Originariamente Scritto da
axeUgene
non lo dico io, è un mero fatto: per unire due individualità serve che ognuna rinunci a qualcosa, e la misura di quelle rinunce è per forza dettata esplicitamente o implicitamente da rapporti di forza; questo non significa dire che la famiglia sia un luogo malvagio, ma solo che è sciocco ignorare la circostanza, visto che periodicamente esplodono mine e spesso il tutto affonda;
vedi ? nel tuo candore ammetti questo fine, che è prettamente egoistico; l'altro è effettivamente l'attrezzo di una "palestra" in cui persegui il tuo personale fine di realizzazione; puoi essere gentile quanto ti pare, ma questa è la realtà che tu stesso confessi nero su bianco; una volta compreso che sono le individualità ad agire, e non un "noi" immaginario, sarebbe saggio disciplinare i conflitti; perché se non lo fai, è la legge del più forte che li regola;
beh, a me pare ovvio, visto che si tratta della fase in cui si negoziano quelle rinunce di cui sopra, e fatalmente si esercita un dolo, anche inconsapevole, per rendersi più attraenti, manifestare un buon carattere, conciliante e paziente;
il 99% dei coniugi afferma che dopo il matrimonio l'altro è cambiato; per forza: ha conseguito il suo obiettivo e perciò ora le priorità sono altre; a volte coincidono; più spesso no, ed è lì che le rinunce possono diventare insostenibili; ma questo è ovvio, la storia di quasi tutti; in molti casi liberarsi diventa troppo oneroso e ci si adatta;
ecco, nel dettaglio di questo ragionamento si insinua davvero il demonio:
in apparenza, sembra un discorso sensato e candido: perché bruciare tutto ?
la realtà è che con l'esperienza non si brucia una cippa di niente; a meno che...
a meno che quell'esperienza, cioè - non ci giriamo attorno - la sessualità, la convivenza, ecc... non sia pensata come oggetto, un oggetto che si consuma e quindi deve essere "speso bene", con oculatezza;
e qui Satana ti legge e sghignazza, perché tu e i tuoi preti gli rendete un gran servigio:
in questo modo educhi alla prostituzione:
una ragazza pensa di avere un valore deperibile, ma spendibile, tra le gambe, e apprende a regolarsi di conseguenza;
un ragazzo farà altrettanto, sapendo di dover offrire qualcosa di più di se stesso, e quindi mettendo in atto proprio quelle tipiche astuzie ed inganni della seduzione "tradizionale"; salvo poi entrambi rivelarsi per le normali inclinazioni, dissimulate prima; il matrimonio, già di per sé un fatto negoziale, diventa mercimonio di fatto, dove la "merce" è quella cosa che per te non andrebbe "bruciata", consumata;
il maleficio che in buona fede contribuisci a diffondere e replicare sta proprio in questo pregiudizio di valore, che squalifica chi ha esperienza - 99% solo le donne - come se si trattasse di una contaminazione, un minus;
guarda che pure io sono stato più o meno educato, se non proprio dalla famiglia, dall'ambiente a pensarla più o meno così;
poi, proprio l'esperienza e la riflessione istruita mi hanno fatto cambiare idea; ho constatato che una donna che avesse fatto liberamente le sue esperienze, anche disimpegnate e, se ti piace, "libertine", non aveva niente di meno ma, anzi, nel momento in cui si disponeva ad una relazione impegnata lo faceva davvero "in pienezza", per usare un'espressione che ti piace, e conoscendo bene la differenza tra un desiderio effimero e un vero coinvolgimento;
le "ragazze virtuose", al contrario, per mia esperienza diretta e indiretta sono sempre bombe ad orologeria;
purtroppo, in grande misura qui vinci facile, perché lo sfondo culturale diffuso è ancora in grande misura più affine al tuo pensiero; ma è una vittoria per modo di dire, perché poi devi constatare che quella famiglia fondata su quel presupposto va a rotoli, o nemmeno nasce; così i lamenti di un oggi che non ti piace, fondato proprio sulla reazione alla tua mentalità.