Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio


questo non lo dico io, ma la storia dell'umanità: da millenni ci sono pensatori anziani che ad ogni generazione vaticinano il tramonto della civiltà; lo hanno detto persino i vegliardi della Roma imperiale, accusando la tua croce di essere veicolo di quel degrado;
puntualmente, la società va avanti e i valori cambiano; la fine del tuo mondo non è la Fine del mondo;
il tipo umano su cui si fonda la tua idea non esiste più, e anche chi cerca di emularlo non ci crede, fa finta, deve raccontarsi favole, perché vive immerso in una sensibilità diffusa diversa; che ci vuoi fare ?


io ti sto segnalando che nessuno nella storia è mai riuscito a imporre i sentimenti e a governare certe pulsioni fondamentali; è un fatto; lo vuoi ignorare ?
liberissimo di farlo e vivere in quella porzione di umanità diffidente e inacidita, che giudica invece di comprendere le sensibilità e le motivazioni altrui;
per me, non c'è niente di peggio che vivere e invecchiare con questo sentimento, ma credo di non essere il solo, viste le risposte che ricevi.
Ma ne fai una questione di audience, Axe? La Verità è sempre scomoda, impopolare, fastidiosa....e certo non si misura coi likes, con gli applausi e con le classifiche (18 sono single, 12 separati, 8 divorziati, 4 sposati eccetera ). Di nuovo siamo finiti in un vicolo cieco: Per te quel che conta è la legge, fatta in definitiva dalle esigenze di "libertà" dell'individuo. Per me invece, è proprio tale esigenza portata all'eccesso che sta spingendo la Società verso una deriva etica dalla quale sarà durissima risalire. Quei pensatori sono solo Cassandre? Magari, i troiani, avessero ascoltato Cassandra, amico mio. Magari!
Io credo invece che ci stiano indicando una via. Diametralmente opposta a quella che stiamo ahimè percorrendo....

“non è vero che la felicità significhi una vita senza problemi. La vita felice viene dal superamento dei problemi, dal risolvere le difficoltà. Bisogna affrontare le sfide, fare del proprio meglio. Si raggiunge la felicità quando ci si rende conto di riuscire a controllare le sfide poste dal fato, ci si sente persi se aumentano le comodità”. Tanto più siamo in grado di combattere, lottare, di fare scelte significative, tanto più si accorcerà la distanza che ci separa dalla felicità. Una lotta che, tuttavia, non va affrontata in modo solitario.
Negli ultimi decenni le persone hanno infatti imparato sempre più a essere indipendenti, a non dipendere dagli altri, facendo di tutto per star bene da soli, per star bene con sé stessi. Ma, secondo Bauman, questa è la direzione sbagliata. Le persone che sanno essere indipendenti stanno perdendo piano piano la capacità di convivere con gli altri, perché hanno perso l’abilità a socializzare. “Più sei indipendente – dice Bauman - meno sei in grado di controllare la tua indipendenza e rimpiazzarla con una piacevole interdipendenza”. D’altra parte è comprensibile: relazionarsi con le persone è terribilmente complicato, per farlo bisogna essere in grado di accettare compromessi, di andare incontro alle esigenze altrui, di avere pazienza. E’ complicato, certo, ma è dalle relazioni che nasce la felicità, non dall’indipendenza. Secondo Bauman, “alla fine l’indipendenza porta a una vita vuota, priva di senso, e a una completa assoluta inimmaginabile noia”.

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Garantiti dalla legge, ma terribilmente soli, Axe. Soli e infelici.