Nella discussione "Bisogna aprire il cuore alla verità e cercare di farlo aprire al prossimo." scrissi, tra le altre cose:
Nel Kitáb-I-Asmá’ (Il Libro dei Nomi), testo bahà’ì, scritto dal Bàb:
XVII, 15 CONSIDERA come all'apparire di ciascuna Rivelazione,
chiunque apra il cuore al Suo Autore riconosca la Verità,
mentre i cuori di coloro che non riescono ad afferrare la Verità
siano serrati, perché a Lui si sono chiusi. Nondimeno, l'aprirsi
del cuore è elargito da Dio ad ambo le parti parimenti. Iddio
non desidera sigillare cuore alcuno, foss'anche di formica, e
tantomeno di creatura superiore, salvo che essa non si lasci
avvolgere dai veli, perché Dio è il Creatore di tutte le cose.
...
Se infatti dischiuderai un cuore per amor Suo, ciò ti
varrà più di tutte le azioni virtuose, perché le opere sono subordinate
alla fede in Lui e alla certezza nella Sua Realtà.
Da questo testo del 1800 si capisce chiaramente come stanno effettivamente le cose.
Tu insisti nel citare Paolo. Se ci fosse effettivo conflitto tra ciò che scrisse Paolo e ciò che scrisse il Bàb, ovviamente, come abbiamo letto, le rivelazioni posteriori prevalgono su quelle precedenti. Quindi il tuo insistere è comunque scellerato. Così abbiamo letto.
Io sono però convinto che le cose scritte da Paolo possano essere interpretate in modo coerente col resto delle Scritture, che parlano chiaramente di libero arbitrio o lo lasciano sottinteso, come nel caso della scelta della prima coppia se mangiare o meno il frutto proibito.
Nel testo citato è ribadito che le opere sono subordinate alla fede: questo coincide con le affermazioni di Paolo. Ancora una volta le decisioni di Dio non sono prese a casaccio, come vorresti far credere tu, scellerato, ma valutando innanzi tutto la fede. La fede è una scelta, non richiede sforzi e volontà, bensì le azioni li richiedono.
Ha visto il faraone pieno di sé e rinnegatore del Dio d'Israele, che afferma di non conoscere? Ebbene, Dio ha fatto vivere Mosè proprio durante il regno di quel faraone, probabilmente peggiore degli altri, in modo da liberare gli ebrei dalla schiavitù.
Ribadisco ancora una volta che alcune vite sono predeterminate da Dio, almeno per quanto concerne la missione, come nel caso degli inviati di Dio, Mosè compreso, ma non tutte le loro azioni, buone o cattive che siano. Tant'è che anche Mosè sbagliò qualcosa e fu punito. E ho inviato da poco una discussione a proposito, dove è specificato l'errore di Mosè, che non appariva chiaro nel testo biblico.