un po' di possibile, sennò soffoco.
G. Deleuze
Io sono arrivato a mettere del nastro trasparente a metà su bordo del ciuccetto e su un lato della bocca di mia figlia, perché dormendo lo sputava e si metteva a piangere, in quel modo invece il nastro fungeva da elastico e il ciuccetto non si allontanava più di quanto mia figlia non riuscisse a trattenerlo....
Mia moglie all'inizio mi ha criticato, ma quando ha visto che funzionava e quindi potevamo riprendere a dormire, mi ha lasciato fare.
Sono imbattibile nel problem solving.
Bambol utente of the decade
ma direi che più che altro sei un coglione...
va bene. ho già ribadito che per mia mancanza non ho letto l'articolo. si può anche sapere se la sentenza fosse meramente consultiva o magari anche o soltanto additiva cioè introduttiva di una disposizione normativa? o magari eliminativa di una sentenza precedente che disponeva in senso contrario sempre ad opera della stessa corte? questo perché corre, come certo saprai, una differenza abissale tra questi vari tipi di sentenza, sebbene emessi da un unico organo giurisdizionale.
si. ma converrai con me che ci sono delle priorità. combattere il fenomeno dell'aborto mi pare assai più importante di che nome dare al nascituro o alla nascitura, se permetti.
il giudice ha l'obbligo di decidere ogni caso che si presenti al suo esame, un'altro paragone improprio. ma spesso le questioni sottoposte ad un giudice, qualsiasi giudice, che eserciti qualsiasi funzione giurisdizionale, sono di una banalità a dir poco irritante. è per questo che il giudizio di valore a volte non investe il pronunciamento ma proprio la sostanza della questione.
personalmente preferirei vivere in una società in cui le strutture sociali fondamentali non sono inficiate da alzate di testa che vengono poste in essere senza un minimo di riflessione. cioè se bisogna prendere a modello il brasile per sentirsi più chic che facciano pure, ma a che serve?
Interessante. E quale sarebbe la tua personale soluzione al problema?
Cioè, se capisco bene, il problema non è la sentenza qualunque essa sia, ma chi ha sollevato il problema davanti ad una corte. Evidentemente chi lo ha sollevato lo riteneva un po’ meno banale di come lo ritieni tu, e la corte ha deliberato in merito.
Sempre ritornando al problema dell’aborto, puoi dirci quali problemi sono stati sottoposti al giudizio di una corte negli ultimi cinque anni?
Se intendo bene, la struttura sociale fondamentale secondo te sarebbe il cognome da dare ad un bambino. Strano: secondo quanto dichiaravi prima sembrava si trattasse di una banalità.
guarda. sull'aborto ho letto anche parte della 194. attualmente sto leggendo la traduzione pubblicata da feltrinelli del "boston women health book". credo non vi sia una soluzione definitiva, anche e soprattutto dal punto di vista delle donne. il problema è davvero complicato. e la legge in vigore in italia non cambia di molto la situazione precedente. ecco perché quando il movimento nazista propugnava la selettività, tra le donne che avrebbero voluto un figlio e quelle che non l'avrebbero voluto, e tra donne sane e donne portatrici di malattie anche se sane, beh direi che aveva visto giusto.
ti ripeto che la corte è tenuta a deliberare tutte le volte in cui la questione sollevata sia a giudizio del "rimettente" non irrilevante e non manifestamente infondata. a seguito di tale valutazione c'è il pronunciamento che può essere variamente declinato. se non erro, e anche in assenza di chiarezza sul punto, che la sentenza fosse consultiva. quindi priva di effetti strettamente ordinamentali, ma invece di mero incitamento al legislatore perché adotti un provvedimento consequenziale.
probabilmente nessuno. c'è già una legge, ci sono le strutture preposte. quello che manca è la volontà da parte della donna di rendere pubblico un affare che riguarda solo lei e i suoi problemi emotivi, i sensi di colpa ecc. poi c'è anche da valutare il benefico impatto dei contraccettivi. il più semplice è il preservativo ma anche tutte le filiazioni farmacologiche della pillola del giorno dopo aiutano assai. il problema è che tante donne provano vergogna anche recandosi in farmacia per chiedere i farmaci necessari. insomma un vicolo cieco.
no. sono usi che non appartengono alla cultura e alla civiltà italiane. se il made in italy va preservato a livello economico dovrebbe esserlo anche a livello di scelte individuali. privatissime senz'altro. però...