“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
Come previsto all'inizio da RdC, ecco la fiaba hittita:
Nupíieir ja-ta tameta laba lugali DINGIRMEŠ KURMEŠ ma-ni-ja-aḫ-ḫi-ir da-a-ir-ma-at URUḫa-at-tu-ši na-aš-ši pí-ú-e-ni SIG5-an-du-⌈uš⌉ Naha. ZÍZtar kui-ša MAŠ PA-RI-SI šunna-i ŠE-xmaši .
semel in anno licet insanire, cotidie melius
Per la serie... mamma li turchi!!
Bambol utente of the decade
Alla fine arriva un barboncino mangiafuoco e tutto finisce in un falò.
un po' di possibile, sennò soffoco.
G. Deleuze
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
Ok, ho partorito anch'io qualcosa di abbastanza assurdo per l'occasione
Divertitevi!
"Un Cannolo per domarli, un Cannolo per trovarli,
Un Cannolo per ghermirli e nel buio incatenarli,
Nella Terra dei Borbone, che verso l'Africa si tende".
"Messere Bumble, che stai dicendo?"
"Compare Jerda, dobbiamo partire"
"Ma sei Grullo? Partire per dove?"
"Un'importante missione ci chiama. Dobbiamo ritrovare il Cannolo del Potere, prima che lo forze oscure ne entrino in possesso, conquistando così un potere immenso sul mercato dei cannoli".
"Ti sei preso un colpo di sole?"
In quel momento un rumore interruppe la conversazione. I due si voltarono e un uomo,vestito con una lunga tunica bianca, si parò davanti a loro.
"Amici, state pronti, che è giunta l'ora di intraprendere un lungo viaggio" proclamò solennemente la figura.
Jerda lo guardò stranito: "Cono, ti senti bene?"
"Sono Condalf, membro del consiglio del cannolo e vostra guida in questo viaggio".
"Ok, ragazzi, torno subito". E così dicendo Jerda si precipita fuori, raggiungendo l'amica Follemente, che se ne sta ritta davanti a una finestra, scrutando l'orizzonte. "Folle, c'è qualcosa che non va!" esclama il toscano.
"Puoi dirlo forte! Al gioco del trono o si vince o si muore. Non c'è una terza possibilità! Ma soprattutto, come osi tu, subordinato, chiamarmi così? Io sono Cersei Follelannister, regina di Castel Granito, ed esigo rispetto!"
"Cosa stai dicendo?"
"Qui a Castel Granito c'è fermento. Stanno arrivando gli Stark. Tutto cambierà".
Jerda la fissa, sempre più stranito, e lei prosegue: "Un Lannister paga sempre i suoi debiti!".
Sconsolato Jerda si allontana, scende le scale e incrocia Kanyu: "Amico, non capisco cosa stia accadendo. Qui sembrano tutti impazziti", lo apostrofa."
Scusa ma ora non ho tempo. Devo andare alla Barriera. Cala la notte e adesso inizia la mia guerra".Jerda, sempre più allibito, lo fissa: "Aspetta, non mi dire.. ti chiami Snow per caso?"
"Sono Kanyu Snow, Lord comandante di Castello nero".
"Ehm... si, certo... scusa eh, devo andare".
Il povero Jerda scende un altro piano e si ritrova in cucina, dove Dark sta sorseggiando del liquido rossastro da un bicchiere.
"Oh meno male che sei qui e che non hai perso le buone abitudini" esclama rivolto all'amica.
Questa lo guarda con occhi persi nel vuoto e declama: "Noi tutti dobbiamo scegliere. Uomo o donna, giovane o vecchio, signore o contadino, le nostre scelte sono le stesse. Scegliamo la luce o scegliamo l'oscurità".
Jerda si mette le mani nei capelli: "Dark anche tu?"
"Sono la sacerdotessa rossa, Melisandre, e sono qui per compiere una missione. Devo risvegliare Azor Ahai, l'unico in grado di sconfiggere il male che sta arrivando".
