Se posso ti rispondo ioMa anche senza essere credenti, si riconosce che l'Uomo può agire seguendo una sua Etica, una sua Morale o secondo Valori e Princìpi in grado di orientarlo nella Vita. Anche te, rifletti, ogni volta che mi leggi provi un moto di rabbia e di disappunto: Cos'è che ti impedisce di farmi fuori? O meglio, cosa ti impedirebbe di uccidermi, qualora ci incontrassimo? Come la o lo chiami?
L'uomo ha imparato a concedersi una tregua dallo scannare il suo prossimo per proprio tornaconto, in gruppo si caccia di più, si coltiva di più, ci si scalda si più, ci si difende meglio. questo dal punto di vista pratico da qui le leggi che regolamentano l'omicidio. Regolamentano, non vietano, puoi uccidere in guerra e per difesa personale
Abbiamo poi la particolarità di commuoverci e partecipare della sofferenza altrui, chi più chi meno, chi niente (di norma alcuni questi ultimi se trattati medicalmente per tempo non sono pericolosi), che probabilmente è una conseguenza del lato pratico che ti ho esposto sopra. Se mi accorgo che un individuo del mio clan è in sofferenza, accorro, lo aiuto e cosi aiuto il clan ed infine me stesso, quindi l'evoluzione potrebbe aver favorito i membri più compassionevoli di un gruppo mentre quelli troppo aggressivi venivano esiliati (cosa che fanno anche le scimmie) condannandoli di fatto alla morte.
Esistono poi ricerche neurologiche recenti che dimostrano che esistono dei neuroni deputati all'imitazione, all'apprendimento e probabilmente all'empatia
Ma dunque se è l'anima che impedisce di uccidere chi ci è indisponente, chi uccide non ha l'anima? Solo in quel momento o per sempre?
E chi di mestiere fa il boia?






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