beh, no; l'ipotesi scientificamente più forte è proprio che si siano sovrapposte nei millenni concezioni molto diverse, senza essere state organizzate in modo opportuno, perché i recipienti non lo chiedevano; quando la Modernità ha fatto leggere a tutti le Scritture quelle contraddizioni sono divenute evidenti e hanno richiesto una revisione radicale; da qui lo scisma;
la libertà, molto paolina e agostiniana, che si realizza nella predestinazione - ovvia ed esplicita in ciò che è scritto e nel costrutto - non è più nelle opere, ma nella genuinità del sentimento che le ispira, anch'essa predestinata, ma il cui mistero non esime la persona dalla responsabilità;
chi sia cresciuto in ambiente cattolico fraintende sempre questo punto, pensando: se siamo predestinati, allora siamo anche irresponsabili; possiamo fare il male a nostro piacimento e tanto quella è comunque la volontà divina; questo approccio in effetti rappresenta una mentalità paganeggiante e arcaica, la cui psicologia è quella di una soggezione all'autorità, che si teme e anche odia, ma alla quale si obbedisce per paura, non per amore del bene; l'ossessione per i riti, i sacrifici, le forme, ecc...
in realtà, la predestinazione responsabilizza molto di più, perché non consente, o limita molto, un negoziato con la propria coscienza; qualche "predestinato al male" potrà forse essere del tutto privo di freni morali, ma è proprio un malato irrecuperabile;
ti faccio un esempio banalotto, ma illustrativo:
nei paesi riformati prevale l'autodisciplina, il senso di comunità; persino il giornale si prende in assenza del giornalaio, lasciando la moneta nella cassetta, perché si desidera essere giusti; e il risultato sono le democrazie, non il caos;
se si facesse lo stesso tra i cattolici, in una settimana l'editore fallirebbe, ma i ladri andrebbero a confessarsi![]()
il risultato è che in tutti i paesi cattolici ci sono state lunghe dittature a bastonare popolazioni prive di senso del bene comune;
da noi, il ritiro dei rifiuti ingombranti sarebbe gratuito, eppure vedi ovunque frigoriferi e divani abbandonati in strada; perché ? perché la mentalità veicolata dalla morale religiosa è che si obbedisce alla legge solo se c'è il rischio concreto di essere puniti; altrimenti, si pensa solo al proprio; se leggi Guicciardini, che scriveva proprio di queste cose in età della Riforma, è molto chiaro ed eloquente;
ti posto un eloquente scritto di Ennio Flaiano, che tu certamente conosci, se non altro per anagrafe:
Conviene agli italiani il Fascismo perché è nella loro natura e racchiude le loro aspirazioni, esalta i loro odi, rassicura la loro inferiorità.
E' demagogico il Fascismo ma anche padronale, retorico, xenofobo, odiatore di culture, spregiatore della libertà e della giustizia, oppressore dei deboli, servo dei forti, sempre pronto a indicare negli “altri” le cause della sua impotenza o sconfitta.
Il fascismo è lirico, gerontofobo, teppista se occorre, stupido sempre, ma alacre, plagiatore e manierista.
Non ama la natura, perché identifica la natura nella vita di campagna, cioè nella vita dei servi; ma è cafone, cioè ha le spocchie del servo arricchito. Odia gli animali, non ha senso dell’arte, non ama la solitudine, né rispetta il vicino, il quale d’altronde non rispetta lui.
Non ama l’amore, ma il possesso.
Non ha senso religioso, ma vede nella religione il baluardo per impedire agli altri l’ascesa al potere. Intimamente crede in Dio, ma come ente col quale ha stabilito un concordato, do ut des.
E' superstizioso, vuole essere libero di fare quel che gli pare, specialmente se a danno o a fastidio degli altri: il fascista è disposto a tutto purché gli si conceda che lui è il padrone, il padre
la predestinazione, in effetti, toglie di mezzo l'opportunismo immaturo e infantile dello scambio - quel do ut des di cui dice Flaiano - e ti fa presente che il tuo premio nel fare spontaneamente, senza minacce di punizione, ciò che la tua coscienza avverte come giusto è quella stessa partecipazione alla giustizia - rispettare il vicino, il prossimo - che per il credente è volontà divina; e la punizione è il sentimento di esclusione e meschinità, inferiorità morale che nessun confessore può alleviare;
questo non ha alcun senso logico:Veniamo a un'interpretazione corretta del testo, che potrebbe non essere l'unica:
[B]Chi ha scelto Dio prima della creazione del mondo? Quelli che avrebbero creduto. Ossia: Dio sceglie chi ha fede, ma dopo non prima.
se Dio è pre-sciente, sa già dal primo istante chi farà cosa; non è certo soggetto all'incertezza del dover aspettare le scelte umane, poiché durante quel prima sarebbe necessariamente ignaro di quella scelta; e questo negherebbe l'onniscienza, per cui è inammissibile in quel quadro.