Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
se, come hai fatto, poni la questione della denatalità degli italiani, al netto dell'immigrazione, ne fai tu una questione etnica, laddove è solo una questione locale italiana di equilibrio sociale; come se quei ragazzi che hai visto nel filmato non fossero italiani; questo è razzismo, ti piaccia o no ammetterlo;
peraltro:

ma che dici ??? la popolazione mondiale raddoppia ogni 25 anni e mi parli di organismi internazionali preoccupati per la denatalità ???
solo uno stolto non capirebbe che questo non è sostenibile, visto che le risorse e le aree abitabili sono limitate;
50 anni fa gli egiziani - a poco più di uno sputo dalle nostre coste - erano 10 milioni; oggi sono 100 milioni, e tu parli di denatalità ??? i cinesi sono oltre un miliardo e mezzo e in procinto di essere superati dagli indiani...



il vero degrado sociale, conclamato e ubiquitario, è l'emersione di questa rivolta irrazionalista dell'ignoranza e della mitopoiesi di bassa lega che si erge a metro paritario della realtà: i vaccini determinano l'autismo, lo sbarco sulla luna non è mai avvenuto, il mondo è sottopopolato... chiunque si sente in diritto di diffondere qualsiasi scempiaggine e falso torni utile a propagandare le proprie fisime;

peraltro, tu fossi onesto avresti visto che io per primo condivido la preoccupazione per la denatalità e lo squilibrio demografico italiano, come questione di funzionalità sociale, non di morale, e questo per una questione ovvia:
il degrado, l'immoralità, possono essere solo minoritarie, dato un pool di valori: l'omicida, il ladro, quello che passa col rosso, trasgrediscono una regola introiettata dalla quasi totalità, che non uccide, non ruba, si ferma al semaforo;

ma quando la metà della popolazione adotta un determinato comportamento, non sei più di fronte al "degrado", ma ad un cambiamento di sensibilità generale; che può non piacerti, ma non è immoralità, devianza, per definizione; infatti:


o Cono, e son millenni che i vecchi si lagnano della "crisi dei Valori"; dei loro valori, del loro mondo...

ma il mondo è sempre andato avanti e, fosse vero quello che dici, tu dovresti essere in grado di indicarmi un passato moralmente migliore del presente;
non lo fai perché sei consapevole che in realtà non c'è alcun degrado morale e che i vecchi assetti erano semplicemente formule di potere diverse, oppressioni diverse;
il tuo paradigma è quello - poco evangelico, in verità - della delegittimazione metodica delle morali diverse dalla tua, che affermi ispirate a valori degradati; come se un tuo vicino e coetaneo cacciatore e carnivoro, turbato dalle tue scelte che mettono in discussione le sue, dismettesse il tuo essere vegetariano come "moda", disconoscendo le tue ragioni morali;
lo stesso fai tu con chi non aderisce alla tua ideologia della famiglia, che viene bollato come "egoista" o "edonista", quando in effetti è tutta gente cresciuta in quel modello e che avrà buone e sentite ragioni per evitarlo; nemmeno ti poni un problema di rispetto per le sensibilità e le ragioni altrui;

ma è un modo stupido di interloquire, in termini strettamente funzionali; forse il vicino cacciatore ha qualche probabilità di farti tornare carnivoro e magari averti accanto con la doppietta nel padule di Fucecchio contestandoti come "modaiolo" ? non credo...
l'unica spiegazione è che queste tiritere abbiano il solo scopo di un confortorio personale: si squalificano le scelte e si dismette l'esistenza altrui perché sono testimonianza del proprio dubbio di conformista spiazzato dal cambiamento, come tutti i vecchi che da millenni profetizzano una Fine del Mondo e dei Valori che da altrettanti millenni non avviene mai;

è, in senso meno opportunista, stupido perché con la sensibilità generale dovrai comunque fare i conti, anche in famiglia; non credo che i tuoi figli vivano integralmente nella tua stessa bolla ideologica; se non sei capace di accettare come legittime sensibilità diverse, come farai a convivere con la quota di scelte divergenti dai tuoi desideri che quelli inevitabilmente compiranno ?
Conosci la Susanna Tamaro? Non è una suora, non è una carmelitana scalza o un'esponente dell'azione cattolica. E' invece una delle menti più aperte e argute della nostra contemporanietà: Secondo te anche lei si sta solo lagnando? Non riprende oggi sui quotidiani quel che stiamo dibattendo?

