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Discussione: Flashback sull'Italia

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  1. #9
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Citazione Originariamente Scritto da LadyHawke Visualizza Messaggio
    È forse la prima volta nella storia che la civiltà occidentale attraversa un periodo di decadimento?
    Quali sarebbero questi "certi grandi valori, ideali alti e nobili?"
    A quale periodo "storico d'oro", di grandi valori e ideali ti riferisci?
    L'impero romano?
    Diccelo quale periodo si stava meglio.
    Il secolo scorso? Quando il periodo della prima guerra mondiale? Quello della seconda?
    L'800? Il medioevo? Gli anni del dopoguerra e boom economico?
    Io mi ritengo fortunata ad essere nata e vissuta in questa epoca e non nel secolo scorso come la mia nonna materna che è morta a 59 anni dopo aver sfornato 7 figli viventi più quelli persi per strada mai nati, vissuta nella povertà e miseria della mezzadria, privandosi del boccone per cercare di darlo ai figli, quasi morta per infezione da parto, mia madre non sarebbe neanche nata e di conseguenza manco io, o forse chi può dirlo sarei stata altro, l'unico "divertimento" dell'epoca era sfornar figli, perchè una donna doveva essere sempre disponibile, il marito manco bono a saltar la quaglia!
    Nonna paterna idem altri 7-8 figli vissuta fino a 76 anni più del marito morto a 63.
    Solo il nonno materno è campato fino a novant'anni.
    No Cono io non farei a cambio con la loro vita di miseria, fatta solo di duro lavoro e ripetute gravidanze, tante bocche da sfamare in qualche maniera.
    Tutto ciò mentre nel periodo in cui ipoteticamente si sarebbe dovuti star meglio di oggi imperversava la guerra.
    E già...oggi si vive più a lungo, ho quasi raggiunto l'età in cui è morta la mia nonna e mi auguro di superarla come è stato per mia madre .
    Pensa se invece fossi nata in Siria, oppure Afganistan, o in qualche sperduta tribù africana in lotta dove ci saranno "valori e ideali più nobili"
    Ecco tutto sommato per quanto ogni epoca storica ha i suoi pro e contro sono felice di essere nata in questa epoca e non nel passato dei miei avi.
    Non solo mancano gli Ideali, Lady, i Valori, la Morale, l'Etica....
    Il dramma grosso che ci sovrasta è aver elevato a modello quelli che rimangono indubbiamente dis-valori: L'egoismo, l'individualismo, il narcisismo, la carriera, il denaro, il potere eccetera.
    Non si tratta quindi, in ultima analisi, di avere nostalgia del passato e neppure di affermare (come fai te) che tutto sommato adesso non c'è la guerra, ci sono i diritti, i sussidi e le tutele. Tanto basta.
    Si tratta di RIEDIFICARE un'Umanità Nuova! Un Nuovo Umanesimo, se vuoi. Dove al centro ci sia la Persona in quanto tale. E non i soldi! L'intrinseca Dignità dell'Uomo e della Donna. E non come ingannarli e narcotizzarli col denaro.

    "Si può fare qualcosa di utile contro il crollo delle nascite? Ovviamente sì. Ma chiunque volesse
    cimentarsi nell'impresa dovrebbe tenere conto di un aspetto che può
    sconfortare: per ridare linfa alla natalità non basta il pur indispensabile
    impegno per cercare di colmare la distanza che ci separa dai Paesi con assegni per i figli più generosi, un fisco
    più leggero per chi ha famiglia e misure più incisive per favorire la conciliazione casa-lavoro. Intendiamoci, è tutto molto più che necessario: è
    dovuto. Ma ogni sforzo dovrebbe fare i conti con una cultura che ha messo i figli fuori dall'orizzonte del dono,
    trasformandoli in un bene desiderato ma non primario, a volte un lusso,
    altre un optional.

