Ok, ho partorito anch'io qualcosa di abbastanza assurdo per l'occasione
Divertitevi!
"Un Cannolo per domarli, un Cannolo per trovarli,
Un Cannolo per ghermirli e nel buio incatenarli,
Nella Terra dei Borbone, che verso l'Africa si tende".
"Messere Bumble, che stai dicendo?"
"Compare Jerda, dobbiamo partire"
"Ma sei Grullo? Partire per dove?"
"Un'importante missione ci chiama. Dobbiamo ritrovare il Cannolo del Potere, prima che lo forze oscure ne entrino in possesso, conquistando così un potere immenso sul mercato dei cannoli".
"Ti sei preso un colpo di sole?"
In quel momento un rumore interruppe la conversazione. I due si voltarono e un uomo,vestito con una lunga tunica bianca, si parò davanti a loro.
"Amici, state pronti, che è giunta l'ora di intraprendere un lungo viaggio" proclamò solennemente la figura.
Jerda lo guardò stranito: "Cono, ti senti bene?"
"Sono Condalf, membro del consiglio del cannolo e vostra guida in questo viaggio".
"Ok, ragazzi, torno subito". E così dicendo Jerda si precipita fuori, raggiungendo l'amica Follemente, che se ne sta ritta davanti a una finestra, scrutando l'orizzonte. "Folle, c'è qualcosa che non va!" esclama il toscano.
"Puoi dirlo forte! Al gioco del trono o si vince o si muore. Non c'è una terza possibilità! Ma soprattutto, come osi tu, subordinato, chiamarmi così? Io sono Cersei Follelannister, regina di Castel Granito, ed esigo rispetto!"
"Cosa stai dicendo?"
"Qui a Castel Granito c'è fermento. Stanno arrivando gli Stark. Tutto cambierà".
Jerda la fissa, sempre più stranito, e lei prosegue: "Un Lannister paga sempre i suoi debiti!".
Sconsolato Jerda si allontana, scende le scale e incrocia Kanyu: "Amico, non capisco cosa stia accadendo. Qui sembrano tutti impazziti", lo apostrofa."
Scusa ma ora non ho tempo. Devo andare alla Barriera. Cala la notte e adesso inizia la mia guerra".Jerda, sempre più allibito, lo fissa: "Aspetta, non mi dire.. ti chiami Snow per caso?"
"Sono Kanyu Snow, Lord comandante di Castello nero".
"Ehm... si, certo... scusa eh, devo andare".
Il povero Jerda scende un altro piano e si ritrova in cucina, dove Dark sta sorseggiando del liquido rossastro da un bicchiere.
"Oh meno male che sei qui e che non hai perso le buone abitudini" esclama rivolto all'amica.
Questa lo guarda con occhi persi nel vuoto e declama: "Noi tutti dobbiamo scegliere. Uomo o donna, giovane o vecchio, signore o contadino, le nostre scelte sono le stesse. Scegliamo la luce o scegliamo l'oscurità".
Jerda si mette le mani nei capelli: "Dark anche tu?"
"Sono la sacerdotessa rossa, Melisandre, e sono qui per compiere una missione. Devo risvegliare Azor Ahai, l'unico in grado di sconfiggere il male che sta arrivando".
Jerda corre fuori, ormai in preda all'angoscia. Sa che deve uscire da quel posto, il più alla svelta possibile. Corre a perdifiato lungo il vialetto d'ingresso, fino a un grande cancello. Ha quasi raggiunto la sua meta, quando due persone lo afferrano da dietro. Entrambi indossano un camice bianco.
"Ehilà Jerda, dove te ne volevi andare?".
Lui scalcia e si dimena, ma uno dei due gli fa un'iniezione nel braccio che ottiene subito l'effetto di calmarlo.
"C'è piuttosto fermento oggi, cosa ne dici, Pazza di Acerra?" dice il primo infermiere alla collega.
"Hai ragione, Axe. Oggi il manicomio è più caotico del solito" risponde lei, allontanandosi con l'ormai innocuo Jerda sottobraccio.