tu hai parecchia confusione logica e metodica in testa, come dimostri anche qui:
una persona che applicasse la sua intelligenza al linguaggio, invece di fare retorichetta stuipidella, capirebbe che "trombare" - che io uso per sdrammatizzare un po', ma tu sei l'unico toscano che io conosca che non coglie l'umorismo - descrive una relazione, mentre il tuo "dono" una reificazione della sessualità, che diventa oggetto di scambio, proprio mediante questo infiocchettamento retorico del dono; per essere chiaro:
se io ti "dono" qualcosa, mi sto necessariamente privando di quella cosa, a favore tuo e corrispondente svantaggio mio; questo è il senso del "donare", un sacrificio;
ma nel sesso nessuno sacrifica nulla, o meglio dovrebbe sacrificare nulla; lo dovresti fare perché ti va e ti piace, o no ?
se c'è sacrificio, è implicito che vi sia l'aspettativa di un corrispettivo in cambio di quel sacrificio; il matrimonio, oppure i 50 euro della tangenziale;
ecco che in effetti l'infiocchettamento del "dono", bella parola, nasconde lo schifo del mercimonio; la mercificazione del sesso nasce esattamente da questa nozione che ne fa oggetto di negozio; al punto che quelli coniugali diventano "doveri", in un quadro sociale che al maschio da millenni consente tranquillamente il diversivo della prostituzione, proprio perché si prende atto che quel "negozio" è contro la natura umana e la spontaneità;
la cosa ha funzionato finché le donne in tutto il giochino erano sempre incinte o vincolate alla prole; ora non è più così, e chi contava di continuare in quel modo se la prende riccamente in dòmo;
poi, per me, "trombare" è il punto di partenza di una relazione di coppia, perché è solo immediatamente dopo - quando si sarebbe refrattari e non si è mossi da quell'istinto - che ci si rende davvero conto se la presenza di quella persona nel proprio spazio di intimità è compatibile o meno col proprio equilibrio nervoso e psichico, se c'è stato uno scatto di comunicazione e fiducia che prelude ad una relazione feconda, con meno tensioni derivate dal potere di concedersi/negarsi;
quella roba del "dono" che a te piace tanto, in effetti è un negoziato che registra rapporti di forza, e sottintende inevitabilmente un confronto di potere negoziale, con tutto lo strascico di rancori che la circostanza produce;
nn c'è troppo da stupirsi quando relazioni di questo tipo finiscono male, o nascono già in coma.







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