Jerda corre fuori, ormai in preda all'angoscia. Sa che deve uscire da quel posto, il più alla svelta possibile. Corre a perdifiato lungo il vialetto d'ingresso, fino a un grande cancello. Ha quasi raggiunto la sua meta, quando due persone lo afferrano da dietro. Entrambi indossano un camice bianco.
"Ehilà Jerda, dove te ne volevi andare?".
Lui scalcia e si dimena, ma uno dei due gli fa un'iniezione nel braccio che ottiene subito l'effetto di calmarlo.
"C'è piuttosto fermento oggi, cosa ne dici, Pazza di Acerra?" dice il primo infermiere alla collega.
"Hai ragione, Axe. Oggi il manicomio è più caotico del solito" risponde lei, allontanandosi con l'ormai innocuo Jerda sottobraccio.
Ultima modifica di dark lady; 16-03-2020 alle 17:51
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
Brava, Dark, fantasia sbrigliata!
Direi (tra le altre) una splendida ricostruzione del mitico "Trono".
Complimenti dark, davvero brava!
Grazie a tutti!
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
Capitan Bumble aveva mantenuto la promessa. Con la sua splendida "Regina dei Mari"... un vecchio piroscafo, ancora robusto ed efficiente, aveva raccolto tutti i suoi amici esuli dal corona-virus :
Dark Lady, Pazza di Acerra, LadyHawke, Regina d'autunno, Follemente, Axe, Cono, Jerda, Kanyu... e tutti gli altri frequentatori abituali del famoso circolo culturale di discutere erano a bordo.
Messi in salvo i più... a Capitan Bumble rimaneva solo una persona da salvare. L'amica Efua infatti, era prigioniera della "Perfida Albione". Gli scellerati governanti di quelle terre, avevano deciso di
sottoporre la propria popolazione alla cosiddetta "immunità di gregge". Una teoria folle, partorita da menti perverse, dedite solo al profitto e al benessere economico, disposte a sacrificare una parte della
loro stessa popolazione, i più deboli e bisognosi, pur di non prendere nessun provvedimento che potesse mettere a rischio la loro economia. Questo, purtroppo valeva anche per tutti gli stranieri residenti,
i quali, impossibilitati a lasciare il paese, erano obbligati a condividere, loro malgrado, il triste destino riservato a tutta la popolazione.
Non si poteva abbandonare Efua, pertanto, lasciate le coste italiane, con la nave carica di viveri e combustibile, Capitan Bumble si dirigeva verso in canale della Manica per completare la sua missione.
Un viaggio lungo e faticoso, non privo di rischi, specie lungo la costa atlantica. Capitan Bumble aveva "arruolato" tutti i passeggeri salvati dalla tremenda epidemia e aveva dato loro delle specifiche mansioni :
1° ufficiale di coperta : Pazza di Acerra
2° ufficiale di coperta : Jerda
3° ufficiale di coperta : Kanyu
Direttore di Macchina : Axe
1° ufficiale di macchina : Gatto
2° ufficiale di macchina : Resto del Carlino
3° ufficiale di macchina : King kong
Medico di bordo : Ilia
Infermiere : Follemente
Cappellano di bordo : Conogelato
Marconista : Biodeista
Nostromo : Mister X
Elettricista : Dietrologo
Ingrassatore : Tiberio
Fuochista : Crepuscolo
Marinaio specializzato : Turbociclo
Marinaio specializzato : Bauxite
Marinaio : Vega
Marinaio : Tommaso
Marinaio : LadyHawke
Cuoco : Regina d'Autunno
Barman : Dark Lady
Addetti alla sala : Elcozia / Breakthru
Mozzo : XmanX
Giovanotto di coperta : Sandor
Giovanotto di macchina : Las Vegas
La “Regina dei mari” era una nave costruita durante la fine degli anni ’30. Era una nave a vapore, un piroscafo quindi, in gergo. Un tempo le sue caldaie venivano alimentate dal carbone, ma, durante una
ristrutturazione avvenuta circa vent’anni dopo, venne convertita in modo da bruciare nafta pesante che a sua volta riscaldava l’acqua contenuta nelle caldaie, la quale, trasformata in vapore e spinta ad alta
pressione, metteva in movimento le motrici alternative che facevano girare le eliche. Surclassato dalle moderne motonavi, le quali, utilizzano i motori a combustione interna, questo piroscafo, da tempo non
navigava più i mari, purtuttavia, rimaneva solido ed efficiente poiché unico esemplare ancora esistente e utilizzato come sorta di museo galleggiante. Ma cosa più importante, era di proprietà esclusiva di
capitan Bumble.
