Citazione Originariamente Scritto da LadyHawke Visualizza Messaggio
Interessante pure notare che se da un lato la cultura e la moralità dei più anziani condannava la libertà sessuale femminile, e il divorzio esaltando la famiglia dall'altro lato era ancora favorevole e tollerante verso le case chiuse, quindi alla prostituzione, ritenendo sbagliata la legge Merlin.
beh, certo; l'assetto della famiglia "tradizionale" si fonda sulla prostituzione a latere, come un motore a scoppio deve avere lo scappamento; perché altrimenti tutti i giovani e meno giovani, scapoli o sposati, avrebbero potuto insidiare donne "virtuose" o ragazze illibate;

del resto, stabilire la "virtù" nell'imene intatto, il "dono", trasforma una relazione in una cosa, che viene irreversibile modificata e perde il suo pregio, non se la piglia più nessuno; un dramma, soprattutto per i poveri; prostituzione o convento;
tra i poveri c'era più affetto e comprensione, perché la memoria di qualche persona di famiglia coinvolta e la prassi degli uomini erano vicine; sono i piccolo borghesi istruiti a fare più la morale, quelli già capaci di rivestire la famiglia di un apparato di idee morali, dove per i proletari era una condizione di sopravvivenza, non di conformità;

Senza contare poi l'ignoranza e non accettazione verso l'omosessualità.
questa è una cosa recentissima, davvero; in ambienti borghesi e alto-borghesi, per via della frequentazione con l'arte, la letteratura e lo spettacolo, per molti decenni c'è stata una certa "tolleranza", che non andava fraintesa con accettazione nel senso che possiamo intendere oggi; il borghese vero - non i piccolo borghesi di cui diceva Moravia - doveva essere "uomo di mondo" e non scandalizzarsi; ma al tempo stesso non poteva essere frainteso dal popolo come partecipe di quei comportamenti eccentrici delle persone cui si accompagnava alle feste, in vacanza, il nome della moda, l'artista, ecc...
la stessa omosessualità sarebbe stata censurata e non gradita o tollerata nell'impiegato o fattorino della propria azienda;

l'accettazione che dici passa per la televisione e la familiarità con certi personaggi, sdrammatizzati dalla frequentazione quotidiana; arriva più con Ferro, Mika, Platinette e Malgioglio nei programmi "per famiglie e nonnine" su Rai1 e Mediaset: lo spettatore non vede più un estraneo eccentrico e individuabile come minaccia morale, ma l'essere umano con le sue storie su cui prendere parte, quasi sempre talmente normale e banale, oppure divertente;

Devo dire meno male che la società si è evoluta e non siamo restati fermi a quell'epoca.
una cosa interessante sarebbe osservare consapevolmente come avviene l'evoluzione;

perché nella nostra logica, intuitivamente consolidiamo quell'evoluzione in un processo lineare di formazione del giudizio, in modo ideologico, strutturato; una cosa che in realtà viene elaborata a posteriori, quando il comportamento "evoluto" diviene la norma;

tipicamente si crede che il processo sia linearmente "morale" e poi "materiale", la consuetudine; cioè, c'è un'idea morale di fono, e in base a quella le persone, o la Società, come pensa Cono, "decidono" di abbandonare la morale precedentemente dominante, in un processo lineare;

in realtà, si tratta di un processo a scaglioni sociali, mosso sempre da un conformismo, ma di emulazione, per cui gli strati sociali "inferiori" emulano i comportamenti di quelli che ritengono "superiori", per essere assimilati a quelli; avviene per tutto ciò che è stile di vita, dall'abbigliamento alle vacanze, l'alimentazione, ecc... e avviene anche per i comportamenti famigliari e sessuali e la stessa etica;

l'emulazione delle classi agiate è il motore più potente di tutti, e le idee vengono elaborate e assimilate dopo, quando ci si è mimetizzati e si vuole convivere con quel mondo di aspirazioni e costumi diversi;
per questo il modo di porsi censorio è controproducente, visto che manda il messaggio di rassegnazione ad una condizione percepita come subalterna, che nessuno vuole.