
Originariamente Scritto da
axeUgene
beh, questa può essere pure una tua rispettabilissima e pure condivisibile opinione;
ma la realtà del sentimento religioso diffuso è completamente diversa:
il fedele osservante in via generale ritiene che le prescrizioni delle autorità religiose traducano e rispecchino la volontà divina in termini di doveroso comportamento morale;
non è che l'amico Cono dissenta esplicitamente sulla doverosità morale di attenersi al Magistero della Chiesa; se la Chiesa dice che la contraccezione è un peccato mortale, per lui è un peccato mortale;
ora, io non so nulla di te, se ti ritieni cattolica o altro; dire "cristiana" può significare tutto e il suo contrario, dal momento che i cristiani sono divisi su quasi tutto;
ove tu fossi cattolica, la contestazione esplicita del Magistero ti porrebbe "in errore", e - fatta eccezione per pochissime circostanze - in caso di mancata abiura, ti varrebbe la scomunica;
la concordia è un equilibrio che funziona se basato su un condiviso senso di giustizia;
se tu ritieni ingiusto il tuo ruolo sociale e ne soffri, mentre io ne ho un vantaggio cui non voglio rinunciare, stabilire una "pace" conservando questi termini è solo una mia prevaricazione nei tuoi confronti, per quanto io possa giustificarla;
qui il problema sarebbe l'educare a rispettare l'altro, anche quando per suoi motivi non ci vuole più; se una chiesa dice che il divorzio è un male per Dio, offre un'argomentazione morale potente per giustificare la negazione di quel diritto;
anche questa è una tua personale e legittima opinione, analoga a quella del musulmano medio; ma chi deve decidere come andare in giro vestita ? vedi che torniamo ancora al conflitto tra regola eteronoma e capacità di autodeterminarsi dell'individuo, che per me è valore "sacro", nella misura in cui non condiziona la stessa libertà altrui;
quindi ?
non si dovrebbe legiferare per garantire all'omosessuale gli stessi diritti che sono garantiti a noi ?
vedi, generalmente il problema con le morali religiose è che, per forza di cose e di storia, esse rappresentano un pool di valori e assetti sociali che, almeno nel mondo occidentale, sono stati rifiutati, piaccia o meno;
in ambito cristiano e teologico, la Riforma ha affermato il primato della coscienza già 500 anni fa, quando Lutero a Worms si è rifiutato di abiurare in nome della sua buona coscienza, paolinamente iscritta da Dio stesso (Romani, 9)
sotto il profilo politico, le rivoluzioni americana e francese hanno istituito i principi di uguaglianza e libertà, che non sono uno scherzo; per dirne una, il matrimonio è una tutela della vita affettiva; se lo neghi all'omosessuale, attenti al principio di uguaglianza; a meno di dimostrare che quel matrimonio costituisce un danno per la società;
cioè, quando citi una tua rispettabilissima fede, se questa poi si declina in una morale, cioè intesa come valore pubblico, tipo non rubare o non uccidere, non sei più un soggetto meramente privato che enuncia un suo personale stile di vita, ma diventi parte di una "chiesa" che interviene nella società, con tutte le relative responsabilità;
tanto per dirne una: ieri era il Giorno della memoria: bene, la Shoah non sarebbe mai potuta avvenire se per 15 secoli la Chiesa non avesse insegnato ai fedeli cristiani ad odiare gli ebrei come "deicidi"; peraltro, sulla base di una vicenda cui gli storici danno un senso tutto diverso, essendo testimoniato sugli stessi vangeli come Gesù fosse certamente un pio ebreo osservante; GP II° enunciò "ebreo, per sempre";
siamo responsabili dei giudizi morali che esprimiamo, anche se lo facciamo in modo indiretto o passivo, surrettizio o in altre modalità che non ci espongono più di tanto.