In questo modo piano piano, in punta dei piedi, l’eterno è entrato nei miei pensieri. C’è il tempo e c’è l’eterno, mi sono detta a un certo punto, e noi siamo continuamente sospesi tra queste due dimensioni. Come la luce danza con il buio, come il maschile con il femminile, così il tempo danza con l’eterno. E questa danza è il grande mistero nascosto in ogni istante della nostra vita. I volti lividi e contratti della contemporaneità, il dilagare epidemico dei disturbi psichiatrici, la sempre più estesa follia di omicidi delle persone che dovrebbero essere amate – genitori sui figli, figli sui genitori, mariti sulle mogli, compagni sulle compagne – traggono origine in buona parte dall’oblio dell’eterno. Se la nostra unica dimensione è quella del tempo, se la nostra posizione è quella di Atlante che porta il peso del mondo intero sulle sue spalle, come facciamo a non sentirci schiacciati, a non essere travolti dagli strali della follia? Alla farfalla che batte gioiosamente le ali è stata legata una palla di piombo e si pretende che continui a volare leggiadra con quel macigno addosso. Possiamo dire che la nostra società è povera? Ricca di beni, ricca di merci ma molto povera, poverissima di visione dell’umano? Il mondo che ci ha consegnato la storia degli ultimi quattro secoli è un mondo dominato dalla razionalità. Consideriamo vero ciò che si può pesare, che si può misurare, che si può vendere e comprare, ciò che, sottoposto ai rigorosi criteri della scienza, risulta sempre assolutamente coerente. Sappiamo misurare con precisione ogni cosa ma non sappiamo più chiederci che origini abbiano le leggi che permettono all’universo di esistere. Le leggi della fisica, della chimica, della matematica, da dove vengono? Non le abbiamo inventate noi, siamo stati soltanto così genialmente curiosi e intelligenti da scoprirle. Ma quelle leggi ci precedevano. Esistevano già quando abbiamo assunto la posizione eretta. Erano tutte lì quando con fatica abbiamo articolato la prima parola attivando aree cerebrali che nessun altro animale è mai riuscito ad attivare. Senza quelle leggi l’universo, la vita che popola il nostro modesto pianeta – e probabilmente ne popola altri in qualche altra galassia – non avrebbe preso forma.
La nostra incapacità di leggere il cosmo attraverso la lente dell’umiltà ci fa affermare con stolida certezza che è solo il caso a reggere le redini del mondo. È questa la vulgata trasmessa ossessivamente ai nostri tempi, fin dagli anni dell’asilo. Ma basta essere anche mediamente disordinati per rendersi conto che il caso e l’ordine fanno a pugni uno con l’altro. Se io in camera mia, giorno dopo giorno, lascio le cose a caso, a un certo punto, per non venire sommersa dal caos, sono costretta a perdere diverse ore del mio tempo per riportare l’ordine. Cioè per rimettere ogni cosa nel luogo che fin dall’inizio le era riservato. Il caso insomma genera caos. Sarà ancora una volta un “caso” che le parole caos, caso e cosa – vale a dire, la pura materialità – siano in realtà termini anagrammatici? Certo, nei fenomeni fisici compaiono anche dei momenti di caos – le grandi catastrofi naturali, i vicoli ciechi evolutivi – ma credo si tratti in qualche modo della straordinaria creatività della forza vitale, la via scelta per riportare l’ordine, aprire nuovi orizzonti o chiudere storie che non avevano più senso di esistere. Se così non fosse, il nostro mondo non sarebbe diverso dal perfettissimo meccanismo di un orologio. Perfettissimo e noiosissimo, perché privo di elementi di innovazione e del fondamentale principio del libero arbitrio. Per contro, basta fare una passeggiata in un prato nel mese di aprile, per rendersi conto che l’energia della vita è dominata da un minuzioso ordine. I bombi visitano fiori che le api non sfiorano neppure, e viceversa, perché la diversa lunghezza delle loro lingule li rende atti a frequentare con successo una specie piuttosto che un’altra. I tarassachi splendenti come piccoli soli, le soldanelle, le pervinche, gli anemoni, i crochi ci parlano di un mondo che non è solo ordine, ma anche armonia, bellezza. E la bellezza ha una caratteristica imprescindibile: colpisce profondamente il nostro cuore. Inoltre non si può vendere né comprare, neppure misurare. È assolutamente gratuita. [...]

Per la nostra specie la mezzanotte è scoccata, come per Cenerentola. Abbiamo versato lo spumante e stiamo avvicinando le labbra al calice per bere il primo sorso. Ci riusciremo? Riusciremo a berne un altro e magari un altro ancora? Siamo comparsi sulla scena del mondo con un cambiamento climatico, sarà per le stesse ragioni che ce ne andremo? La nostra piccola meravigliosa Terra si trova in un equilibrio estremamente precario. Non occorre essere degli ideologi catastrofisti per affermarlo, basta semplicemente fermarsi lungo un corso d’acqua e accorgersi che in quell’acqua non c’è più vita o che semplicemente non c’è più l’acqua. Basta osservare la silenziosa ecatombe degli anfibi, l’inarrestabile strage delle api. La Terra ci sta chiedendo disperatamente di riattivare la profonda, calda e vivificante energia del nostro cuore, di purificare il nostro sguardo rendendolo nuovamente capace di distinguere con chiarezza ciò che è necessario da ciò che non lo è. Ci sta implorando di sostituire il frastuono con il silenzio perché solo il silenzio è capace di generare nuovamente parole ricche di senso. Riusciremo a godere di quelle deliziose bollicine oppure lasceremo che siano i topi a tuffarsi nelle coppe di champagne? Ancora una volta, la scelta dipende da noi.

https://www.avvenire.it/agora/pagine...retta-dal-caso

Splendido!