piroscafo.jpg
Preso il mare e stabiliti i turni di servizio in coperta e sottocoperta, ebbe inizio l’epica avventura. Tracciata la rotta iniziale, la “Regina dei Mari” solcava orgogliosa il mare, fiera e possente, così come gli anni ruggenti che
la videro protagonista di numerose traversate oceaniche. Il primo ufficiale di Coperta, Pazza di Acerra, impartiva la rotta al marinaio al timone, Vega, la quale eseguiva gli ordini ricevuti senza esitare. La Regina dei Mari,
non era una nave moderna dotata di strumentazione satellitare. L’equipaggio doveva navigare a vista, consultando mappe e il cielo stellato per mantenere la giusta rotta. Compito che richiedeva pazienza e abilità.
Il medico di bordo, Ilia, coadiuvata dall'infermiera Folle, allestiva le cabine adibite ad ospedale di fortuna, nel caso qualcuno dell’equipaggio presentasse sintomi influenzali. Durante la convulsa operazione di recupero, non
vi era stato tempo per verificare la possibile positività dei profughi al corona virus ed ora, era importante più che mai, impedire un epidemia a bordo che mettesse a repentaglio la missione.
I viveri erano abbondanti. Numerose tipologie di alimenti erano presenti a bordo, Specialmente alimenti quali crauti e agrumi vari, ricchi di vitamina C , utile per evitare lo scorbuto, ma anche per rafforzare le difese immunitarie.
Benché Capitan Bumble per primo, odiasse i crauti, aveva impartito al cuoco, Regina D’autunno, severi ordini di presentarli a tavola tutti i giorni, come contorno. Nessuno poteva rifiutarsi di mangiarli.
Il resto dell’equipaggio svolgeva con la massima attenzione i propri compiti. Il Cappellano di bordo, Conogelato, si apprestava a preparare uno dei saloni principali, quale cappella per la funzione della
santa messa o per quanti volessero raccogliersi in preghiera per i propri cari, rimasti a terra. Purtroppo, non vi era spazio a bordo per tutti i famigliari di ogni singolo componente dell’equipaggio.
Siracusa 15 Marzo 2020 – Diario del Capitano.
Ore 08:00 radunato l’equipaggio ed effettuati tutti i controlli preliminari : verificati gli approvvigionamenti di viveri, combustibile e medicinali vari, assegnati ruoli e cabine per ogni componente dell’equipaggio
i quali, alloggeranno in cabine biposto, eccetto il comandante, naturalmente.
Ore 10:00 adunata dei marinai in coperta e ordinato il “pronti a muovere”. Dato ordine di allestire le macchine, le quali saranno pronte in circa due ore, così come comunicatomi dal Direttore.
Ore 12:00 il Direttore di macchina, Axe mi da il “Pronto in macchina”. Ordino al nostromo il “Tutti ai posti di manovra” predisponendo i marinai e ordinando loro di “Mollare le cime” .
Ore 12:15 la nave ha mollato le cime, orino il “pari avanti adagio” al Direttore di Macchina attraverso il megafono interno e al timoniere la “Barra tutta a dritta” per allontanarmi dal posto di ormeggio.
Ore 13:00 “Alla via così”. Rotta sud-sud-ovest. Inizia la traversata. Prima destinazione Gibilterra. Lascio il comando al Primo ufficiale di Coperta, Pazza, coadiuvata dal Secondo ufficiale, Jerda e dal timoniere, Vega.
Mi ritiro nella mia cabina. L’equipaggio è allegro e motivato. Il cielo sereno. Il mare, leggermente mosso. Numerose avventure e peripezie ci attendono prima di completare la missione.
Ultima modifica di bumble-bee; 17-03-2020 alle 08:04
Bambol utente of the decade