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Io credo che Gesù avesse una visuale più ampia per via delle prove pratiche di fede in lui che incontrava.
Da come si evince dai Vangeli, per Gesù chi gli credeva era come se avesse creduto direttamente in Dio, questo significava che lui stesso si riteneva essere la "parola", la "voce"ed il "pensiero" di Dio, di poterlo leggere nella sua mente.
Pur essendo ebreo riuscì a fatica ma volentieri ad espandere la sua parola oltre i confini perché lo cercavano.
Ce ne sono vari di esempi che testimoniano la mia idea, ad esempio la guarigione della figlia di una Siro-fenicia.
Secondo me Gesù rimaneva positivamente meravigliato dalle loro profonde risposte che oltrepassavano ogni limite di appartenenza; infatti a quella specie di rifiuto che Gesù diede e che tu hai inteso esaltandolo leggermente
:
"Lascia prima che si sfamino i figli; non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini"
La donna Siro-fenicia gettandosi ai suoi piedi replicò supplicandolo:
"Si, Signore, ma anche i cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli".
E sua figlia fu sanata, proprio per la risposta di gran fede della madre verso Gesù.
Neanche il più esperto sacerdote o fariseo più pio avrebbero potuto mai dare una risposta così coinvolgente, forse il centurione romano.
Per me il male scacciato da Gesù produce solo amici, tale bene non può avere nemici se non per invidia.
Ultima modifica di crepuscolo; 10-01-2021 alle 14:09
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