari dalla tua chiesa, non dalle mie fantasie di superbo e presuntuoso, eh...
ma tu, come l'altro sapientone che attribuisce a me presunzioni e superbie e di cui condividi la padronanza dell'argomento, continui a investire me per il semplice fatto di far presente cose che si studiano a scuola