io infatti non ho detto il contrario, ma solo che la libertà che avventisti e mormoni esercitano nell'adottare i loro testi è figlia di quel pluralismo che si fonda sull'abolizione dell'intermediazione dottrinaria del clero; dopodiché, ognuno è libero di leggere le Scritture secondo propria coscienza;
quello che sembra sfuggirti è che un impianto teologico è un sistema di postulati interrelati e interdipendenti, che devono - dovrebbero, per essere credibili - rispondere ad una logica;
col servo arbitrio si è proprio cercato di evitare che la copiosa superfetazione medievale della Scolastica rendesse le Scritture inutilizzabili, poiché illogiche, incoerenti; al punto stesso che è stato proprio Ratzinger ad affermare: la Scrittura non può essere letta come un teorema; che si gnifica ? significa esattamente la confessione dell'inattitudine di quelle Scritture a definire un quadro razionale di trascendenza, a fare il paio col mistero sull'origine del Male;
questa è proprio una resa totale al filone paolino-agostinan-luterano;
a te forse non importerà un fico secco, visto che sei compreso nei tuoi testi avventisti e quelli ti bastano, quando non citi pure il Corano e altro;
ma per la Dottrina cattolica - che è quella che sto commentando - sostenere il libero arbitro sul piano logico implica sconfessare la necessità di Cristo; infatti, non potendo argomentare diversamente, persino il papa attuale ha confermato: Dio salva il non credente che obbedisce alla sua coscienza - il senza legge di Paolo - anche se il tutto resta ancora sospeso in un'ambiguità formale, perché non si capisce se in quella risma stanno anche coloro che siano venuti a contatto col Vangelo, o solo i selvaggi, come un tempo;
si dovrebbe concludere di sì, se si sostiene che la fede è ultimativamente un dono divino, come in effetti si sostiene anche a Roma, e come è nel quadro luterano, come da Paolo: non c'è merito nella fede...
quindi, il problema, per i teologi cattolici, non certo per te, è quello di non declassare Cristo ad evento dispensabile, che è proprio il risultato del libero arbitrio, a cui però non si vuol rinunciare, perché implicherebbe la perdita del potere della Chiesa;
infatti, se si afferma il libero arbitrio, si deve ammettere a fortiori che si salva anche il giusto che sia tale pur non entrando in comunione con la Chiesa, senza essere nemmeno cresciuto in altra fede; e questo relegherebbe Cristo a semplice rimedio per i più indietro, una specie di ripetizione per i rimandati a settembre;
ripeto: a te potrà importare un fico secco; ma i problemi per i teologi cattolici questi sono, e restano; quelli confidano nel fatto che i loro fedeli non sono educati alla cultura religiosa; ma poi si ritrovano le chiese semivuote, con ottuagenari ignari e gente che nella propria coscienza ha già deciso che quel Magistero è dispensabile; tanto, fanno come pare a loro e senza nemmeno nascondersi, tanto ne sono convinti.