peccato che siano i fatti a parlare, la storia, quella documentata:
l'Italia ha scatenato una guerra razziale contro gli slavi, anche da prima del Fascismo; e i responsabili non hanno pagato, l'opinione pubblica pusillanime coltiva ancora il desiderio di trarsi fuori dall'adesione di massa - pochissimi esclusi - a quell'ideologia;
le commemorazioni hanno un senso se compiute da chi si assume le responsabilità; ne hanno un altro da chi rivendica l'eredità di ideologie ed esperienze che si vogliono appiattire e nascondere negli armadi della vergogna;
non vedo cosa ci sia di manicheo nei fatti: abbiamo aggredito noi la Jugoslavia, per ribadire e far valere una nozione di superiorità razziale, con operazioni studiate di pulizia etnica; e questa è stata la causa delle foibe; perché se io vengo a casa tua armato per rapinarti e farti schiavo o eliminarti, poi non mi posso lamentare se reagisci e, in un contesto in cui non c'è una "polizia" ragioni negli stessi termini;
una postilla, per chi ignora:
la questione è stata portata all'attenzione dell'informazione molto tardi non per il manicheismo della "sinistra" - soprattutto quella togliattiana degli anni 50, filo-sovietica e anti-titina - ma proprio per decisione dell'establishment democristiano e atlantista, che aveva tutto l'interesse a favorire l'allontanamento della Jugoslavia dal blocco sovietico; cosa puntualmente avvenuta nel 48;
non solo, ma il trattamento riservato ai profughi istriani in quegli anni da parte delle autorità - non certo di sinistra - fu vergognoso, proprio perché si voleva occultare la questione, dato che porla avrebbe portato alla luce le responsabilità militari degli anni precedenti e di molti che si erano riciclati sfuggendo alle epurazioni da barzelletta.







Rispondi Citando