
Originariamente Scritto da
axeUgene
esatto; ti racconto una cosa mia:
quando avevo 9 anni, mio fratello maggiore - 9 anni più di me - si è ammalato, tumore osseo; è andato avanti altri 8 tra operazioni in Svizzera, piccole speranze e grandi disillusioni e angosce; puoi immaginare l'impatto su un ragazzino che cerca di vivere e rimuovere il più possibile l'incombente, ma elabora pure un sentimento fatalista e poco propenso ad illudersi;
mia madre, fino ad allora del tutto agnostica - ma aveva frequentato una scuola steineriana a Locarno - si è immersa in studi esoterici e spiritualisti; ho ancora una parete intera di biblioteca di testi che ti sono certamente familiari;
non ho avuto difficolta a capirla, però ho anche visto che quella frequentazione culturale che poteva avere un effetto calmante su di lei, evitarle di impazzire, la allontanava anche dall'attenzione per gli altri, che finivano per essere destinatari di scarsa attenzione e comprensione; non la potevo biasimare, perché con quel dolore che cerchi di arginare, ogni esigenza emotiva altrui va tenuta distante, diventa insostenibile in termini di dispendio di energie nervose;
però, dal canto mio, ho dovuto attestarmi in una linea del Piave diversa:
quando subisci un trauma del genere, il motto "sacro" di riferimento, diventa: vuoi far ridere Dio ? raccontagli i tuoi progetti !
io non credo all'Aldilà; so, come lo sappiamo tutti, cosa sentivo e sapevo prima di nascere, cioè il nulla; e sono abbastanza convinto che in quello stato torneremo; quindi, delle cose spirituali - intese come disgiunte dal qui e ora corporeo - non me ne importa un fico secco;
per me, l'esistenza è il momento presente, e la capacità di viverlo nel modo più bello e armonico possibile, cercando di investire in desideri di qualità assieme alle altre persone care, cercando di essere gentile ed evitare sofferenze agli altri;
per desiderio di qualità - beninteso, nella mia personalissima valutazione - intendo il perseguire cose che ritengo belle e appaganti in un modo autonomo - per esempio, facendo musica, viaggi, una passeggiata o una bella trombata con chi apprezza altrettanto - anziché fare una grande fatica per condizionare la volontà altrui, esercitare un potere, costringere, sedurre, convincere, perché tutto questo poi costa di più e rompe i coglioni al prossimo;
io mi diverto come un pazzo a studiare armonia e composizione; passo diverse ore al giorno a suonare; ascolto le canzoni di Doppio e penso che se lui studiasse un decimo di quello che faccio si divertirebbe moltissimo; ma, siccome vedo che è molto geloso del suo modo, mi rendo conto che ha investito più nel suo percorso di autonomia che nel risultato tecnico di quello che fa; perciò mi astengo dal rompergli i coglioni in quel senso, visto che non è nemmeno mio figlio.