Citazione Originariamente Scritto da Arcobaleno Visualizza Messaggio
No, tu da ateo vorresti insegnare ai credenti come credere. Sappiamo che lavori inconsapevolmente per Satana, pure se non credi alla sua esistenza.
hai idee un po' confuse; dunque:

credente è una persona che ritiene il creato frutto dell'azione intelligente di un'entità che in modo esplicito - rivelazioni - o implicito - leggi di natura o altro - esprima l'opportunità di determinati comportamenti morali;

ateo è chi si rifaccia esplicitamente ad un costrutto che nega questa creazione intelligente; ci sei ?

ora, questa posizione aveva - e avrebbe oggi - un senso, solo ed esclusivamente nella misura in cui il credente-predicatore avesse effettivamente la pretesa di dimostrare le sue tesi come euristicamente "vere", confermate da un ordine del mondo sensibile che inequivocabilmente le verifichi;

nell'Occidente moderno, la mera constatazione di una pluralità di fedi/confessioni/dottrine a partire dagli stessi testi ha reso obsolete sia la pretesa di "verità" oggettiva, sia la propensione a confutare quella pretesa, che di fatto non esiste, se non per qualche inconsapevole emulo di una postura mentale pre-moderna;

ora, tu e gli altri predicatori, coltivate istintivamente la propensione a spingere ogni posizione diversa nel recinto ateista, riportando i discorsi su quella fuffa metafisica che Kant ha utilmente buttato nel cesso;

laddove, il punto essenziale - e davvero impegnativo - non è nel dimostrare quello che in effetti è indimostrabile, ma di sostenere che la propria dottrina è più conforme delle altre morali - non importa se religiose o laiche;
per fare un esempio: io non sono vegano, ma se un vegano mi dice: non mangiare il capocollo, perché il maiale soffre ad essere macellato, esattamente come soffriresti tu, io posso dispiacermi, dissentire, preferire comunque il piatto di affettati, ma difficilmente sostenere che la cosa è un'idiozia; questo è un messaggio religioso "forte", efficiente;

ma quando uno - per fare solo un esempio - sostiene come rispondente ad un moto di giustizia evidente alla coscienza che due persone dovrebbero restare insieme anche se si detestano e magari amano altri, o che una persona sessualmente matura non dovrebbe fare sesso prima di aver contratto un vincolo indissolubile con un'altra, quella forza del precetto vegano viene del tutto a mancare, e la quasi totalità, in cuor suo, pensa: ma questo, che minchia dice ? dove sta la giustizia in questo ?

pertanto, a prescindere dal mio personale giudizio, io mi limito a dare ai predicatori suggerimenti di "marketing" teologico, che sono del tutto neutri, limitati alla funzionalità;

ora, tu - direbbe mio padre - "che vendi" ? direi che non vendi una morale divina, visto che in effetti non precetti nulla di specifico; quando si parla di comportamenti concreti sembri atteggiarti ad un normale liberale di propensioni sociali e progressiste; per questo non ti trovo così antipatico e repulsivo come accade ad altri;

il punto è che non vendendo in effetti "Dio", vendi solo tre stesso come predicatore illuminato; non che la cosa a me dia fastidio; ma, se vuoi essere efficace, forse ti conviene dotarti di strumenti concettuali e teologici più efficaci, perché al tuo potenziale uditorio il tuo protagonismo aggressivo suona più come bestemmia;

idem per tutti gli altri; si può promuovere una fede e la morale connessa, persino se - come sostiene Cono - le tesi sono molto controcorrente;

ma se vuoi vendere una Fiat Duna usata, ti conviene puntare sul fascino vintage di un prodotto di nicchia per "chi può" e magari usare Lapo Elkan come testimonial, come il nonno che scendeva dalla collina in 500 per andare in c.so Marconi;

ma se mi vendi quel modello col sottinteso: sei un poveraccio, accontentati di un'auto che piace ancora tanto nel Burkina Faso, dove ce ne sono di marcianti con 700mila km, è difficile che tu convinca qualcuno da queste parti, e la Duna te la dai sui denti; poi, magari, è quello che vuoi, e allora nulla quaestio;

però, in questo caso, i predicatori scelgono scientemente di recitare il copione del soggettone di paese che va a far polemica al bar con quelli che giocano a carte, e ogni tanto finisce nella fontana di piazza, perché quelli cadono nella provocazione.