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Il messaggio di Dio per ogni madre.

Le Scritture insegnano che la madre deve fare attenzione alle proprie abitudini di vita.
Quando Dio scelse Sansone come liberatore d'Israele, "l'angelo del Signore apparve alla madre per darle indicazioni particolari circa le sue abitudini e la cura del bambino: - ... Non bere né vino né bevanda alcolica e non mangiare niente d’impuro... -” (Giudici 13:13,7).
Molti genitori trascurano gli influssi prenatali, ma Dio non fa così. Il solenne messaggio inviato due volte a Manoah, tramite un angelo, mostra che questo soggetto merita la nostra più grande attenzione.
Rivolgendosi a una madre ebrea, Dio parla alle madri di tutti i secoli: “... Osserverà tutto quello che le ho comandato” (cfr. Giudici 13:14). Il benessere del bambino che deve nascere dipende, quindi, in modo particolare dalle abitudini della madre, i cui gusti e le cui passioni devono essere sottomessi a dei principi. Se vuole adempiere il piano che Dio ha progettato, donandole un figlio, deve evitare un certo numero di cose.
Prima della nascita, se la madre segue il suo istinto, se è egoista, impaziente ed esigente, questi tratti di carattere si ritroveranno nella sua piccola creatura. È in questo modo che molti bambini hanno ricevuto alla loro nascita delle tendenze al male quasi insuperabili. Ma se la madre si attiene fermamente a buoni principi, se pratica la temperanza e coltiva l'abnegazione, se è amabile e buona, può trasmettere a suo figlio queste preziose qualità. Molto esplicito è il comandamento che vieta alla madre l'uso del vino. Ogni sorso di bevanda alcolica, usata per soddisfare il proprio piacere, mette in pericolo la salute fisica, mentale e morale del bambino ed è un peccato nei confronti del Creatore. The Ministry of Healing, pp. 372, 2372

Responsabili del benessere delle generazioni future.

Se le donne delle generazioni passate fossero state mosse da motivi elevati, tenendo conto che le generazioni future sarebbero state nobilitate o degradate dalla loro linea di condotta, sarebbero arrivate alla ferma conclusione che non avrebbero unito i loro interessi di vita con quelli di uomini intemperanti, dediti all’alcol e al tabacco - veleni lenti, ma sicuri e mortali -, che indeboliscono il sistema nervoso e degradano le nobili facoltà della mente. Se gli uomini avessero deciso di rimanere legati alle loro vili abitudini, le donne li avrebbero lasciati nella loro condizione di celibato, affinché godessero della compagnia scelta. Le donne non dovrebbero considerare se stesse di poco valore, tanto da unire il loro destino con uomini che non hanno il controllo sui loro appetiti e sulle loro passioni, la cui felicità consiste nel mangiare e nel bere alimenti impuri, come gratificazione delle loro passioni animali.
Le donne non sempre hanno seguito i dettami della ragione, ma i loro impulsi. Non sempre hanno sentito quell’elevato grado di responsabilità, che riposava su di loro, di non formare una famiglia, che avrebbe impresso sulla loro discendenza un basso livello morale e la passione di soddisfare appetiti degradati, a spese della salute e anche della vita. Dio le terrà responsabili per la salute fisica e il carattere morale, così trasmesso alle generazioni future. How to Live, Nr. 2, pp. 27,28

Il neonato.

La domanda di padri e madri dovrebbe essere: “Che dobbiamo fare per il bambino, che nascerà da noi?” (cfr. Giudici 13:8). Abbiamo presentato al lettore ciò che Dio ha detto circa il comportamento di una mamma, prima che il figlio venga alla luce. Ma questo non è tutto. L’angelo Gabriele fu inviato a impartire istruzioni per la cura dei bambini, dopo la nascita, affinché i genitori potessero pienamente comprendere il proprio dovere. Prima dell’avvento di Cristo, l’angelo Gabriele andò da Zaccaria, con un messaggio simile a quello dato a Manoah. All’anziano sacerdote fu annunziato che sua moglie avrebbe avuto un figlio, che sarebbe stato chiamato Giovanni. “Tu - aggiunse l’angelo - ne avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno per la sua nascita. Perché sarà grande davanti al Signore. Non berrà né vino né bevande alcoliche, e sarà pieno di Spirito Santo...” (Lc 1:14,15). Questo bimbo promesso doveva crescere secondo abitudini di rigorosa temperanza. Un’importante opera di riforma gli sarebbe stata affidata, per preparare la via a Cristo. Tra la gente del popolo regnava ogni genere d’intemperanza. Il consumo di vino e di ghiottonerie stava debilitandone l’energia fisica e li degradava, al punto che i più efferati delitti non sembravano peccato. La voce di Giovanni si doveva elevare dal deserto, in una severa riprensione per le indulgenze peccaminose del popolo, mentre le sue abitudini di vita, all’insegna della sobrietà, avrebbero costituito un rimprovero contro gli eccessi dell’epoca. Counsels on Diet and Foods, p. 225