    Non è un problema solo italiano, è globale. In tutto il mondo sviluppato i tassi di fecondità sono sotto il tasso di sostituzione di 2,1 figli per donna necessario a garantire la stabilità della popolazione. Ciò a cui si sta assistendo è
    una convergenza verso la cifra di 1,7 figli. Lyman Stone, economista americano esperto di questioni demografiche, nell'indicare questa tendenza ha
    parlato di un «new normal della natalità», una specie di nuovo standard equiparabile alla «stagnazione secolare»
    dell'economia, concetto proposto dall'ex segretario al Tesoro Usa Larry Summers. E come le banche centrali sembrano avere le armi spuntate quando
    cercano di incidere sull'inflazione con
    la leva monetaria, anche i governi oggi paiono impotenti nel tentativo di
    contrastare il declino demografico e
    l'invecchiamento della società. Perché
    la società è cambiata e di Mario Draghi della natalità non se ne vedono all'orizzonte. A questi giovani che si sono trovati a fare i conti con le macerie della prima
    globalizzazione, papa Francesco ha volto diversi appelli accorati, anche usando parole di forte impatto: «Abbiate il coraggio di scelte definitive», «non
    fatevi rubare il futuro», «abbiate il coraggio della felicità». Il problema è che
    chi ha "rubato" il futuro ai giovani non
    è in grado di restituirlo, perché sul banco degli imputati non c'è solo la generazione degli adulti, i figli del babyboom o i loro predecessori, ma un'intera cultura e una visione del mondo.
    Ed è al confronto con questo ostacolo
    che sembrano riferirsi i richiami di
    Francesco, quando ad esempio parla
    di «una società spesso ebbra di consumo e di piacere, di abbondanza e
    lusso, di apparenza e narcisismo».

    Che cosa ci ha portati a questo? Nel
    suo ultimo libro, "Il capitalismo e il sacro" (Vita e Pensiero-Avvenire), l'economista filosofo Luigino Bruni, editorialista di questo giornale, invita seriamente a riflettere sulla «devastazione
    umana e sociale prodotta dalla cultura-religione-idolatria» rappresentata
    dal capitalismo. Sotto accusa è la società dell'iper-consumo, un sistema economico e culturale che nel suo franare sembra travolgere tutto, anche gli
    ultimi scampoli di umanità.
    Sul New
    York Times, in una lunga analisi dal titolo emblematico, "The end of babies",
    "La fine dei bambini", Anna Luoie Sussman individua una possibile via d'uscita: «Il primo passo è rinunciare all'individualismo celebrato dal capitalismo e riconoscere l'interdipendenza
    che è essenziale per la sopravvivenza
    a lungo termine».
    Abbiamo condannato, a ragione, il comunismo, ma anche il capitalismo si
    sta mangiando i bambini. L'ultima
    "stazione" di questo "culto" che ha eretto l'egoismo a "regola di vita" sta
    conducendo all'estinzione della specie.


    https://raffaellocortina.mediabiblos...26-11-2019.pdf

    per il Papa questa trasfusione della memoria ci permette di ispirarci al passato per affrontare con coraggio il complesso quadro multipolare dei nostri giorni, accettando con determinazione la sfida di «aggiornare» l'idea di Europa. «Un'Europa capace di dare alla luce un nuovo umanesimo basato su tre capacità: la capacità di integrare, la capacità di dialogare e la capacità di generare. Siamo invitati a promuovere un'integrazione che trova nella solidarietà il modo in cui fare le cose, il modo in cui costruire la storia.

    Poi il Papa ricorda il suo intervento al Parlamento di Strasburgo nel 2014, quando parlò di una «Europa nonna. Dicevo agli eurodeputati che da diverse parti cresceva l'impressione generale di un'Europa stanca e invecchiata, non fertile e vitale, dove i grandi ideali che hanno ispirato l'Europa sembrano aver perso forza attrattiva; un'Europa decaduta che sembra abbia perso la sua capacità generatrice e creatrice. Che cosa ti è successo, Europa terra di poeti, filosofi, artisti, musicisti, letterati? Che cosa ti è successo, Europa madre di popoli e nazioni, madre di grandi uomini e donne che hanno saputo difendere e dare la vita per la dignità dei loro fratelli?»

    I progetti dei Padri fondatori, «araldi della pace e profeti dell'avvenire, non sono superati: ispirano, oggi più che mai, a costruire ponti e abbattere muri. Sembrano esprimere un accorato invito a non accontentarsi di ritocchi cosmetici o di compromessi tortuosi per correggere qualche trattato, ma a porre coraggiosamente basi nuove, fortemente radicate» dice Papa Francesco. Come affermava Alcide De Gasperi, «tutti egualmente animati dalla preoccupazione del bene comune delle nostre patrie europee, della nostra Patria Europa», ricominciare, senza paura un «lavoro costruttivo che esige tutti i nostri sforzi di paziente e lunga cooperazione».
    Insomma, per il Papa questa trasfusione della memoria ci permette di ispirarci al passato per affrontare con coraggio il complesso quadro multipolare dei nostri giorni, accettando con determinazione la sfida di «aggiornare» l'idea di Europa. «Un'Europa capace di dare alla luce un nuovo umanesimo basato su tre capacità: la capacità di integrare, la capacità di dialogare e la capacità di generare.

    https://st.ilsole24ore.com/art/notiz...B&refresh_ce=1
    Ultima modifica di conogelato; 05-02-2021 alle 01:02
    amate i vostri nemici

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