Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
ti sbagli; l'onnipotenza è solo potenziale, per definizione, quindi conchiusa in se stessa, a prescindere dalle azioni; ma questo implica che anche l'omissione valga come azione a tutti gli effetti, visto che vi sarebbe stata la totalità delle altre opzioni come disponibile;
è esercizio di onnipotenza anche lasciar soffrire o morire gli innocenti;

ma altri problemoni li pone l'onniscienza divina, che è anche pre-scienza, e quindi implica un copione obbligato delle vite umane, non la libertà; se si vuole postulare quest'ultima, va necessariamente riveduta anche l'onniscienza, assieme a tutto il resto; altrimenti siamo al teatrino buffo, dell'assurdo; che può anche essere un'opzione, ma è uno spettacolo, intrattenimento.
Libertà e Onniscienza camminano insieme....

1730 Dio ha creato l'uomo ragionevole conferendogli la dignità di una persona dotata dell'iniziativa e della padronanza dei suoi atti. « Dio volle, infatti, lasciare l'uomo "in balia del suo proprio volere" (Sir 15,14) perché così esso cerchi spontaneamente il suo Creatore e giunga liberamente, con l'adesione a lui, alla piena e beata perfezione »

« L'uomo è dotato di ragione, e in questo è simile a Dio, creato libero nel suo arbitrio e potere ».

Libertà e responsabilità

1731 La libertà è il potere, radicato nella ragione e nella volontà, di agire o di non agire, di fare questo o quello, di porre così da se stessi azioni deliberate. Grazie al libero arbitrio ciascuno dispone di sé. La libertà è nell'uomo una forza di crescita e di maturazione nella verità e nella bontà. La libertà raggiunge la sua perfezione quando è ordinata a Dio, nostra beatitudine.

1732 Finché non si è definitivamente fissata nel suo bene ultimo che è Dio, la libertà implica la possibilità di scegliere tra il bene e il male, e conseguentemente quella di avanzare nel cammino di perfezione oppure di venire meno e di peccare. Essa contraddistingue gli atti propriamente umani. Diventa sorgente di lode o di biasimo, di merito o di demerito.

1733 Quanto più si fa il bene, tanto più si diventa liberi. Non c'è vera libertà se non al servizio del bene e della giustizia. La scelta della disobbedienza e del male è un abuso della libertà e conduce alla schiavitù del peccato.

1734 La libertà rende l'uomo responsabile dei suoi atti, nella misura in cui sono volontari. Il progresso nella virtù, la conoscenza del bene e l'ascesi accrescono il dominio della volontà sui propri atti.

1735 L'imputabilità e la responsabilità di un'azione possono essere sminuite o annullate dall'ignoranza, dall'inavvertenza, dalla violenza, dal timore, dalle abitudini, dagli affetti smodati e da altri fattori psichici oppure sociali.

1736 Ogni atto voluto direttamente è da imputarsi a chi lo compie:

Il Signore infatti chiede ad Adamo dopo il peccato nel giardino: « Che hai fatto? » (Gn 3,13). Così pure a Caino. Il salario del peccato è la Morte. Il peccato ha sempre una conseguenza. E nonostante questo, Dio offre ogni volta la possibilità di tornare a Lui. Dio non nega il Suo Perdono a nessuno. Non fa un semplice interrogatorio, all'Uomo peccatore. Desidera che rientri in sè stesso, che prenda coscienza delle sue azioni.

https://www.vatican.va/archive/catec...3s1c1a3_it.htm