Citazione Originariamente Scritto da LadyHawke Visualizza Messaggio
Niente, non c' è niente da fare! Non ci capiamo!

Ma come???? L'Apocalisse biblica e la fine del mondo? È già tutto scritto, pensi di poter cambiare il destino del mondo già profetizzato e scritto?
Non dovresti averne paura, inizia a prepararti al meglio, il posto in Paradiso già l'hai assicurato.
E buone cose
L'hai letta, almeno, l'Apocalisse? O la prendi a pretesto come alibi? Dio è amante della Vita! La Vita sulla Terra è stata pensata, voluta e posta in essere: Con l'Uomo chiamato ad esserne Custode. Non affrettiamola, la fine del mondo, coi nostri comportamenti e coi nostri egoismi. Aldilà degli slogan o del fatto che uno sia credente oppure no. Giorgio Parisi non lo è, ma ha una visione molto chiara di come stiano effettivamente le cose....

"Oggi molta CO2 viene immagazzinata nelle foreste, dall'Amazzonia agli Usa, Canada, Artico. Ma se ci fossero una serie di anni uno dopo l'altro molto sfortunati, secchezza, poca umidità, oppure siccità prolungata, eventi estremi, si potrebbe immaginare che queste foreste brucino in maniera terribile con un danno enorme per biodiversità e emettano quantità enormi di CO2 nell'aria che aumenterebbe l'effetto serra e così via. Oppure, si squagliano le banchise polari: quanto questo cambierà le circolazioni dell'acqua negli oceani? Accelererà i cambiamenti climatici? Ugualmente per il permafrost in Siberia che rilascia metano. Tutti questi eventi fanno parte di una incertezza che include che le cose possano andare ancora peggio di quanto succede ora".
Se dunque già oggi - mentre osserviamo gli eventi estremi che ci colpiscono - possiamo avere il senso di queste incertezze, è tempo di renderci conto che "noi non dobbiamo salvare il Pianeta, ma noi stessi. Il Pianeta ha cinque miliardi d'anni, ha grandi animali da mezzo miliardo d'anni, è sopravvissuto alla caduta di asteroidi e altri cambiamenti climatici. Quindi io non credo che il Pianeta sia in pericolo, ma noi lo siamo. Tutta la nostra civilizzazione è basata su risorse agricole estremamente delicate da gestire con il cambio della temperatura. Immaginiamoci se si fermano i monsoni nell'oceano indiano: cesserebbe di piovere nel sud est asiatico e miliardi di persone nell'Asia, senza cibo, vorrebbero emigrare altrove. Ecco perché la situazione è estremamente difficile".
"Se non si prende un punto di vista equo e solidale fra le varie nazioni - continua Parisi - sarà estremamente difficile un accordo sul clima. Gli interessi locali delle singole nazioni tendono ad avere il sopravvento. Bisogna quindi entrare in un altro meccanismo, con una solidarietà fatta in maniera tale che i sacrifici necessari vengano suddivisi" spiega, sostenendo che per quanto necessario l'ipotesi di 100 miliardi dai paesi più ricchi a quelli più poveri vada bene, ma dovrebbero essere molti di più, perché quella cifra sono solo "noccioline" per quanto in realtà servirebbe.

Il problema è che l'azione dovrebbe essere - con tanto di scaletta - immediata. [U][B]I cambiamenti climatici infatti "vanno avanti senza badare ai nostri problemi politici e gli effetti tendono a diventare sempre più forti. Negli ultimi cinquant'anni c'è stato il rallentamento della corrente Golfo: se si fermasse avremmo per l'Europa una situazione tragica con un calo di temperature di cinque-otto gradi, e rimetterla in moto sarebbe estremamente complicato. [/B][/U]Quindi è necessario che vengano presi provvedimenti davvero efficaci e immediati per fermare il clima, con impegni precisi, altrimenti rischiamo di mitigare un po' la crescita della crisi ma semplicemente rimandando solo di qualche anno possibili catastrofi. Più peggiora la situazione, più tempo passa, meno tempo abbiamo per fare nuove tecnologie e soluzioni innovative contro la crisi"

https://www.repubblica.it/green-and-...BI-I0-P3-S1-T1